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Gianluca Ricci
ME LE HA RACCONTATE LA MAMMA...
Queste storielle e filastrocche mi sono state raccontate da mia madre Alda Rebecchi,
nata ad Agazzano, provincia di Piacenza, il 26 maggio 1918
Gianluca Ricci, dicembre 2009
Era un bel giorno di notte. Il sole cadeva a larghe falde e la neve con i suoi raggi cocenti riscaldava la terra. Io e te eravamo in tre. Seduti su una pietra di legno leggevamo un libro chiuso al chiarore di un lumicino spento. Ci incamminammo per la nostra strada su di un ponte al quale mancavano le assi e trovammo un cadavere vivo vivente. Io trassi dalla tasca che non avevo un coltello senza manico e al quale mancava la lama e lo immersi nel petto del cadavere e lo uccisi. Poi ci avviammo di nuovo per la nostra strada e trovammo un albero di mele e mangiammo le pere. Venne il padrone delle zucche e ci cacciò il padrone delle patate.
E chi ne sa di più belle le dica.
La gatta fa gnau gnau; i gatêi (gattini) fanno gniu gniu.
Vi saluto, caro mio.
- Topolino, topolino, che fai nel mio giardino?
- Mangio l'uva.
- E la chiave?
- È sotto il trave.
- Il permesso?
- Fa lo stesso!
- Se ti acchiappo?
- Io scappo!
Le ochette del pantano
vanno piano piano piano,
vanno in riga come i fanti
una indietro, l'altra avanti.
Tre per sette fa ventuno,
Tre di noi non fa per uno,
Uno, due e tre!
Mama l'oca
dà da beev (bere) all'oca -
l'oca e l'uchei (ochetto) -
dàg un bei sgiafœi (schiaffetto).
Anno bisestile:
Polenta tenera
e tagliatella sottile.
(Anno bisesto,
anno funesto).
Buon Natale, che pian piano
sei venuto da lontano,
Buon Natale, ti saluto!
Ben venuto, ben venuto!
Come tremi poverino,
come tremi poverello
con la neve sul mantello!
Vieni qua vicino al fuoco
a scaldarti un poco.
Vieni e rechi giocondo
i tuoi doni per le vie del mondo.
M'han detto d'esser savio ed ubbidiente
come Gesù quando era piccolino.
Mi ci son provato, ma inutilmente.
Che volete, son troppo birichino,
ma in fondo in fondo il cuor non è cattivo:
voglio un gran bene a babbo e mamma mia
e se nell'ossa ho l'argento vivo
credetemi la colpa non è mia.
Per Natale mi voglio convertire:
dispetti e vizi non ne farò più
e sarete costretti a convenire
che un pochino assomiglio al buon Gesù .
Che cosa ha fatto?
Ha tagliato la coda al gatto,
gli è andato sotto con la scodella
ed ha preso tutta la cosa bella.
Lunedì chiusin chiusino,
martedì bucò l'ovino,
uscì fuori mercoledì,
pi pi più fa il giovedì,
venerdì fu un bel pulcino,
beccò sabato il granino,
la domenica mattina
era già una bella gallina.
Il mio babbo un bel mattino
portò a casa un panierino.
Io esclamai: «Oh, che piacere!
Saran mele, saran pere?»
Non appena aperto fu
un musetto venne in su,
un musetto birichino,
era il muso di un gattino.
Avevo un bel pallone rosso e blu:
era la gioia e la delizia mia.
S'è rotto il filo ed è volato via,
in alto, in alto, sempre più su.
Oh, come sono fortunati in cielo i bimbi buoni:
volano tutti lassù quei bei palloni.
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