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Marinella Grosa

LA CASA ROTTA

   

   

La casa di cui si parla in questa raccolta è un luogo psichico. Ma è anche un luogo fisico. Si trova a Villarbasse, in provincia di Torino. Nel 1945 fu teatro di drammatici eventi: l’eccidio di dieci persone a scopo di rapina. Il mistero della sparizione degli abitanti della casa venne risolto dopo molti giorni di ricerche con il ritrovamento dei corpi dentro un pozzo. Le indagini condussero alla cattura dei colpevoli , che vennero condannati alla fucilazione.
La sentenza fu eseguita nel 1947. Fu l’ultima condanna a morte, prima dell’abolizione della pena capitale in Italia nel 1948.

Le poesie contenute in questa raccolta sono un gesto di amore e sollecitudine per un luogo che ha subìto una duplice ingiustizia e un duplice oltraggio: della ferita iniziale, l’eccidio del ’45. E della “maledizione”, letteralmente le proiezioni negative di cui è stato oggetto negli anni successivi, per arrivare fino ai nostri giorni.
Il progetto di scrivere un libro di poesie dedicato a questa casa è nato quindi dalla volontà di affrontare il tabù della ferita in una prospettiva di cura e trasformazione.
Come scrive Francesca Genti nella prefazione al libro: «la casa di cui si parla in questa raccolta è malata, si è presa una forte tosse e un brutto spavento circa una sessantina di anni fa, ma non serve un dottore per curarla, serve un poeta».
Il libro è dedicato «agli abitanti della casa, di ogni specie, di ogni tempo», mentre la poesia che apre la raccolta è dedicata al grande medico e psicanalista svizzero Carl Gustav Jung, profondo conoscitore della psiche e dei suoi simboli (tra i quali “la casa” che assunse nella vita stessa di Jung un ruolo di grande importanza).
Da ricordare anche la bellissima epigrafe iniziale, versi della poetessa rumena Ana Blandiana: «Dall’avventura di essere onesto/ ritorno a casa vittorioso./ Da quante generazioni sono partito?/ Non lo ricordo né so più da dove» (Ana Blandiana, “Ritorno” da Un tempo gli alberi avevano occhi, ed. Donzelli).
Qui di seguito tre poesie estratte dalla raccolta.

M. G.

  

* * *

  

(a carl gustav jung)

  

jung costruì una torre
per dare forma
alla sua vita interiore.
non pago delle parole

scelse la pietra ed il sudore
per forgiare un luogo d’anima
dalla forma circolare.
quando morì

un fulmine a ciel sereno
squarciò il grande albero
nel suo giardino.
la natura nella sua potenza

rendeva omaggio
al suo mago merlino.

  

* * *

  

(la casa rotta)

  

la casa rotta la notte non riposa
distesa sul fianco e sogna
di antiche ferite e segreti
che conducono in fondo al pozzo.

la casa rotta osserva l’avvicendarsi
delle stagioni in stanze che s’affacciano
a oriente e a meridione e dialoga
con gli spiriti della terra.

la casa rotta: ci fu un tempo
e un luogo in cui era felice.
tempo della semina e dell’abbondanza.
luogo dell’abbraccio d’amore.

la casa rotta conosce i segreti dell’albero
e la dignità dell’attesa. ha pazienza e solide
fondamenta per sopportare i rigori dell’inverno
e lasciar sbiadire i segni dell’offesa. 

  

* * *

  

(il genio della casa)

  

ogni casa che si rispetti
ha un genio che la abita
nella cantina e sotto i tetti.
i gatti quando lo vedono

spalancano gli occhi
e fanno le fusa.
i cani ne avvertono la presenza
e abbaiano alla rinfusa.

gli uccelli coi loro canti
lo svegliano la mattina
e se prepari una torta
lui ti raggiunge in cucina.

il genio della casa
ama la pace e l’armonia
e se lo onori ti farà dono
della sua protezione

e della sua compagnia.
ama gli incensi di qualità superiore.
la gentilezza e il rispetto
la sincerità e il buonumore.

il genio della casa comunica con le creature
del bosco e con gli spiriti dell’albero
e della radura. celebra l’arrivo
della primavera e gli altri riti della natura.

(nella casa un tempo spezzata
da un incantesimo e da una maledizione
il genio aveva perduto
ogni sua forza e la sua direzione.

ma nel riparare al torto
e guarire la ferita
il genio ha ritrovato
il compito della sua vita.)

  

da: Marinella Grosa, La casa rotta, Achille e La Tartaruga, Torino, settembre 2011, con prefazione di Francesca Genti.

   


Marinella Grosa è nata a Torino, dove si è laureata in letteratura francese. Con Campanotto Editore (Pasian di Prato, UD) ha pubblicato Geometrie dell'Attesa (1996) e Lieto fine (2010), mentre con le edizioni Achille e La Tartaruga di Torino ha pubblicato La casa rotta (2011). Ha inoltre curato la prima traduzione dall'inglese delle poesie di Rodolfo Valentino, Sogni ad occhi aperti (Petrini Libreria, Torino, 1995), mentre su SuperZeko è presente una sua mostra fotografica,  Il paesaggio e l'anima, con testi di Mirjana Zarifovic e suoi.
Il suo indirizzo di posta elettronica è  m.grosa@libero.it.

   

 

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