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Gianluca Ricci
AVESSI ANCORA QUALCUNO
1.
Avessi ancora qualcuno
da chiamare al telefono
passata la mezzanotte...
2.
Sognare, morire:
all'uno e all'altro
devi resistere.
3.
Leziosa
come il graffio
di un gatto.
4.
Se rinunciassi a te
sentirei d'amarti
come non mai.
5.
Vicino ai miei occhi,
ma chiusa
in uno specchio segreto.
6.
In un'altra lingua
e con altri occhi
io oggi parlo alla luna.
7.
Storia:
storie di uomini,
storie di donne.
8.
Ora lo so a mie spese:
un destino non si rivela,
ma si vive giornalmente.
9.
Non serve spezzare un ramo
per vedere l’albero
soffrire.
10.
Così non sono necessari
sessant'anni per giungere
a sentire il canto delle Parche.
11.
Né mare né lago
né monte né colle,
ma un'unica piatta pianura.
12.
A noi, che il tempo brucia,
l'attimo è lampo,
che smarrisce e svela.
13.
Non è facile morire
quando ancora si nutrono
smodati desideri.
14.
Annoto ancora
sul mio taccuino
azzurre visioni.
15.
A sperimentare l'impermanenza
delle cose o delle persone
ci si abitua a se stessi.
16.
S'inventano le viole e primule
una strada d'accesso
alla primavera.
17.
Oggi la rivolta tutto rinnova,
ma ciò che la storia fa a pezzi
poi conserveremo furtivamente.
18.
Alla luna che va,
alla luna che viene
la nostra identica noia.
20.
Nulla di nuovo sotto il sole:
la verità ama rivelarsi al buio
e ai duri di cuore.
21.
C'è chi si chiede
come nasca l'ippogrifo:
io l'ho sempre saputo.
22.
In questo siamo uguali,
fiori che nascono a primavera
per vivere poi distinti.
23.
Con sguardo torvo
e passo pesante
mi preparo alla guerra.
24.
La cattiva sorte
prepariamo sia nell'ozio
che nel fare.
25.
A destra, a sinistra
il viso d'arme:
Non dare mai a chi chiede.
26.
La stagione si offre
incommensurabile
e capricciosa.
1.
Il primo giorno di primavera
ci aggredisce con un sogno di neve.
L'infedele, la traditrice.
2.
Estasi: quando il Tutto
s'imprigiona in me
ed io in Lui.
3.
Ci fa uomini
l'agilità, lo scarto improvviso,
l'imprevisto, non la forza.
4.
Il Destino è nella Natura:
il falco nel cielo,
la lepre nel prato.
5.
Il vento di marzo
non scalza le viole,
ma le scioglie dall'erba.
6.
Ogni parola suona
contro la parete, vuota,
ma per l'eternità stupisce.
7.
Siamo creati uomini e donne
per essere diversi,
per essere uguali.
8.
Dei monti azzurri,
delle valli verdi
ed un cuore nero.
9.
Bipolare o borderline?
No. Quando mai?
È solo innamoramento.
10.
Rigermoglia la clivia
e già il narciso si compiange:
un'altra primavera per l'uomo.
11.
Frappe, chiacchiere e castagnole:
celebriamo innaturalmente il carnevale
all'inizio della primavera.
12.
Soffrire
non è morire:
è vivere.
13.
Più del dolore
mi offese
il silenzio.
14.
Solo
come le ali
di un gabbiano.
15.
È poeta chi giunto
davanti alla Medusa
ancora piange o ride.
16.
Anche di notte
i narcisi
restano gialli.
17.
Sopravvive la primula
allo sfiorito narciso:
al sole s'infiamma il tulipano.
18.
Gronda la sera di pioggia
ed un merlo intanto vola
nella pozza dove si lava.
19.
Rapidamente
la notte avanza sopra i tetti
e non v'è tramonto.
20.
Le pause,
i silenzi,
l'esserci.
21.
Un musicista senza udito,
un pittore senza vista,
un poeta senza parole.
22.
Disillusa adolescenza,
febbrile maturità,
scabrosa vecchiaia.
23.
Ho gettato le mie parole
sul tavolo da gioco,
ma i dadi erano truccati.
24.
Ed ora, dalla gran fiamma
che illumina il giorno,
io rifuggo.
25.
Le abbiamo già viste,
queste acacie, morire
e rifiorire ogni anno.
26.
A ben vedere tutto si ripete:
clivia, tulipani ed una cascata d'altri fiori,
ma al frutto il fiore non s'eguaglia.
27.
Sono le ombre a sostenere il mondo,
sono le assenze a certificare il reale,
sono le parole a dire gli uomini.
28.
Al di sopra di bianche nubi
una candida luna
inargenta alberi in fiore.
29.
Se non ci salvano dalla morte
i libri scritti,
figuriamoci quelli letti.
30.
Come un marinaio
che fuma in disparte la pipa
e rimane fisso a contemplare le stelle.
31.
Insonnia.
Aspetto sempre l'ora del lupo,
l'ora in cui sono nato.
32.
Chi sente il canto delle Sirene
più non desidera altre parole
né vuole proferirne di sue.
33.
Oblio.
Tra le braccia di una donna
ricordarsi il mondo
come lo desideravi da sempre.
34.
Immortale
è colui che non ricorda
e più non parla.
35.
Se non fu detto io lo dico:
nello stesso vaso non farai crescere
la rosa ed il narciso insieme.
36.
Lontani dalla complessità
i primitivi somigliano ai bambini
ed i bambini ai primitivi.
37.
A pestare la stessa acqua
succede che si rompe
o il mortaio o il braccio.
38.
Eppure io possiedo il segreto:
della luce che scioglie ed annebbia,
del buio che ritorce ed intriga.
39.
E dieci aggiungi
e dieci ancora
e dieci ai tuoi vent'anni.
40.
E muti e ciechi
nella notte noi restiamo –
figli di noi stessi.
41.
Si soffre per conoscere,
tranne che in amore
dove si soffre e non si impara.
42.
Per scherzo ho messo
una castagna matta in un vaso:
è cresciuto un albero.
43.
Maggio noioso e senza novità:
confusione degli studenti
nel corridoio, nell'aula.
44.
Vedete?
Il cielo schiarisce
anche sopra il mio vicolo.
45.
Purtroppo ho distrutto
tutte le foto di me giovane:
ho cattivo rapporto con la mia anima.
46.
Il sole è pieno di calore
e mi rassomiglia,
almeno quando sogno.
47.
Se un ginko sopravvive,
chiuso in un giardino di città,
anche io posso nella stessa città.
48.
Così l'elianto subito ci sconvolge:
quando si sfila dalla testa,
per tentare l'oscurità del suolo.
49.
Neppure quest'anno il nespolo
mi offre i suoi frutti saporiti:
in casa fa tristezza la sua ombra.
50.
Annuncia il grano
la sua epifania:
il verde già trascolora.
51.
La pioggia – così attesa –
è già caduta,
evaporata.
52.
Rosse si fanno le bacche del ciliegio
e già uccelli e vicini interessati
con occhio ingordo le depredano.
53.
Come chiudere
una notte così insonne?
Scriverò una poesia.
54.
La grigia corteccia del terebinto,
le drupe rosse del lentisco,
la densa chioma dell'ontano.
55.
Profumo di gelsomino:
d'improvviso casa mia
s'è trasformata in un boudoir.
56.
Ah, i miei vent'anni:
rosso fuoco
ed amaro pianto!
57.
Sogno una piccola comunità
di persone colte
e per bene.
1.
Ad essere felici senza motivo
al massimo s’impara
un nome nuovo.
2. a
Conosce il verme
la felicità nel volare
della farfalla?
3. b
Ricorda la farfalla
le angosce del verme
che inciampa in se stesso?
4. c
E così è nella vita
quando ogni età
sogna e dispera di sé.
5.
Ammalato da tempo
le mie illusioni appendo
ad ogni giorno superfluo.
6.
Come foglie
le parole germogliano
e nel vento si disperdono.
7.
Per l'afa chiudo gli occhi
sui testi di filosofia:
sarò perciò meno saggio?
8.
Mi abbraccia il vento
ed io rabbrividisco
come un amante abbandonato.
1.
Quando inizia l'estate?
Per te che conti i giorni
non l'abbondanza del verde,
non la pienezza del giorno,
ti è di segnale un tiglio sfiorito.
2.
Il mio giardino è pieno di alberi:
qui un melo, un pesco,
poi un nocciolo ed un prugno.
Somigliano alle stanze della memoria
che nessuno vuole sgombrare.
3.
Nel mio giardino un nespolo
si incorona di foglie
E di rami sempre nuovi:
fa ombra, rallegra,
ma non offre frutti.
4.
Sopra le valli che dormono,
sopra le città che notte
non conoscono,
sopra un cielo rosso di luci
anche questa luna sfiorisce.
5.
Osserva la salvia:
là dove è stata piantata
è cresciuta a dismisura.
Ci farà compagnia
quest'anno.
6.
Il vento soffia pure d'estate
e s'insinua tra le erbe alte
ed i nostri vestiti.
Ed allora anche io sogno
perso in un mare sconosciuto.
7.
Sono salito al monte
ed ho bevuto l'acqua fredda
delle sorgenti in quota.
Dall'alto ho abbracciato la valle
con il mio sguardo miope.
8.
Là dove le montagne
scavano un passaggio
più volte sono tornato
per sentirmi più vicino
al vento che soffia rabbioso.
9.
Anche ad averla già affrontata
la solitudine non offre la stessa battaglia:
un giorno ti incupiscono
le rosse luci del tramonto,
un altro il verso libero delle cicale.
Solo il tuo cuore conosce le cose nascoste.
10.
Quale sia la stagione migliore
per cantare la natura io l'ignoro:
nel mio cuore rimane meraviglia
sia per le foschie d'autunno
che per il fiorire dei ciliegi.
11.
Mi sarei aspettato più moderazione
nel cortile del vecchio ospizio:
eppure anche quaggiù
la natura attende di rinascere
ogni anno, tutta nuova.
12.
All'amico maldicente
che dice di cartapesta la mia luna
e dipinti sul fondale i miei ciliegi
rivolgo l'invito a cenare nel mio giardino:
ma che porti lui il vino e di qualità.
13.
Sosto sotto i rami di un bagolaro.
Fa caldo, è passato mezzogiorno.
Tra il viale e la valle
un muro di tetti e tegole.
Solo il Lago promette frescura.
14.
C'è chi non s'accontenta
e vuole le stagioni
sempre uguali e perfette.
Anche me piace
non essere soddisfatto.
15.
Di notte all'improvviso
alzo gli occhi
e mi stupisce la luna:
di giorno se ti incontro
mi ferisce il tuo sguardo.
16.
Quanti inverni,
quante estati
ho passato a fare
lo stesso sogno?
Ti prego. Ancora...
17.
Vorrei, come una volta
camminare libero e spedito
e magari senza bastone.
Sono un albero già potato
che aspetta di rinverdire.
18.
Come un albero troppo potato
il mio cuore guarda intorno
e trema e chiede pietà.
Solo se il vento tornasse a smuovere
Le mie chiome...
19.
Per questo, allora, sono poeta?
Per dare ad ogni uomo e fiore
il suo nome, la sua descrizione
o per starmene solo, scontroso,
tra le mura di casa mia?
20.
Perfettamente allineati,
il capo reclinato
ad evitare la luce,
vivono e crescono i girasoli.
E gli uomini.
21.
Mi è facile rinunciare:
so sognare ad occhi aperti
e la mimetizzazione
è pure un gioco.
Nuvola nell'azzurro cielo.
22.
Chi sa nascondersi meglio
se non il girasole nel prato,
il papavero tra il grano,
una barca al lago...
Non certo un uomo in viaggio.
23.
Ogni tanto viene a casa mia
un vecchio amico
con una bottiglia di vino
e le sue storie d'amore.
Io bevo e lo ascolto.
24.
Talvolta le cose
danno un preavviso
e dalla nebbia emergono.
Una casa, un albero,
il volto di una donna.
25.
O luna, luna!
Sia che scorri sull'autostrada
che rifletti sui vetri dei palazzi,
luna intera o in quarto,
luna senza parola.
26.
Cosa sia il fiore
lo dice l'occhio
e la memoria
dei tuoi sentimenti.
Così l'uomo.
27.
Esiste la rosa
finché i petali non si disperdono.
Esiste il poeta
finché parole e ritmi
non scivolano sulla carta.
28.
Ossessiona il canto delle cicale
e l'impenetrabile cortina verde
che si alza sopra la mia testa.
La gente va incurante del caldo:
io resto sul lato in ombra della via.
29.
Ti ho sognata ancora ieri notte
mentre posavi un piatto di legumi
dovendo salire (perché?) una scalinata
dopo un lungo pellegrinaggio (dove?).
Non ricordo altro e sono pieno di stupore.
30.
Mi dicono sempre
che dovrei scrivere poesia civile
o almeno parlarne di più.
Ma che importa se questa notte
mi illumina una luna nuova?
31.
Come la natura
che durante l'anno
si vela e si disvela
anche le donne offrono
una tenerezza nuova alla stagione.
32.
Da quanto tempo
non contempli più il cielo,
non ti fermi stupito in un bosco?
Ci fa ciechi non la fretta,
ma l'ignoranza del vero.
33.
Piove anzi diluvia
ed io respiro a pieni polmoni.
L'acqua ed il vento
entrano in casa allegramente.
Platone può aspettare.
34.
Tremiamo come vecchi
ad ogni refolo di vento
per scambiarci, poi, interminabili
bollettini meteorologici
ad ogni bolla di calore.
35.
A notte alta,
dopo aver riparato un sifone,
rottosi all'improvviso,
lavarsi, ritirarsi e chiedersi
come divenire l'illuminato.
36. a
Tra il dire ed il fare
c'è di mezzo il mare,
tra mare e mare
c'è di mezzo un monte,
in cima al monte dorme un vecchio.
37. b
Dorme il vecchio in cima al monte
e sogna il mare ed è tempesta:
una barca va restando a galla,
perché deve portare parola di re.
In mezzo al mare la parola sta.
38. c
In mezzo al mare parola sta,
fu scritta, ma prima ancora detta
ed ora inerme attende l'onda
che, senza fallo, la cancellerà.
Tra dire e fare non c'è più il mare.
39. (Vivaldi, RV. 121)
E nell'assalto al cielo,
vibrato di violini,
vediamo la maturità dei tempi
e i crepuscoli dorati
e gli struggenti addii.
40. (Vivaldi, Op. 45)
E quando saremo caduti
(perché nella vita non c'è
di più facile che questo)
ci sia d'aiuto e riscatto
la nostalgia del volo.
41. (Vivaldi, RV. 576)
Ho camminato all'ombra
dei cipressi e dei bagolari.
Ho calcato strade impolverate
e bevuto di gusto alle fontane.
Ho vissuto sempre in marcia.
42.
Se io dico salice
tu immagini rami cadenti
riflessi da acque sorgive e sorridi.
Se io dico lacrime
tu immagini dolore, ma non soffri.
43.
A dirla con chiarezza
ormai tiro avanti
per giungere integro alla pensione,
ma mi frega sempre la luna nuova
ed il sogno di una nuova umanità.
44.
Nulla dies sine linea
amava ripetere il vecchio Plinio
alludendo alla mano di Apelle.
Nessun giorno senza una parola vera
io dico guardandoti nel cuore.
45.
Perché aprile porti fronda
agli alberi e maggio frutta,
che l'estate china raccoglierà,
io so per certo, ma ignoro
il perché delle forma e dei colori.
46.
Un amico giustamente
mi accusa di non gioire
dei successi popolari
e non compiangere lutti comuni:
È vero. Sono asociale, mica
borderline.
47.
Tutto è perpetuo,
tutto è mutevole:
mille ed un fiore
sono lo stesso fiore,
un giorno il tempo intero.
48.
Un mare d'erba
appena scosso in superficie
dal vento che i monti spingono a valle:
lentamente, ma poi correndo
lo attraverso e non in sogno.
49.
Dimmi come è fatta la terra
e come si stenda sulle rocce
e come sopra s'innestano gli alberi
e come gli uomini vi camminino
senza sprofondarvi.
50.
Ora s'informa l'uva
e canuti grappoli
già pendono dal tralcio.
È la strada che l'imbianca,
sarà il sole a disseccarli.
51.
Tra lo scroscio delle acque
e lo stormire delle fronde,
quasi al di là di un sipario sollevato,
tra i monti che azzurrano in fretta
ed il lento fumo della sera.
52.
E così anche questa luna
tenta l'assalto al cielo
ed ingorda di perfezione
non sa aspettare la notte
di mezza estate. Io neanche.
53.
Non ha questa mia terra
la bellezza feroce dell'Africa
né i metafisici aromi dell'Asia,
ma i colori, i rimpianti, le domande
di una terra addormentata.
54.
Non la puoi vedere, la luna,
da un cavalcavia qualsiasi
Con i fari delle auto puntati contro.
La luna è per luoghi strani:
boschi intricati e colline rasate.
55.
Li vedi bene.
La prima generazione
ha sguardo e costume contadino,
la seconda conosce il galateo,
ma la terza ha già dolori nell'anima.
56.
Ci manca una nave,
una di quelle con vele e sartie,
pronta a calarsi in fondo al mare
e a risorgere a filo di vento.
Con un buon timoniere, s'intende.
57.
L'universo è una piccola casa,
sentieri le vie tra le stelle.
Anche la mia casa è un universo,
rotte oceaniche le strade ad essa.
Io vi sono e re e schiavo.
58.
Ora lo senti galoppare,
poi frusciare smosso dal vento,
stridere come legna sul fuoco
bramire come cervo in amore.
È solo il mondo che tenta i tuoi sensi.
59.
Chi l'ha detto che la gran notte
non ci abbia già trasformati?
Tra gli elfi che volano, prima,
con testa e cuore d'asino,
adesso, che siamo svegli.
60. (Frammento barocco)
E tu, che sciogli i capelli
al primo sole,
perché l’indori
e li schiarisca
come la spuma del mare
che zeffiro muove…
61.
A giudicare dal ritratto ad olio
che il pittore realizzava per sé
guardandosi allo specchio in tralice:
un’anima contorta, senza dubbio,
e bisognosa di cambiar vita.
62.
Centodieci anni fa
questo caldo come oggi,
il primo di ottobre.
A ricordarlo non potresti,
così breve è la vita umana.
63.
Quindici sacchetti
per pattumiera,
tipo extraforte resistenti,
made in Italy.
La Cina è fregata.
1.
Ha la carne i suoi vezzi
e non s’offende per le parole
che sussurro appassionato:
ma nell’ombra s’affina come una lama
ed altrove lascia i suoi pentimenti.
2.
Anno dopo anno,
fino alla fine dei tempi,
danzando nei cieli
con lo scudo e la mazza,
Orione il cacciatore riappare,
tra i miei segni astrali il più caro.
3.
A vederla, oggi, la campagna
sembra morire più in fretta:
teorie d'alberi ingialliti
e terreni aperti e rivoltati.
Ma dalla fine contiamo un inizio.
1.
Nel Nulla il vento riversa
l'eco delle campane ed il mio stupore.
Non sono più, non sono mai stato
se non come un giglio selvatico
o un uccello che vola oltre gli occhi
del mio maestro o del mio demone.
2.
Il vento è come un fanciullo
che corre sconsiderato alla campagna,
ma prima inciampa
tra comignoli ed alberi di Natale
oltre lo sguardo che scende a valle.
3.
Ho appeso dietro alla porta
il vecchio loden e la sciarpa.
Dalle scale del palazzo
un odore di minestra antica,
un non so che di rancido e di buono.
4.
Tu in piedi, sulle scale del Duomo,
in attesa della mia venuta –
ed io che arrancavo lungo il Corso
quasi un santo maledetto:
dopo tanti anni ci siamo apparsi.
5.
Un giaccone verde, quasi da alpino,
una valigia anni ’70 similpelle,
un posto che sembra essere il mio,
un treno che forse ripartirà,
le rose in fiore anche d’inverno.
2011/2012
Gianluca Ricci è nato il 17 novembre 1950 a Perugia dove attualmente risiede. Dopo essersi laureato in lettere moderne si è trasferito per motivi di lavoro per circa un decennio in provincia di Bergamo. Ha insegnato italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di I e II grado.
Sono stati pubblicati alcuni suoi volumi di poesia:
Comunicazione di servizio, Umbria Editrice, 1979 (un'antologia di questo libro è ora on line su SuperZeko);
Anbar, Midgard Editrice, 2004 (ora on line su SuperZeko);
Exergo. Navigando intorno e oltre le Quartine di Omar Khayyâm, Midgard Editrice, 2007, con una presentazione di Paola Ricci Kholousi (ora on line su SuperZeko);
Il Tao delle piccole cose, Midgard Editrice, 2009, con una nota introduttiva di Carlo Guerrini (ora on line su SuperZeko);
L'Uno vacante (ancora citazioni, haiku, koan, aforismi, ricette e quant'altro immaginando Sisifo felice...), Midgard Editrice, 2010, con una nota introduttiva di Dario Chioli (uscito in anteprima su SuperZeko).
Su SuperZeko, poi, sono riproposte con il consenso dell'autore alcune Poesie inedite degli anni 2005-2007, già pubblicate da Enrico Cerquiglini nel suo blog «Tra nebbia e fango» (http://enricocerquiglini.splinder.com/tag/gianluca_ricci), e sono pubblicate in prima edizione la raccolta del 2008 Nova. Amor sacro ed amor profano ed altre cose ancora, quella del 2009 L'Uno vacante. Ancora citazioni, haiku, koan, aforismi e quant'altro..., Avessi ancora qualcuno (2011-2012), e le opere in prosa Koan all'italiana (2009), Il micio curandero & altri racconti (2009-2010), Le fiabe svoltate (cioè all'incontrario) (2010), Quando i ragazzi raccontano (2010) e Tre viaggiatori (2010). Vi ha inoltre pubblicato Me le ha raccontate la mamma..., una raccolta di storielle e filastrocche apprese da sua madre Alda Rebecchi.
Il suo indirizzo di posta elettronica è etsi.omnes.non.ego@gmail.com.
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