Come in altre precedenti occasioni, anche stavolta prendiamo spunto da uno scambio di mail con una praticante di Buddismo, per esprimere il nostro punto di vista (che, poi è quello generato dalla nostra esperienza trentennale di studio e pratica del Dharma) riguardo all’interpretazione di vari elementi circa la “comprensione” del messaggio autentico del Buddha… DDD.: Caro Alberto, io penso che il mondo stia andando sempre peggio. E che tutti noi stiamo precipitando nell’èra più nera della umanità. L’odio, la violenza, la sopraffazione la fanno da padroni, si vede anche nelle piccole cose, non c’è bisogno di andare oltre, perciò dico sempre che le persone che praticano il Dharma non devono nascondersi solo nella meditazione, ma DEVONO venire fuori, farsi avanti, anche se non con la violenza, anzi, con la totale non violenza, ma farsi vedere. Perciò io penso che un Bodhisattva debba usare questo modo di comportarsi con le persone di questo mondo. Altro che obbligarli a capire cose metafisiche che non possono capire. La verità è che noi ci siamo… ed esistiamo! Aliberth: Ci sono due modi per essere dei Bodhisattva… Il primo modo è quello di tentare di migliorare il mondo e di provare a far essere felici le persone (questo modo appartiene ai primi cinque livelli (bhumi) del Sentiero del Bodhisattva, ed è quello a cui ti riferisci tu… L’altro modo, quello trascendente che però viene dopo i primi cinque bhumi e va fino all’ultimo livello, è quello di insegnare che il mondo esterno in realtà NON esiste, o meglio che esso è SIMILE ad un sogno e che quando finalmente uno si risveglia, il sogno finisce e per la sua mente, il mondo non ha più reale esistenza. In quest’ultimo modo non si opera SUL mondo, ma SOLO sulla Coscienza e le persone su cui si può operare sono Esseri ormai arrivati alla Comprensione della Non-Dualità e della Vacuità, ed alla Cessazione dell’Ignoranza che fa vedere alle menti ordinarie l’illusoria realtà mondana e che di conseguenza le fa soffrire. Ovviamente, tutti i bravi Bodhisattva devono operare in sintonia, cioè devono operare al meglio sulla Natura-della-Mente e non devono farsi la guerra tra di loro stessi (tipo, “Io sono un bodhisattva più bravo di te”, ecc.). Ogni buon Bodhisattva deve lavorare al SUO livello e finchè si è nel mondo degli esseri senzienti, si deve lavorare per aiutarli a superare l’Illusione (avidyà), cercando di spingerli a migliorare la loro mente. Quando, poi, questi esseri saranno avanzati ed emancipati, allora il Bodhisattva lavorerà per farli uscire dal sogno e riunirsi alla Mente-Buddha… Bisogna dire, purtroppo, che non è possibile accorciare i tempi di emancipazione se si vive lontani dall'insegnante... questa è la dura legge del karma e dei meriti... Però, potrebbe essere che tu abbia tanti altri meriti e quindi potresti essere una bodhisattva che aiuta gli altri in maniera pratica (cioè, secondo i modi del mondo, e dei primi 5 livelli del bodhisattva...). Tuttavia, non devi preoccuparti perché, se davvero con la tua pratica produrrai in te la Mente del Risveglio(bodhicitta), troverai presto un vero maestro vivente che può starti vicino... se non in questa vita, sarà nella prossima... Quando tu parli, ti riferisci alle persone (cioè, ti riferisci alla verità relativa), mentre io (così come è detto nei Sutra) mi riferisco alle "loro-menti" (cioè, alla Realtà Assoluta). Quindi, prima o poi, al modificare della loro mente, anche le "persone" dovranno modificarsi, ed entrare nella sfera della Coscienza... (e questo avviene quando l'essere ha raggiunto la "Comprensione"). Forse la vera differenza tra noi, cara amica, ma anche con tantissime altre "persone", sembra essere proprio questa: Le persone parlano dalla loro visione di realtà, ma Chi ha oltrepassato questa unica visione di realtà, parla da un punto di vista più elevato. Ed a questo punto, quest'ultima persona (o Livello di Coscienza, come sarebbe meglio dire) difficilmente potrà essere compresa, ed avere l'accordo da parte di persone che non hanno fatto l’identica esperienza... Al contrario, chi ha fatto l'esperienza può benissimo capire il livello di chi non l'ha fatta, perchè si rammenta del suo precedente livello... E' come se qualcuno che parla Italiano, impara poi a parlare in una difficile lingua straniera... Egli continuerà a capire la sua propria lingua, ma se cerca di parlare nell'altra lingua i suoi conterranei non lo capiranno... e potrebbero avere sempre da recriminare... Ora, tu dirai, "allora parla come gli altri ti possano capire..." Ma qui diventa vera la tua affermazione di cui sopra: "Non possiamo dare per scontato di comprendere i vissuti di qualcun'altro. Ciò che è vero per uno può non esserlo per un altro"... E quindi è come un cane che si morde la coda... e non se ne potrà venir fuori... Perciò, ritorniamo al Nobile Silenzio, come faceva il Buddha, quando tutti gli altri non lo capivano... Ancora una volta, questo è quello che la mente ordinaria recepisce... Nessuno ha mai detto di avere ottenuto i raggiungimenti che gli altri ci mettono in bocca... ma visto che i mortali continuano a non capire, e continuano a stare nella realtà relativa, da ora in avanti, mia cara amica, attiverò con te e con loro soltanto il Nobile Silenzio... Nessuno può dichiarare di essere 'diventato' illuminato, e tanto meno potrebbe farlo la mia umile persona... Ma resta il fatto che se non si può aiutare una persona a farla comprendere, è molto meglio ritirarsi in buon ordine, soltanto mettendosi a pregare che la mente di quella persona, possa prima o poi comprendere la Verità Ultima... Nel silenzio c'è molta più chiarezza e coscienziosità. Nel mondo, le parole vengono utilizzate come spade; accrescono ed acuiscono il senso di dualità e differenziazione. E pertanto, come praticante di Dharma, non mi sento più di utilizzare le parole (che dovrebbero invece aiutare le persone a prendere coscienza della Verità) come armi per combattere la erronea visione duale, e quindi ben venga il silenzio a far finire questa tremenda illusione delle menti. DDD: Scusa se insisto, Alberto, ma in un mondo dove tutti pensano di avere qualcosa da insegnarti e dove tutti si sentono maestri, dove tutti hanno qualcosa da venderti e dove tutti coltivano come miglior passatempo quello di convincerti di qualcosa, non importa cosa, pur di appagare il loro bisogno di prevaricazione, una vera grande novità sarebbe proprio che qualcuno sapesse astenersi da tutto ciò. Lì, veramente ci sarebbe qualcosa di serio da imparare "per me". Perciò inseguo il "maestro che non c'è". E questo è il motivo per cui amo Gampopa! ("La mente non manipolata è felice"). Aliberth: Mi fa piacere per te... A me invece è successo tutt'altra cosa. E’ successo che con l’applicazione del Dharma e con l’aiuto di qualcuno che si è prestato al servizio, dopo che a sua volta aveva anch’egli ricevuto il beneficio dell’insegnamento, la mia mente ha potuto vedere OLTRE questo mondo... oltre le convinzioni personali sulle persone che fanno questo o quello. E questa è una cosa che NON si può insegnare (ed infatti me la tengo per me) se non a quei pochi che sono in grado di comprendere con una mente silenziosa. Io la offro solo a chi cerca la stessa cosa... Affettuosamente, Aliberth
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