Come in altre occasioni, prendendo spunto da uno scambio di mail, si è ritenuto utile pubblicare sul sito ciò che Aliberth considera non sue semplici opinioni, ma un vero e proprio insegnamento, che ha il fine di sondare la coscienza ed arrivare alla chiara visione della Realtà Ultima. Questo articolo prende spunto da una lettera di una amica che fa riferimento alla difficoltà di comprendere la stessa Realtà Ultima… “Sebbene gli esseri senzienti siano impermanenti, tuttavia la loro natura di Buddha è eterna e immutevole”. Nirvana Sutra XXX.- Buon giorno Al. Puoi spiegarmi questo: Man mano che i nostri offuscamenti sono sempre più purificati, si dice che alla fine vedremo il nostro maestro spirituale, il nostro lama, come un Nirmanakaya supremo, che è in possesso di tutti i segni: e cioè, i trentadue maggiori e gli ottanta minori, a prescindere dal risultato da lui raggiunto. Quando abbiamo raggiunto quel livello, anche se lui, o lei, fossero all’Inferno, vedremo il nostro lama come un Nirmanakaya supremo. Che ne dici tu? Aliberth:- E’ semplice. Quando la nostra mente sarà diventata 'pura', le forme non saranno più viste con la 'pesantezza' del nostro giudizio e della nostra usuale abitudine a concettualizzare... quindi, perfino il nostro Lama (cioè, la persona a cui teniamo di più), verrà vista come NIRMANAKAYA (cioè, solo come un'apparenza, come un 'corpo di manifestazione') e non più come una persona fatta così e così, grande o misera, illuminata o ordinaria, ecc. In pratica, significa che il valore dell'insegnamento che il maestro ci ha dato è ben più alto del modo in cui egli si possa comportare (con noi e/o con altri...) Ti è charo? XXX- Si certo. So che quando siamo arrivati a questo punto non abbiamo più bisogno di insegnamenti, ma l’avere un maestro che poi va negli inferni, che insegnamenti avrà mai potuto darci? Sicuramente, il Buddha lo ha detto per farci capire meglio il nostro stato mentale. Cambiando discorso, per curiosità, di che colore è il tuo cuscino di meditazione? Aliberth:- Si, può essere di certo un'esagerazione... la pur remota possibilità che, una persona che sia stata un maestro, possa in seguito meritarsi l'Inferno (a causa di sue grosse rivoluzioni mentali karmiche - e in alcune storie si legge di certi casi simili) può essere probabilmente solo il fatto che la nostra mente samsarica lo considera possibile, mentre nella vacuità, ciò è come un sogno inesistente... Cuscini di meditazione ne ho avuti due, il primo era grigio e si è consumato col tempo. Quello che ho adesso invece è nero... - quello di Cristina era rosso... ed è ancora utile e valido nella nostra saletta (lo usa Maria…). XXX- Penso che anche la mia natura di Buddha sia permanente, e non sono all’inferno in questo momento, ma non reputo di essere all’altezza di un maestro e di insegnare… Aliberth:- Non ti reputare mai come un maestro (nemmeno io mi reputo tale…), però quando ti verrà data l’occasione di insegnare agli esseri umani la via di uscita dalla loro sofferenza, vedrai che ne sarai all'altezza... XXX- Vorrei insegnare più con l’esempio che con le parole, io non so esprimermi tanto bene, è questione di Karma. Prima mi arrabbiavo molto per questo, adesso non mi fa né caldo né freddo. Tutti mi dicono che voglio dire troppe cose insieme, ma per me non è così. Da piccola, sono andata in coma due volte, perciò penso che qualcosa mi sia accaduto al cervello. Mio figlio dice che ho solo un neurone che nuota nella vacuità. (Comunque, mai parlerò così bene come fai tu. Tu scrivi cose valide e comprensibili, tu sei nato per insegnare…) Aliberth:- Può darsi che ora sia così. Tuttavia, non sempre ci riesco bene e con tutti... Alcune persone mi fanno sentire utile ed in grado di aiutarle, altre invece se ne vanno via e mi danno l'idea di non aver capito nulla... e questo mi lascia un pò dispiaciuto, perchè è come un dottore che non riesce a salvare la vita al paziente... XXX:- Ti assicuro che non è colpa tua se quelli che se ne vanno via non hanno capito nulla. Io capisco più le cose che scrivi tu che quello che scrivono gli altri, tanto che nel tuo sito quando leggo qualche articolo che non è tuo, non riesco neanche ad arrivare alla fine. Non mi prendono, anzi, a volte mi annoiano, sono vuoti, come quelle persone che recitano a memoria qualcosa. Tu a quello che scrivi ci credi, e lo hai anche vissuto. Perciò se se ne vanno, vuol dire che essi non sono pronti ad avere insegnamenti da te. Tu pensi di non essere un maestro per me? E’ una tua illusione. Te l’ho detto perché mi stressavi dicendomi di lasciare la tua mano, di andare da sola, e un mucchio di altre stupidaggini. Allora ho pensato: ora gli faccio credere che non è più mio maestro, così non mi stressa più e mi segue lo stesso. Ehehehehe, prenditi questa. Aliberth:- In questo periodo, sto completando la revisione di un bellissimo testo, mandatomi dall'autore... un prete buddista australiano del Buddismo Shin (che è un pò come il Buddismo Chan, però visto dalla parte ecumenica, cioè di una forma piuttosto religiosa, anche se ha molte attinenze con la visione spirituale ultima del Chan). Prima l'ho fatto tradurre da una mia allieva, che mi segue da dieci anni... Pensa che per tanti anni lei non ci aveva capito nulla (lo ha confessato lei stessa)... ora mi ha detto che finalmente sta cominciando a capire davvero il Dharma (ed infatti ha fatto una buona traduzione, a cui ho dato solo una aggiustatina, perché ho dovuto correggere qualche piccola imprecisione, ma tutto sommato è stata bravissima...). Appena finita la metterò sul sito.. (in due parti, perchè è un pò lunghetta)... si chiama "Call to the Infinite" (Il Richiamo dell'Infinito)...(vedi: http://www.centronirvana.it/articolididharma97.htm). XXX:- Lo leggerò. Comunque, hai avuto costanza con quest’allieva, meno male che non l'hai mandata via come hai tentato di fare con me diverse volte, così è arrivata a capire. Se tu l'avessi mollata, sarebbe stata lì a vagare nel mondo, a continuare a non capire niente. Questo ti deve servire di lezione, perché se uno non capisce non vuol dire che non capirà mai. Ognuno ha il suo Karma che va rispettato, e se si AMA si deve avere molta pazienza. Aliberth:- Si, vero... ma la differenza è che lei se n'è stata seduta li buonina buonina, venendo alle lezioni ogni settimana per dieci anni.... Ogni tanto lei mi ha fatto qualche domanda chiedendo un chiarimento sulle cose che non capiva. Però, non è mai stata aggressiva nè prepotente, ma sempre molto dolce e remissiva... Io, diverse volte le ho detto che doveva diventare un pò più audace nel chiedere, e lei pian piano lo ha fatto... Poi ha studiato molto anche da sola... Insomma, è stata davvero una buona e brava discepola. Comunque, tutti i miei studenti in qualche modo sono diventati molto più mansueti ed umili, dopo che hanno visto che, quando erano aggressivi, io gli facevo vedere la loro aggressività e, se non accettavano che io glielo facessi vedere, allora lasciavo pure che se ne andassero. Così, quelli che non se ne sono andati, sono diventati buoni discepoli, mentre di quelli che sono andati via non so più nulla. Spero almeno che essi abbiano cercato altri maestri...) . Ma anche tu sei una buona discepola... devi ancora solo imparare a non essere troppo pretenziosa e ad accettare serenamente quello che avviene. La vita è uno specchio. Quando tu sei gentile, il tuo insegnante è gentile, quando sei aggressiva anche il tuo insegnante diventa aggressivo... questa è una sacrosanta verità, perchè la stessa cosa avviene tra noi e il mondo fenomenico... (il mondo è lo specchio della nostra mente...). XXX:- Secondo me, però, non sono mai stata aggressiva. Semmai, ritenevo che fossi tu che cominciavi sempre aggredendomi con molta educazione, per far vedere che non era aggressività. Io non ho l’età delle tue allieve che sicuramente avevano paura di te. Con Thamthog Rimpoce avevano tutte paura, chissà perché, ma a me non mi ha fatto mai paura, ed a volta lo provocavo e lui lo sapeva, ma mi conosceva. Sapevo che lui diceva che un tavolo era verde, sapendo che era blu. Tanti dicevano: “Se il maestro dice che è verde, deve essere verde”. Io invece dicevo: “No Rimpoce, è blu, perché dice che è verde?” Gli piacevo perché ero combattiva. Un giorno mi ha chiamato e mi ha messo la kata al collo, giorno felice per me. Quindi, se tu aspetti che io abbassi la testa a tutto lo che dici e fai, puoi aspettare in eterno… Penso quella tua allieva di cui dici che solo adesso ha capito il dharma. Non è che non lo capiva, è solo che non lo sentiva, che è tutta un’altra cosa. Adesso che comincia a sentirlo, partirà alla grande perché tutto l’insegnamento che le hai dato ce l’ha dentro. Auguri di cuore a lei. E tu, non pensare più a quelli che non ti vogliono ascoltare, pensa quelli che ti ascoltano e ne traggono vantaggi, è meglio la qualità che la quantità. C’era un maestro zen che dopo lunga camminata se fermò in un paesino e disse a tutti che era li per dare insegnamenti sul dharma. Il primo giorno il tempio era pieno di gente, ma andando avanti c’erano sempre meno persone, e alla fine ne era rimasto solo uno. Il maestro gli disse: “non posso fermarmi per una sola persona, portamene almeno 40”. Il giorno dopo arrivò al tempio e trovò l’unico allievo con 39 pupazzi di paglia seduti. Allora, il maestro gli disse: “Mi hai ingannato, ho detto persone non pupazzi…”. E il discepolo gli rispose: “Se io ti portassi tutte quelle persone, pensi che esse ti ascolterebbero meglio di questi pupazzi?” E così il maestro rimase a insegnare a questo unico allievo. Aliberth: Sicuramente, questo discepolo si illuminò… Anch'io una volta ero come te, pur se, in un certo qual modo, un po’ lo sono ancora. Ma ora sono più diplomatico... Non mi interessa più di fare il protagonista... se c'è un galletto che vuole combattere con me, adesso gli giro le spalle e me ne vado via... (una volta ci saremmo beccati fino alla morte...) ehehehe, ed è questo che mi ha fatto capire che la mia mente finalmente è cambiata... Però, per il Dharma, a volte sono costretto a fare il "duro" con le persone "dure", ma solo quando però vedo che hanno la stoffa (come fece con te Thamtong Rimpoce). E allora, a volte con una bastonata zen, altre volte con un po’ di zuccherino, e qualche volta con il menefreghismo, cerco di portare avanti il mio aiuto verso tutte le persone meritevoli. Ti mando i miei saluti…
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