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IL PAESAGGIO E L'ANIMA

Percorso per immagini e testi

Fotografie di Marinella Grosa – Testi di Mirjana Zarifovic e Marinella Grosa

 

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PRESENTAZIONE

Le immagini e i testi qui presentati sono tratti da una mostra fotografica inaugurata lo scorso anno in una grande casa situata a Villarbasse, in provincia di Torino. La casa e l'ampio e bellissimo spazio che la circonda, soggetti di queste fotografie, sono in attesa di una nuova destinazione, una nuova storia.

Ci piace credere che i luoghi possiedano un'anima, il genius loci degli antichi romani, e un destino individuale, esattamente come nelle vite delle persone.

Allora, così come può accadere che esistenze segnate da una tragedia o da grandi sofferenze, possano diventare potenzialità di conoscenza, catarsi e guarigione, non solamente per se stesse, ma anche per altri, così pensiamo possa avvenire per un luogo, una casa.

Il percorso della mostra si articola in cinque sezioni:

Il Muro - Le Ombre - La Neve - I Rami nel Cielo - Nuove Prospettive.

Elemento ricorrente nel percorso è quello della superficie proiettiva, che spesso è rappresentata da un muro ma, nella sezione Rami nel Cielo, diventa lo stesso cielo.

Che cosa rappresenta il muro, così ricorrente in queste fotografie? Fondamentalmente ha due significati: da un lato esso è un punto di riferimento e protezione, un solido appoggio che permette di aprirsi allo spazio circostante, a orizzonti più vasti, a nuove esperienze; dall'altro il muro è qui visto come supporto degli avvenimenti.

Innanzi tutto di avvenimenti emotivi, acquei: ed ecco allora che le crepe diventano lacerazioni, ferite emotive, e la gamma dei verdi e dei blu, che ha permeato la pietra e il cemento, richiama il flusso acqueo delle emozioni.

Allo stesso modo il muro si fa supporto di avvenimenti psichici, aerei: sogni, fantasie, immagini. Ed è sempre grazie al muro che può avvenire la proiezione dell'ombra, la quale necessita di una superficie solida per essere vista.

Ancora il muro accoglie la luce del sole - l'elemento fuoco - , riflette i colori caldi di un tramonto estivo, si illumina, si riscalda. Infine il muro stesso richiama la solidità dell'elemento terra e della terra accoglie l'umidità, e ne supporta muschi, piante, radici, che ne modificano l'assetto originario. In questa prospettiva il muro diventa quindi luogo di conoscenza e anche punto di partenza.

Partenza per dove?

Per una nuova visione ed esperienza delle cose, che nasce dalla conoscenza degli avvenimenti, interiori e esteriori; che nasce dalla frequentazione delle ferite emotive (foto 1-5); dalla visione dell'ombra (foto 6-13); dal silenzio e dalla purificazione della neve (foto 14-16); dal districarsi di nodi emotivi e grovigli di pensieri che conduce al manifestarsi dell'intuizione e alla capacità di leggere i segni (foto 17-19) per poi approdare a nuove visioni e prospettive del paesaggio circostante (foto 20-24).

Ecco allora che paesaggio esteriore e paesaggio interiore si somigliano, si compenetrano, si influenzano a vicenda. E in essi si confrontano il vecchio e il nuovo, la luce e l'ombra, il pieno e il vuoto, il passato e il futuro.

La conclusione di questo percorso, è data dalla fotografia in bianco e nero che porta il numero 24: siamo giunti al punto d'arrivo di questo tragitto e già si delinea un nuovo punto di partenza. Per quale direzione, non è ancora chiaro. La solidità, la fermezza e la conoscenza date dal muro e dalle scale permettono di avviarsi verso un percorso nuovo, che tuttavia rimane ancora misterioso. E il bagliore e l'intensità della luce fanno presagire che sarà lo Spirito a guidare i prossimi passi di questo percorso. Lo fanno presagire, ma soprattutto, lo fanno auspicare.

Marinella Grosa

 

 

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