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Alberto Fasano
VOLI OGNI SERA
(2006-2007)
Voli ogni sera con gli uccelli del crepuscolo.
Verde farfalla, giungi dall’ultimo raggio
e leggera ti posi sulla mia mano.
Sei sottile come il foglio dove disegno le tue ali sottili.
Ogni sera una nave t’attende nel cielo.
I miei sogni non sono più gli stessi da che ti conosco.
Erano agitati come temporali o scuri come grotte.
Ma adesso sogno te, piccola farfalla.
Sogno il mare in quiete che vola e sfiora le tue ali
e una nave che attracca ad un porto.
Ogni notte la stessa nave allo stesso porto.
Lontano, lontano una nube getta la sua àncora
e il cielo diviene mare e la nube nave.
La pioggia scende lenta. Il vento l’accompagna.
Il vento umido che rende l’alba una rosa pallida.
Dalla finestra entra un raggio di vento.
La pioggia s’abbandona.
Gli uccelli del crepuscolo fuggono.
Tu fuggi. Il vento umido t’accompagna.
Nel mattino attendo la sera per vederti volare
e le mie mani sono sole come due nubi nel cielo.
Io sono il navigante.
Salpo dal porto dove l’odore del mare è amaro
verso le tue mani sole come due isole nell’oceano.
In viaggio verso le tue ali che accarezzano le nubi.
Le nubi diventano la mia nave e le tue dolci ali il mio porto.
È nella notte che io divento vento.
Sei piccola nel cielo.
Le tue mani sfiorate dal vento. Le tue mani.
È nella notte che s’adagia la rugiada.
Le tue mani sfiorano le mie.
I tuoi occhi bagnati dalla rugiada. I tuoi occhi.
Qualche volta ti lasciai un foglio con un disegno.
In esso volavano le tue ali e si vedeva il cielo diventare mare.
Voglio accarezzare le tue mani
nel mattino nel pomeriggio
lontano nella lontananza.
Nella solitudine del mio porto amaro.
Quanto vorrei essere
spuma d’un’onda di mare
nube al vento nel cielo
un filo d’aria nell’erba
la frescura della rugiada
o il tepore d’una notte di maggio.
Quanto vorrei essere
sabbia umida in riva al mare
una foglia che vola
un’ala del silenzio
pioggia che viene giù
o neve che copre campi di grano.
Quanto vorrei essere
qualsiasi porzione di natura
che sfiora bacia
accarezza abbraccia
in qualunque istante
ogni linea del tuo corpo
che pulsa ansima
soffre ama.
Una nave.
La sua paura del mare.
Una nave d’acqua dolce.
Veleggiava nell’oscura vivacità del sale.
Mai partita, intimidita dalle onde.
Inesorabilmente già giunta a destinazione.
Il viaggio dei sogni. Dicevano.
Ma di sogno non c’era l’ombra.
E neanche il sole.
Non perché fosse già giunta la notte.
E la nave?
La nave aveva subito perso la direzione.
Fantasticava di divenire una pittura nitida
l’enigma di un pomeriggio d’autunno.
Ed invece, neppure salpata
aveva invertito la rotta.
Mai tracciata. Appena abbozzata.
E sola, la nave solcava l’acqua
d’un letto prosciugato.
Ferma. Non immobile.
Spinta in senso opposto
da un gelido vento
bagnato da gocce riarse di pioggia
che anticipavano la neve
d’un inverno ormai alle porte.
E la nave tornava
da dove non era mai partita.
Senza saperlo.
Ché non sapeva nemmeno dov’era.
Né tanto meno che c’era.
Durò poco il viaggio.
Il tempo d’arrivare a sera.
Non c’era ombra. E neanche sole.
Non perché fosse notte
quel pomeriggio d’autunno
nel quale d’una nave forse
rimaneva solo l’odore amaro del mare.
Alberto Fasano, nato a Torino il 29/3/1977, scrive poesie fin dalla prima adolescenza. Laureato in matematica, ha pubblicato insieme a Hisao Fujita Yashima nella rivista The Mathematical Journal of the University of Padua (cfr. http://rendiconti.math.unipd.it/, Published Volumes, 111, pp. 205-238) lo studio «Equazioni integrali per un modello di simbiosi tra due specie con diffusione e struttura di età: caso di pino cembro e nocciolaia», successivamente riprodotto nei Quaderni del Dipartimento di Matematica dell'Università di Torino (n. 21/2003, maggio 2003, on line all'indirizzo http://www.dm.unito.it/quadernidipartimento/2003/pdf/q21-03.pdf). Su SuperZeko ha pubblicato due raccolte di poesie: Parole sul confine del silenzio e Voli ogni sera.
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