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Patrizia Rosini

DUE IPOTESI ANGELICHE

   

    

I.

Il mio primo incontro angelico avvenne a circa 11-12 anni, quando una malattia grave ma alquanto rara mi colpì. Avevo infatti contratto la rickettsiosi, originata dal morso di una zecca infetta, che si manifestò con una specie di febbre malarica con macchie sparse sul corpo.

La mamma mi portò all'ospedale, ricordo che c'era lo sciopero dei medici perché in pronto soccorso il personale era ridotto.

Avevo la temperatura corporea che superava i 40°, però ero lucida. Mi visitarono e, dopo vari consulti, decisero che avevo un'appendicite in peritonite e mi rifecero salire sulla lettiga che mi avrebbe portato in sala operatoria.

Ma improvvisamente entrò un medico, che ricordo ancora perfettamente ma che il personale del pronto soccorso – a giudicare dalla sua sorpresa – non conosceva. Questo medico, una volta entrato nella stanza, si avvicinò direttamente a me e mi chiese se avevo degli animali in casa. Io risposi che oltre al cane avevamo pure dei canarini, e a questo punto si rivolse a mia madre chiedendole espressamente di portarmi subito all'Ospedale Spallanzani di Roma (dove curano le malattie infettive), perché il male che mi aveva colpito era ben diverso da una peritonite.

Ricordo ancora le espressioni stupefatte delle persone presenti. Ad ogni modo si affrettarono a portarmi in ambulanza al citato ospedale dove mi salvarono la vita.

Il dottore uscì da quella stanza e nessuno ha mai saputo dirci chi fosse.

Si notino tre particolari:

1) quel medico non si rivolse mai a parlare con le persone presenti nella stanza, parlò solo con me e con mia madre;
2) il chirurgo presente non fece obiezioni a quanto lui disse, eppure prima mi aveva visitato ed era convinto della peritonite;
3) mi trasportarono subito allo Spallanzani in ambulanza, senza esitare neanche un secondo.

Gli occhi profondi di quell'Angelo che mi salvò sono ben impressi nella mia memoria ed ebbi l'impressione di averlo conosciuto da sempre.

Certo si può obiettare che è solo una mia opinione quella che vede l'evento come un incontro angelico, però anni dopo quegli occhi profondi mi guardarono di nuovo...

   

II.

Nel 1997 fui operata per la seconda volta, al mio ginocchio destro, per una condropatia. L'operazione avvenne in anestesia epidurale [*] e l'ortopedico che svolse l'intervento chirurgico è un amico della mia cara sorella Claudia.

[*] Inizialmente, due settimane prima, si era deciso che la mia operazione dovesse essere fatta in anestesia totale. Solo  successivamente si decise di effettuarla con anestesia lombare, in quanto qualche giorno prima della mia operazione era morto un giovane paziente che, durante un intervento simile al mio, era stato sottoposto ad anestesia totale.

Per una serie di circostanze, l'anestesista che mi avrebbe dovuto assistere fu sostituito da un collega giovane ma alquanto isterico nel relazionarsi con gli altri. Fu bravissimo nell'effettuare la puntura lombare ma purtroppo l'anestesia non fece l'effetto sperato, e io gli feci presente che spesso dal dentista dovevo sottopormi ad una seconda puntura anestetica perché la prima non era sufficiente.

Mi aggredì verbalmente, secondo lui avrei dovuto dirglielo prima invece di fargli perdere tempo! A quel punto era passata già mezz'ora e mi fecero un'ulteriore puntura lombare. Mi sdraiai supina con una paura che cresceva in me sempre di più, sentivo Giovanni – il medico – che parlava ai suoi assistenti e chiesi all'anestesista come mai avevo ancora la percezione delle mie gambe. Quell'isterico, con rabbia, mi chiese di stare zitta, e come solo per pura cortesia (?!) mi avrebbe spiegato come esistano vari nervi che erano stati anestetizzati, lasciando però quelli del tatto vigili.

Come si potrà facilmente immaginare fui presa dal panico totale, ma accadde una cosa stupefacente!

L'espressione del viso dell'anestesista improvvisamente cambiò, si fece molto dolce e mi sorrise, i suoi occhi divennero di un colore grigio argento mentre mi diceva, con una voce indescrivibilmente melodica, che avrei dovuto stare calma. E accarezzandomi la testa mi chiese se volevo fare un sogno bellissimo.

Lo riconobbi: era senz'altro il mio Angelo, non sono capace di spiegarlo con le parole, ma lo avevo riconosciuto, anche se aveva preso le sembianze di quello scorbutico anestesista! Subito dopo mi addormentai, anche se non avrei dovuto e potuto visto il tipo di anestesia.

Al mio risveglio "molto forzato" vidi Giovanni che mi fissava spaventato, mi disse che durante l'operazione – in quel sonno che lui non si spiegava – mi lamentavo continuamente per il dolore che dicevo di provare.

Io mi sentivo splendidamente rilassata e tranquilla e con tanto di sorriso sulle labbra gli dissi di stare benissimo.

Mi chiesi se per caso i farmaci avevano in qualche modo interferito con ciò che mi era o avevo creduto fosse accaduto. Ma mentre mi facevano uscire dalla sala operatoria, il medico anestesista era rientrato nel suo "stato naturale" e con asprezza mi pose questa domanda: «Chi sei tu?  cosa mi hai fatto? Non sono stato più me stesso, mi sono sentito come se qualcuno avesse preso il mio posto!»

Gli sorrisi, alzai le spalle e gli risposi semplicemente che avevo rivisto il mio Angelo custode. Gli chiesi anche di venire nella mia stanza per spiegarmi meglio ciò che lui aveva vissuto. Venne più tardi, e mi disse: «Questa cosa mi è capitata in un momento particolare della mia vita. Quando lascio questa strada (quale!?), accade qualcosa che mi riavvicina (dove, a chi!?)».

Non aggiunse altro, se ne andò e non lo rividi più. Ho il suo nome scritto nella cartella clinica ma non ho avuto il coraggio di cercarlo.

La mia degenza fu molto breve, durante la notte che seguì l'intervento chirurgico non fu necessaria la somministrazione di antidolorifici, fatto strano per il personale paramedico della clinica, tanto che mi chiesero spesso di non usare eventuali miei farmaci per il dolore, perché non riuscivano a credere che il dolore proprio non l'avevo.

La mia riabilitazione fu talmente rapida che Giovanni mi disse di non aver mai visto niente di simile, forse – disse – se lo spiegava solo pensando che la mia voglia di guarire mi avesse aiutata a saltare alcune tappe che dovrebbero essere obbligatorie.

Camminai la sera stessa dell'intervento, che era avvenuto al mattino.

Spesso penso allo sguardo sbigottito di mia madre, che attendeva il termine dell'operazione fuori della stanza di degenza, e mi disse: «Ma che hai fatto? Sembri tornata da una passeggiata!»

E infatti lo confesso… quel giorno ero al settimo cielo!

Non credo di essere riuscita a raccontare la magia che personalmente ho vissuto in questi due incontri, spesso mi sono chiesta perché è capitato proprio a me.

E poi posso giustificare il primo incontro che mi salvò la vita… ma il secondo? In fondo la mia era un'operazione di una sola ora e per di più di routine! E allora quanti perché mi si affacciano alla mente, ma purtroppo non ho nessuna risposta.

   


Patrizia Rosini vive e lavora a Roma.
Un'esposizione virtuale di sue opere pittoriche era visitabile fino a maggio 2007 all'indirizzo www.patriziarosini.it. Ora una buona parte di esse sono su SuperZeko all'indirizzo www.superzeko.net/doc_patriziarosini/museum/00_LaPitturaDiPatriziaRosini.html.
Su SuperZeko sono anche pubblicati i suoi scritti Due ipotesi angeliche Tre sogni premonitori, Le due bambine, mentre all'indirizzo www.chiesadelgesu.org/html/d_documenti_sito_it.html#rosini se ne possono leggere gli interessanti studi storici Il Gran Cardinale Alessandro Farnese Jr, questione di date (novembre 2006) e Viaggio nel Rinascimento tra i Farnese ed i Caetani (aprile 2006).
Tali studi sono stati poi  peraltro rivisti e inclusi nel suo libro Viaggio nel Rinascimento tra i Farnese ed i Caetani, che l'ha impegnata per due anni in assidue ricerche e che viene proposto on line su SuperZeko. Una versione impaginata in maniera leggermente diversa è stata successivamente proposta nel sito Nuovo Rinascimento. Su tale sito sono stati in seguito pubblicati anche altri suoi studi sui Farnese, tra cui La malattia del cardinale Alessandro Farnese (Caprarola, luglio-agosto 1588) e Il volto di Clelia Farnese.
La rivista on line Etrurialand, nel numero di febbraio 2007 ne ha pubblicato l'articolo Le ultime ore di Paolo III.
A proposito dei suoi studi su Giulia Farnese il 20/11/2007 è intervenuta nell'ambito della trasmissione televisiva Atlantide su La7.  Rendiconti relativi a queste sue ricerche sono comparsi sul Corriere di Piacenza del 18/11/2007.
A fine 2010 è stato pubblicato il suo libro Clelia Farnese. La figlia del Gran Cardinale (Sette Città, Viterbo, 2010), ora su SuperZeko.
Con Danilo Romei ha pubblicato su Lulu.com a novembre 2010 i Documenti di Casa Cesarini e a luglio 2012 il Regesto dei documenti di Giulia Farnese.
A maggio 2012 su http://www.terraincognitaweb.com viene proposto il documentario su La vera storia di Giulia Farnese, in cui compare più volte nella sua veste di ricercatrice ed esperta.
 

  

 

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