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Pier Colonna
I TRAMONTI CHE RESTANO
(2010)
Impermanence kills Bardo Beyond Ursa Major Yesterday's friend Warning Daimon Impermanence kills Come se non bastasse questo sguardo Che incontro ogni mattino nello specchio Che mi guarda senza vedere Ignorando stanco le rughe e il veleno Del tempo che dissolve lentamente Gli attimi e rende ogni momento ultimo A se stesso e l'impermanenza che ci uccide As if this look wasn’t enough Which I meet each morning in the mirror Watching me without seeing Ignoring tired wrinkles and the poison Of time that dissolves slowly the moments Making each one of them the last To itself and the impermanence that kills us Bardo Il mio tempo scade, come sangue da vena aperta La figlia del giorno svanisce, persa nelle mie azioni. Potessi espanderti e sentire: immensità che fluisce da una stella amica L’agonia del sole morente in un rosso saluto. Il Mahasiddha sorride, mi invita all’altra sponda Emergendo dal flusso del divenire ricordiamo. My time is running out, like blood through an open vein The daughter of the day has vanished, lost within my actions Could you expand and feel: immensity flowing from a friendly star Agony of the dying sun waving a red goodbye The Mahasiddha smiles, welcoming to the other side We emerge from the flow of becoming and remember. Beyond Ho trovato chiodi nel cuore E più oltre, solo il cielo. I’ve found nails in this heart And beyond, only the sky. Ursa Major Nel buio cerco la tua veste Mi restano in pugno 7 stelle Indossando il manto della notte Passo oltre ciò che ha inizio e fine Within darkness I search your robe I remain with 7 stars in my fist Wearing the mantle of night I step beyond what has begin and ends Yesterday's friend L'ultimo momento sarà come il primo: Luci fuggenti della sera, voci che si intrecciavano, Minuti e secondi che passavano in visita E la nostalgia per un qualcosa innominabile, Per un futuro che tornerà ad accoglierti, A cullare la tua anima come bimbo in petto. Questo vento soffia indietro ricordi. Un tramonto ancora, un altro, fino a quando? Cosa lascerò non dovrebbe far male. Invece contano i momenti santificati Fioriti da musiche e panorami immensi, Tristezze dal sapore eterno, Lacrime che affogavano i ricordi. Lo spirito non muore mai, lei dice. Sarà forse la luce nei suoi occhi, Oppure l’ansia di spegnersi e non ricordare, Di non ritornare e non poter vedere mai più, Non poter accogliere un santo ultimo tramonto, Messaggero di eternità celata. The last moment will be as the first: Fleeting evening lights, woven voices Minutes and seconds passing by, visiting The nostalgia for something Unnamable, A future coming back to bid you welcome And rock your soul as a child in its chest. This wind is blowing back memories A sunset yet, another, until when? What I will leave should not hurt me again Only sanctified moments are those which will count Flowering through immense landscapes and music Sadness with eternal flavor Tears that drowned all the memories. The Spirit never dies, she says. It maybe is the light in her eyes, Or the anxiety to switch off and not remember, To not return and not be seeing ever more, Not being welcoming a last holy sunset, The messenger of hidden eternity Warning Specchio di quel fremito familiare, guida Che dava confidenza con l'Antico. Questo vorrei indicare con parole e segnali, Talismani alchemici per sigillare Ciò che si perde quando afferrato e detto. Ora siete anime, ospiti di ricettacoli effimeri Abbandonate le cattive compagnie dei pensieri E imparate a rimaner nude e sole. Mirror of that familiar guide, a shiver That used to gave confidence with the ancient one. This I would indicate with words and signs, As alchemical talismans to seal What is always lost when is grabbed and said. Now you are souls, hosts of ephemeral shelters Abandon the bad companies of thoughts And learn to stand naked and lonely. Daimon Vienimi incontro presto, daimon immenso e antico. Se non ti rispecchi in quest'anima logora, la vita non ha senso. Se in queste lacrime non divieni spirito, ogni speranza muore. Rinforzo il mio invito, daimon: me stesso oltre ogni forma effimera Percepibile nel silenzio creato dagli occhi nello specchio. Vieni e rimanifestati, ogni piccola morte sarà tuo grembo. Vieni guerriero di luce. Vento che carezza l'anima Che la unisce alla foresta, immensità che mi unisce a certe stelle. Potessi solo far cose che ci uniscono, potessi percepirti ad ogni respiro. In ogni momento vero. Invece, Come eremita ebbro, sospinto da umanità falsa e straziante, Addirittura Ti dimentico. Torna e rimanifestati: il tempo sta per scadere. La clessidra presto vuota, la mia attesa di Te intensa, anelito totale. Allora mostrerai il Tuo vero abito, nel colore di quei tramonti intravisto E nel gusto delle lacrime che questa mia anima inondarono. Nel profondo vento invernale riconoscerò il Tuo viso Che silenzioso osservava tutto questo attraverso i miei occhi. Ricorderò allora in un ultimo sussurro il tuo nome Abraxas. Come to meet me sooner, daimon immense and ancient. If you are not reflected in this worn out soul, life has no meaning. When in these tears you do not become spirit, all hope dies. I reinforce my invitation, daimon: myself beyond all ephemeral form Perceivable in the silence created by eyes in the mirror. Come and manifest again, each small death will be your womb. Come warrior of light. Wind caressing the soul Merging it to the the forest, immensity joining me to certain stars. Could I just make things that unite us, could I perceive you At every breath. Instead, As drunken hermit, prodded by phony and heartbreaking humanity, Of you I become forgetful. Be back and manifest again: my time is running out. The hourglass soon empty, my wait for you intense, the yearning total. You will then show your real robe, of the same color as those sunsets When the taste of blood flooded my soul. In the deep winter wind I will recognize your face That silently all of this through my eyes was witnessing. I will then in my last whisper say your name Abraxas. Pier Colonna, nato a Trieste nel 1964,
vive all'estero dal 1989. Ha sperimentato parecchie vie di ricerca, ma così si
esprime in un messaggio del 3/12/2007: il “memento mori”, l’impermanenza, la visione di un
essere che sa di andare verso la morte; l’esistere di una Fratellanza di esseri disincarnati che
hanno raggiunto la Liberazione; l’apertura all’ispirazione, l’intenzione focalizzata
e fluida; la pratica continua: mantenere la coscienza di sé lucida e
leggera, naturalmente». Su SuperZeko si possono leggere le sue
raccolte di poesie L'intenzione
rimane, Situazioni,
I tramonti che restano. Se vuoi invia un commento,
specificando da che pagina scrivi:
«Adesso da un certo tempo ho – finalmente – allentato tecniche ed “appartenenze”
(distrazioni nate da brama del risultato) e qualunque etichetta che possa
gonfiare l’ego. Cerco solamente di ri-cordarmi: