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Articoli di Aliberth


 

Identità Sessuale e ILLUMINAZIONE:
E’ più facile da MASCHIO o da FEMMINA?

 

 
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Ad una lettera inviatami da un’amica, che mi chiedeva come mai nei Sutra e nei Testi Sacri si parli sempre di Illuminati di sesso maschile e se, secondo me, sia più facile illuminarsi avendo un corpo maschile piuttosto che femminile, mi sono permesso di rispondere in codesta maniera…

Cara amica… Io non sono affatto completamente d'accordo con quello che scrivi, nella tua interpretazione delle Sacre Scritture del Buddhismo. Anzi, a parer mio, ritengo che non ci sia alcuna differenza sostanziale tra un uomo ed una donna nella possibilità di raggiungere l’illuminazione, stando nel suo proprio corpo fisico. Tuttavia, mi viene da dire che qualche variazione di metodo c’è, e se nei Testi si dice che per un uomo è più facile raggiungere la mèta del lavoro spirituale è soltanto perché l’uomo può, e deve se vuole davvero riuscire, tacitare e inibire la sua ‘vis’ (forza) sia erotica che affettiva, ma soprattutto l’aggressività e la violenza. Una donna, invece, che può sembrare meno soggetta alle tentazioni della carne (pur se non ne è del tutto immune), deve riuscire a sublimare ed a tacitare il suo “senso-affettivo”, soprattutto ‘materno',che è appunto la difficoltà più ardua rispetto ad un uomo (dato che egli notoriamente è più ‘liberato’ da questo tipo di incombenza naturale). Perciò, ritengo che una donna, qualora riesca a superare questo handicap, sia perfino più portata verso l'illuminazione,addirittura più dei suoi colleghi maschi...

Certo che la cosa è,proprio per questo,APPARENTEMENTE più difficile per lei. Essa deve saper limitare (cioè,applicare al minimo...) il suo innato senso di attaccamento e di amore, il suo bisogno affettivo e materno, e la sua intima necessità di protezione da parte di un individuo forte (come appunto è l’uomo).

L'uomo, peraltro, ha anch’egli delle grosse difficoltà a tacitare la sua natura, proprio per la forte carica del desiderio sessuale,che vede nella donna l’'oggetto' della sua bramosia... Quindi, a differenza della donna che in qualche modo ne è già abbastanza libera, la difficoltà dell’uomo sta nel sapersi liberare soprattutto del bisogno sessuale e della visione della femmina come oggetto del desiderio... Pertanto, non è che sia poi così facile neppure per l’uomo.

Ora, se proprio si vuole disquisire sul perché nei Testi Sacri è riportata principalmente la maggior facilità dell’uomo a perseguire e ottenere l’Illuminazione, si dovrebbe capire che nell’antichità era molto più agevole per gli uomini lasciare la famiglia, e avviarsi verso la condizione di ‘monaci’, ovvero persone che vivevano da sole (monos), senza contatti con l’altro sesso, non avendo così incombenze di tipo familiare, o perlomeno potendoci rinunciare abbastanza facilmente. Cosa che per le donne oggettivamente era molto più difficile, se non impossibile. Tra l’altro, questo fatto della ‘maternità’, intesa come condizione obbligatoria, in quanto più ‘naturale’, provocava nella donna un’ulteriore ‘dipendenza’ alla visione più ‘materialista’ dell’esistenza. Cosìcché per la donna, proprio in base a ciò che è stato detto sopra, è forse stato sempre più difficile discernere tra 'realtà fenomenica' e 'realtà ultima',così da ostruirle ed impedirle, in un certo ovvio modo, la cosiddetta ‘visione’ spirituale e la capacità di sperimentare quella forma di ‘consapevolezza-auto-riflessa’, e cioè la capacità di ‘poter annullare la realtà esteriore’, e riportarsi al proprio interno, dimorandovi stabilmente.

A parer mio, il vero punto di unione tra i due sessi è quando NON C'E’ PIU' IDENTITA' DI SESSO...  E questo sembrerebbe che sia più facile per il maschio, ovviamente solo quando egli avrà ‘perduto’ la sua identità sessuale... Perciò, finché ci sarà l’ "IDEA" di essere una donna (o un uomo, ovviamente), allora l'illuminazione e la pace nirvanica è ancora molto lontana, sia per la femmina che per il maschio.

Il fatto che quasi tutte le tradizioni misteriche sembrino avvantaggiare il maschio è solo una impressione... In realtà, sono più avvantaggiati gli individui che hanno perso appunto la loro "identità sessuale". Infatti, in alcuni racconti zen si narra che insieme ai monaci maschi c'erano alcune rare monache, a volte descritte come ‘illuminate’, le quali venivano mostrate spesso come individui che non avevano più la loro idea di "essere-donne". Tutto qui... Per di più, in certi Testi si rivela perfino che, al fine di raggiungere l’Illuminazione, le monache donne avrebbero dovuto avere almeno un’altra vita reincarnandosi con un corpo maschile. Ovviamente, un corpo maschile con una ‘mente non-identificata’. Dato il fatto che l’uomo non può procreare, senza un corrispondente corpo femminile, se un individuo rinasce col corpo maschile, e però si astiene dal sesso, esso potrà diventare un idoneo contenitore per una mente che sia prossima all'illuminazione... Questo dicono i Testi... ed io non ho alcun motivo di non credere…

Ovviamente, uno in gioventù può esser stato anche un Dongiovanni, ma dal momento che poi fa il voto di castità, da quel momento la sua ascesi si fa assai più veloce, e per quanto i Testi possano dire la loro, credo che la cosa valga sia per l’uomo che per la donna… proprio perché, appunto, si abbandona la propria ‘identità-sessuale’.

Quindi, secondo me, anche una donna può ‘essere-uomo’ (pur mantenendo un corpo femminile) ma deve avere la mentalità da uomo... Un uomo che sia libero dal bisogno sessuale, ovvero dal comando dei suoi organi genitali. E se la donna è in grado di fare altrettanto, non c’è alcuna ragione per cui anch’essa non possa arrivare a ottenere la Liberazione dal samsara e dunque, l’Illuminazione.

Naturalmente, (e forse, più a questo si riferiscono i Testi), resta il fatto che la donna DEVE imparare a saper accettare mentalmente e silenziosamente anche le cose che lei non gradisce o non accetta, e questo è ciò che si intendeva quando si è fatto accenno al "senso femminile”, visto che parecchie donne non possono fare a meno di essere delle 'bastian-contrarie', di voler avere sempre ragione, di contraddire e contestare, non avendo una facile capacità di accettazione, di umiltà e di sottomissione... Ecco, quando una donna riesce in questo allora può illuminarsi... ma, ovviamente, anche l’uomo deve riuscire in questo. I Testi dichiarano che per l’uomo dell’antichità era più facile;ma io non credo che per l’uomo moderno sia così facile, e tantomeno credo che per lui sia PIU’ FACILE che per una donna. A meno che lui non sia già nella condizione di abbandonare la propria ‘Identità-sessuale’.

Al giorno d’oggi, invece, pare addirittura che gli individui vogliano acquisire ENTRAMBE le ‘identità-sessuali’, in alcuni casi rifiutando la propria, e assumendo l’identità sessuale del sesso opposto. Come potrà, in tal caso, essere possibile riuscire a ‘disidentificarsi’ dalla ‘identità-sessuale’, se in definitiva, uno vuole ‘provarle’ ed usarle entrambe?

Con l’occasione, mettiamo qui un articolo tratto da un quotidiano, in cui si può vedere che,siccome in natura le cose non sono poi così propriamente ‘determinate’, il fatto che si possa prima o poi arrivare ad essere bisessuali, oppure ‘neutri’, o generando un ‘terzo-sesso’ testimonia che ‘attaccarsi’ all’idea di essere maschi o femmine in maniera così assoluta è un grosso e deviante errore, che allontana sempre di più la possibilità dell’Illuminazione...

http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/ESTERI/maschio_femmina_genere_legge_sesso_germania_documenti/notizie/316450.shtml

BERLINO - Uomo e donna. Presto, in Germania, concetti superati: la definizione del sesso sarà facoltativa e nell'atto di nascita. Ove fosse 'indeterminato', se ne potrà omettere la precisazione e lasciar vuota la casella. Accanto ai classici 'm' o 'f' potrà eventualmente figurare una 'x' per indicare il genere 'intersessuale'.E' il primo Paese europeo a prevedere l'opzione. Finora adottata solo in Australia. Con la nuova legge il legislatore tedesco ha reagito a una sentenza della Corte costituzionale che ha riconosciuto come espressione dei diritti della personalità la distinzione fra il sesso «percepito e vissuto». Il nuovo diritto, precisa la SZ, riguarda la «intersessualità», diversa dalla «transessualità». I transessuali sono persone con un sesso definito, maschi o femmine, che si sentono però appartenere all'altro sesso e come tali voglio essere riconosciute. Gli intersessuali sono invece persone che non hanno precise connotazioni fisiche sessuali e sono comunemente definiti ermafroditì. Ma non finisce qui: la rivoluzione giuridica arriverebbe a portare con sè anche una sorta di rivoluzionamento semantico del linguaggio. «La dualità linguistica della nostra società è finita», d'ora innanzi si può rinunciare - propone Siebrichs - ai titoli di genere: in una lettera o un certificato non bisogna per forza indicare prima del nome 'Signore' o 'Signora', se ne potrebbe benissimo fare a meno se l'interessato è d'accordo.

 


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