>> www.superzeko.net <<
>> Gianluca Ricci, Il micio curandero & altri racconti: indice <<

Sommario del sito

   

Gianluca Ricci

IL RE BESTIA ED I SUOI FIGLIOLI

         

         

C'era una volta un giovane Re che non sapeva parlare in pubblico. Non solo aveva una voce flebile, ma ogni volta che veniva messo davanti ad una folla o ad un folto pubblico diventava tutto rosso in volto, s'impappinava e non riusciva concludere neppure un piccolo discorso. Aveva cercato molte volte di risolvere il suo problema prendendo addirittura lezione dai migliori avvocati e fini dicitori, ma senza conseguirne alcun vantaggio. Fu un miracolo quando riuscì a fare la sua dichiarazione d’amore alla principessa diventata poi sua consorte. In compenso sapeva scrivere benissimo e risultava essere addirittura un ottimo poeta. Ogni parola gli scivolava sulla carta correttamente e con una sola immagine, una sola metafora riusciva a sintetizzare più di mille concetti. 

La maggior parte dei sudditi non si era data pensiero di tale imperfezione di Sua Maestà, ma alcuni riottosi e perdigiorno, pronti a menare le mani pur di guadagnarci qualcosa e a calunniare tutto e tutti per emergere personalmente, l'avevano ribattezzato Re Bestia, perché – secondo loro – per essere un uomo gli mancava solo la parola. E il soprannome era rimasto al Sovrano, ma solo per sottolinearne il suo carattere di uomo buono ed indifeso. 

Ovviamente anche il Re era venuto a sapere del nomignolo rifilatogli, ma non volle mai esprimere chiaramente il suo parere sulla faccenda anche perché in fondo si sentiva lusingato del fatto che qualcuno avesse perso tempo per cercare di danneggiarlo. A volte le calunnie – sosteneva in cuor suo – non fanno male o ne fanno poco poco, tanto che si possono tranquillamente permettere.

In compenso tutti i principi e le principesse reali avevano la lingua fin troppo sciolta. E finché costoro erano rimasti ragazzi il fatto era riuscito a loro favore, primi come erano a rispondere alle interrogazioni del pedagogo, a svolgere gli esercizi scolastici e non, ad organizzare giochi tra i giovani rampolli della corte. Tale loquacità, però, con il loro crescere risultava non poco fastidiosa: i maschi di casa reale avevano il vizio di vantarsi troppo delle loro conquiste, amorose o militari che fossero, mentre le femmine erano sempre al centro di incredibili pettegolezzi che da sole avevano avviato e non sempre con buona intenzione. Nascevano infinite reti di chiacchiere, di complotti, di intrighi, ma piccoli o grandi che fossero erano pur sempre situazioni in cui l’immagine del Re veniva appannandosi. Eppure il motto della casata era noto a tutti: “Comanda un solo Re per volta e chi ha da lagnarsi è un fellone”. 

Così con il passare del tempo in tutti i reami vicini si era sviluppata una notevole confusione nel disbrigo degli affari correnti e di quelli straordinari con il regno di Re Bestia. Non si sapeva come trattare e con chi. Un trattato commerciale? Un’alleanza militare? Un matrimonio? La principessa Carlotta diceva una cosa, il principe Valentino sosteneva l’esatto contrario. Un gran parlare sempre su tutto e su tutti e nella corte come una cascata di chiacchiere, di affermazioni a doppio senso, di smentite e tanti non so, ma però… Per amore di sentire il suono delle proprie parole i principi reali stavano facendo precipitare lo Stato in una situazione di pericolosa anarchia. 

Nessuna legge durava per più di tre giorni e discussioni violentissime accompagnavano sia la loro emanazione che l’abrogazione.

Venne però il giorno in cui la popolazione, a partire dalla gente più povera e semplice, si stancò della situazione: commercianti, operai, commesse, parrucchieri e dentisti, vigili urbani, panettieri, insomma  proprio tutti, prima i poveri, ma poi anche i ricchi, compresi gli avvocati che non sopportavano più la concorrenza di personaggi più logorroici di loro. 

Per ultima si esaurì la pazienza dei militari, abituati a morire combattendo silenziosi e cupi, la voce coperta dai rulli di tamburo e dal suono delle artiglierie. Quando non ne poterono più nemmeno le fedelissime guardie reali, i principi e le principesse loro sorelle vennero arrestati e processati. Non fu difficile condannarli data la quantità delle prove accumulate a loro sfavore, ma non ci si accordò sulla pena da somministrare. 

«Il Re! – gridò un principe del foro – Deve essere il Re in quanto supremo magistrato a indicare la pena alla quale devono essere sottoposti questi produttori di inutili verbosità!»

Seguendo la legge del contrappasso nessuno fu condannato a pene di inusitata durezza fisica, ma ognuno dei principi fu costretto ad abitare a non meno di trecento metri da un mulino a vento. 

Dicono le cronache che quello fu in assoluto l'anno in cui venne macinata la maggiore quantità di grano e sembra non ristagnasse nebbia alcuna nelle valli del reame.

     

   [gennaio 2010]

   


Gianluca Ricci è nato il 17 novembre 1950 a Perugia dove attualmente risiede. Dopo essersi laureato in lettere moderne si è trasferito per motivi di lavoro per circa un decennio in provincia di Bergamo. Ha insegnato italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di I e II grado. 

Sono stati pubblicati alcuni suoi volumi di poesia:

Su SuperZeko, poi, sono riproposte con il consenso dell'autore alcune Poesie inedite degli anni 2005-2007, già pubblicate da Enrico Cerquiglini nel suo blog «Tra nebbia e fango» (http://enricocerquiglini.splinder.com/tag/gianluca_ricci), e Vigoroso è il moto del cielo (Poesie 2010-2012), già pubblicato da Midgard Editrice, mentre sono pubblicate in prima edizione la raccolta del 2008 Nova. Amor sacro ed amor profano ed altre cose ancora, quella del 2009 L'Uno vacante. Ancora citazioni, haiku, koan, aforismi e quant'altro..., Avessi ancora qualcuno (2011-2012), e le opere in prosa Koan all'italiana (2009), Il micio curandero & altri racconti (2009-2010), Le fiabe svoltate (cioè all'incontrario) (2010), Quando i ragazzi raccontano (2010), Tre viaggiatori (2010). Vi ha inoltre pubblicato Me le ha raccontate la mamma..., una raccolta di storielle e filastrocche apprese da sua madre Alda Rebecchi.

Il suo indirizzo di posta elettronica è etsi.omnes.non.ego@gmail.com.

   

 

Se vuoi invia un commento, specificando da che pagina scrivi:

Gianluca Ricci, Il micio curandero & altri racconti: indice

scrivi@superzeko.net

Sommario