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Gianluca Ricci
NOVA
Amor sacro ed amor profano ed altre cose ancora
Come un soldato sceso dalla collina trotterellando,
arso già dalla sete, febbricitante per l'emozione dello scontro,
e sopravvissuto alla giornata e ad un'altra ancora,
e si riposa alla sera massaggiando il corpo stanco,
e va paragonando le battaglie alle quali è sopravvissuto,
così ora ansimando resto, ricordando questo o quel ricordo d'amore,
questa o quella avventura, questa o quella donna,
ma l'anima non si ristora più né speranza cresce
per un nuovo abbraccio o canto d'amore.
30.7.2008
Ti vorrei tenere alta, sulle mani,
quasi sulla punta delle dita,
imprimendoti la giusta vibrazione
quella che sola si scioglie con il lancio
al di là delle nubi,
al di là delle difese nemiche.
Ed invece te ne resti rincantucciata
perduta tra le mie braccia,
esploratrice dei miei sussurri e singhiozzi,
per alzarti poi di scatto,
scavalcarmi nuda come una furia
e chiudere la finestra
per la quale tenta d'entrare
la prima luce.
Tu m'appartieni come una lancia
che mi sostiene bravamente alla terra
e ad essa mi rinvia
per una ferita inaspettata.
1.8.2008
Vicino ai tuoi occhi che il neon del bar ancora non arrossa,
vicino al calice di vino che amministri come uno scettro,
in mezzo a quanti pretendono di farti la corte,
i sensi accesi semplicemente dalla tua presenza,
io spero di legare ancora la tua bocca alla mia,
di ritornare subito in viaggio con te,
dimenticando sotto la volta stellata
il rincorrersi delle stelle cadenti,
ma non il ritmo dei nostri sospiri.
10.8.2008
Forme, storie di donne mi si affollano in mente
quando giaccio stanco a letto o riposo altrove.
Le strade del cuore non sono rette,
ma sghembe e piene di vaghezza.
Ottusamente la memoria mi seduce
e questa o quella tornano a baciarmi,
ma alla fine, inavvertitamente, un dolore
si innesta tra le associazioni, ed un torto,
una piccola, vergognosa soperchieria
si fa strada, oscura come la condanna
da sempre meritata e mai goduta,
ed allora il gioco dei ricordi
si fa urlo, lugubre richiamo.
10.8.2008
Io non avrò più l'età che ebbi, quella volta,
perché per sempre essa mi fu data.
Mi fece più accorto ed astuto
il riflettere sul ciclo delle stagioni
e sull'andare, e talvolta il tornare,
degli uomini e delle donne –
e pure a me qualche viaggio fu concesso,
mi servì saper meglio affilar lo stilo
e scegliere più accuratamente
parole e ritmi, ma mai più crebbi
di quanto mi fu dato, all'improvviso.
10.8.2008
Sotto un cielo così carico di stelle
che ognuna di loro quasi non brilla
– e tutto il fascino della notte
s'interroga intorno a tanto mistero
in attesa della strinatura che presto lo sveli –
io, smarrito, faccio ritorno a te,
ai tuoi occhi grigi, alla malia del tuo profumo
e reclamo ancora i tuoi sogni lascivi,
un'altra notte d'amore.
10.8.2008
Le poche lettere conservate
non danno conto di una passione
che ci avvolse come un sudario.
Là, sul letto, più campo di battaglia
che strumento dei nostri affanni,
ci divoravamo brano a brano
inventando – pure – piccole,
ma ridicole perversioni.
Strani sogni, strani pensieri
intridono ancora quelle carte,
come di un profumo, lo stesso
che tu indossavi allora,
mentre io respiravo sulla tua pelle
la mia idea di felicità.
11.8.2008
Snervato, contemplavo la fine degli amori,
della passione mai, ché quella
come un ostacolo all'impresa,
muta, gelida, ma febbrile,
copriva i brutti scherzi della sorte.
Ignorando a quale pienezza alludessi,
a quale virtù anelassi,
io parlavo alle luci del mattino
o a quelle disseminate nella notte –
senza cedimento,
ma i bei giorni non tornavano,
quasi un figlio che per mare
si fosse messo ed ancora
non avesse trovato la rotta giusta.
16.8.2008
(i piaceri dell'orto)
Un giorno,
invece di un irrancidito cappuccino
dove intingere un dolcetto
appena scongelato e cotto al microonde,
ti offrirò una lussureggiante insalata
in cui la facciano da padrone
melissa, cerfoglio e santoreggia.
A tanto arriva oggi
la mia voglia di trasgressione.
8.9.2008
Ha molte voci, ma un senso solo il tuo sorriso,
un'eco frastornante che rabbrividisce
prima nel mio sangue e poi si scioglie
in un abbraccio in cui malamente m'imprigioni,
in cui ritorno essere bambino.
Nel vuoto in cui sono atomo
tu sei roccia, sei stella,
sei il seno primordiale,
il vino che scintilla,
il calice che vola
e roteando dissipa la sua ebbrezza.
È vero, all'interno dei mondi
che son caduchi e destinati a finire
anche il nostro abbraccio si risolverà,
ma per dar modo all'universo tutto
di pulsare come questa vena
che il desiderio ha acceso, non spento.
13.10.2008
Menzogne, goffi tentativi per darti un nome,
il fiato sospeso, corto sul tuo collo, vampiro
addirittura di sogni e di certezze.
Mio amore, che non ci sei più
e che io vorrei accarezzare ancora,
stupire, penetrare, rendere felice
come una madre giunta lieta al parto.
Mio amore, ti ho preso e perso
solo per la mia pochezza,
quella al cui interno nascondevo
quattro parole intorpidite,
la mia voglia di possesso.
13.10.2008
A stringere troppo tra i denti
dallo stelo strappato in primavera
fuoriesce un succo amaro,
ma aromatico, vitale.
Anche le stoppie, finito giugno,
si prestano a giocare con le nostre dita
e fanno in bocca un lento rumine,
ma passata la stagione non erba,
non sapore, non succhi, ma polvere,
fango, terra tra le mani e sulle labbra.
20.10.2008
Essere dappertutto e in nessuna parte come l'Ebreo errante, mentre le foglie degli alberi diventano rosse e dagli occhi sgorga altro pianto.
Nel mio esilio sono a casa, le mie parole ribollono e non ho più sonno, ma sugli occhi precipita una polvere che è da sempre cecità.
Un centesimo mi cade dalle tasche, perché mi senta ancora ricco senza che lo stia a raccogliere.
Canti, melodie, movenze d'Oriente: tutto si tiene, anche la vita è una stravaganza fortemente speziata.
27.10.2008
Per non morire ho letto questi versi ed altri ne ho scritti.
Per non morire mi sono fatto chiudere nel petto
un cuore duro e già ridotto in poltiglia.
Per non morire ho chiuso i miei occhi guardandoti
sì che il tuo sguardo fosse l'ultimo...
15.12.2008
Sorridi. Ed io ammaliato guarderò
la chiostra dei tuoi denti abbaglianti,
nitidi di gioventù.
Sotto il pullover due seni turgidi
chiedono udienza, anzi impongono
il silenzio, mentre un sole fragile
a malapena sottolinea un ventre
tornito da mani capaci di desiderio.
E ridi. E scrolli i capelli. E sogni.
Berrò il tuo caffè come se fosse l'ultimo,
l'ultimo di un condannato a vivere senza di te.
17.12.2008
Gianluca Ricci è nato il 17 novembre 1950 a Perugia dove attualmente risiede. Dopo essersi laureato in lettere moderne si è trasferito per motivi di lavoro per circa un decennio in provincia di Bergamo. Ha insegnato italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di I e II grado.
Sono stati pubblicati alcuni suoi volumi di poesia:
Comunicazione di servizio, Umbria Editrice, 1979 (un'antologia di questo libro è ora on line su SuperZeko);
Anbar, Midgard Editrice, 2004 (ora on line su SuperZeko);
Exergo. Navigando intorno e oltre le Quartine di Omar Khayyâm, Midgard Editrice, 2007, con una presentazione di Paola Ricci Kholousi (ora on line su SuperZeko);
Il Tao delle piccole cose, Midgard Editrice, 2009, con una nota introduttiva di Carlo Guerrini (ora on line su SuperZeko);
L'Uno vacante (ancora citazioni, haiku, koan, aforismi, ricette e quant'altro immaginando Sisifo felice...), Midgard Editrice, 2010, con una nota introduttiva di Dario Chioli (uscito in anteprima su SuperZeko);
Vigoroso è il moto del cielo (Poesie 2010-2012), Midgard Editrice, 2013, con una presentazione di Walter Cremonte (poesie in parte già pubblicate su SuperZeko in Avessi ancora qualcuno).
Su SuperZeko, poi, sono riproposte con il consenso dell'autore alcune Poesie inedite degli anni 2005-2007, già pubblicate da Enrico Cerquiglini nel suo blog «Tra nebbia e fango» (http://enricocerquiglini.splinder.com/tag/gianluca_ricci), e Vigoroso è il moto del cielo (Poesie 2010-2012), già pubblicato da Midgard Editrice, mentre sono pubblicate in prima edizione la raccolta del 2008 Nova. Amor sacro ed amor profano ed altre cose ancora, quella del 2009 L'Uno vacante. Ancora citazioni, haiku, koan, aforismi e quant'altro..., Avessi ancora qualcuno (2011-2012), e le opere in prosa Koan all'italiana (2009), Il micio curandero & altri racconti (2009-2010), Le fiabe svoltate (cioè all'incontrario) (2010), Quando i ragazzi raccontano (2010), Tre viaggiatori (2010). Vi ha inoltre pubblicato Me le ha raccontate la mamma..., una raccolta di storielle e filastrocche apprese da sua madre Alda Rebecchi.
Il suo indirizzo di posta elettronica è etsi.omnes.non.ego@gmail.com.
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