Proponiamo qui un altro dialogo generato tramite la rubrica ‘Posta’ di Facebook, in cui due o più interlocutori dibattono con interessanti domande e risposte che poi, ad una successiva rilettura, potrebbero diventare interessanti anche per altri lettori. Per questo motivo, visto che la cosa stimola il mio pensiero, mi sento spinto a postare sul sito questi dialoghi…. ZZ.:- Devo dire che il mio primo approccio con le persone è di aggressività, e sono anche molto scontrosa. E’ la corazza che mi sono creata per difendermi dagli altri, dal loro amore, odio, antipatia, critiche ecc. Quando in uno dei tuoi messaggi mi hai detto di non tormentarti più, mi è arrivata una sorta di illuminazione, mi sono chiesta a che mi serviva ancora questa corazza? Perché continuo a difendermi, perché non lasciavo tranquillamente di poter essere amata, odiata, disprezzata ecc.? Perché non riuscivo a lasciare indietro il passato, l’infanzia, l’adolescenza e tutto il resto, e vivere il presente con quello che mi donava, buono o brutto che fosse. Poi, con il Dharma, un po’ di comprensione l’ho acquisita e così adesso non sono più sola… Ho meditato per tre giorni su questo e dopo ti ho chiesto la pace, tu non mi hai risposto, ma so che me l’hai concessa. Adesso, finalmente, alla mia età ho trovato la mia vera identità, il mio vero carattere, non sapevo di essere così dolce, il tuo sottinteso “va all’inferno”, anche se in un certo qual modo educato, mi ha aperto questa porta che pensavo fosse chiusa per sempre. Te l’ho detto che c’è un karma che ci lega, sicuramente tu hai riso di me sotto i baffi, avrai detto: “questa è matta, ma guarda un po’ cosa mi capita….. mi ci mancava proprio questa”… Ti mando un abbraccio…. Aliberth:- Adesso mi sembra che stai un po’ esagerando... Non ti ho mai mandata all'inferno (neanche col pensiero), ma è vero che la tua pressione mi pesava... Però, se la mia durezza ha fatto in te questo miracolo... beh, vuol dire che è servita... come un koan zen.. meglio così. Ora, però, ti spiego una cosa (sperando che tu la prenda nel modo giusto...). Parlare, raccontare le proprie idee, avere interscambi con persone che riteniamo gradevoli (in ogni senso) è una cosa bella. Però, dobbiamo anche imparare a saperne fare a meno... a saper vivere ed esistere in solitudine, senza avere persone da odiare o da amare, senza parole da dire o da non dire... Noi siamo sempre protesi a far capire agli altri (o anche ad un solo altro...) quanto siamo bravi, quanto ci piace essere capiti, quanto vorremmo la stima e la gratificazione... Forse nemmeno ce ne accorgiamo, ma proprio il fatto che facciamo così sta a dimostrarlo... Ecco, in questo posso darti un piccolo insegnamento... Quando andavo da un mio Maestro (Raphael, dell'Advaita Vedanta) lo adoravo, e non vedevo l'ora di essere di fronte a lui per fargli sapere la mia stima e per sentire da lui il fatto che io fossi un bravo discepolo. Lui non mi dette mai questa soddisfazione, ma un giorno mi chiamò e mi disse solo queste parole... "Sappi, che io sono te e tu sei me... quindi che bisogno c'è che tu desideri vedermi e parlarmi?". Io rimasi di sasso... e immediatamente capìi ciò che voleva dire... Da allora, non cercai più di avere un posto di privilegio davanti ai maestri, ma neanche davanti alle persone comuni... ecco com'è nata la mia volontà di isolamento... Nel nostro cuore intimo c'è già tutto, inoltre ci si dovrebbe preparare al GRANDE VUOTO, quello che incontreremo quando questo sogno illusorio cesserà. Altrimenti, se non ci prepariamo già adesso a ciò che accadrà al momento della nostra morte, la sofferenza e il rimpianto saranno davvero troppo grandi… Un caro abbraccio... ZZ.:- Tu non ti rendi conto che sei molto avanti, che le fasi preliminari le hai superate, io non voglio dimostrare niente, non ho niente da dimostrare, quello che sento per te l'ho detto e non devo continuare a dirlo, nè dimostrarlo. In questo momento so che mi sto comportando egoisticamente, mi preme di avanzare e da sola non ce la faccio, ma se ti creo troppa pressione mi ritiro; si vede che è mio karma, che in questa vita devo arrancare da sola anche se non combinerò niente… Nella prossima vita, se rinasco con "questo prezioso corpo umano" spero che il mio camino non sia difficile come adesso. Tu non hai colpa di niente, vuoi solo la solitudine, dentro di te gia c’è tutto, e non hai bisogno più di niente. Ma mi sono promessa: quando il mio attaccamento per te avesse cominciato a disturbarmi mi sarei ritirata, ma vedo che non c'è bisogno di aspettare. Che la tua vita sia sempre migliore, e che diventi presto un Bodhisattva (sono individui che con coraggio hanno dedicato la loro intera esistenza a un'unica meta: realizzare il bene di tutti gli essere senzienti. Un elemento essenziale di questo impegno di lavorare per gli altri è la determinazione a rimanere volontariamente nel ciclo dell' esistenza, invece di cercare semplicemente la propria personale liberazione). Devi sapere che io ho fatto il voto del Bodhisattva, probabilmente è la cosa che ho fatto con più convinzione. Può darsi che a te basti il nirvana, a me no. Aliberth:- Si... so cos'è il Voto del Bodhisattva... e l'ho fatto anch'io... ma poi mi sono chiesto... e perchè si deve aiutare solo UNA persona? Perchè solo alcune? Perchè solo molte e NON TUTTE???? Allora, ho capito che per aiutare TUTTE le persone dovevo, prima di tutto, evitare di far loro danni in qualunque modo, per esempio anche con l’evitare di imporre il mio pensiero, la mia presenza e il mio aiuto temporaneo che, alla lunga, potrebbe diventare ingombrante... Comunque, alla fine, anche tu hai ragione, così come (vista dal mio punto) ho ragione io... Finchè uno non sente di essere TUTTI, si sentirà sempre uno che va in cerca di tutti... Soltanto quando uno si sentirà TUTTI, non avrà più necessità di cercare nessUNO! Poi, quanto al nirvana, beh, arriverà anche per te...; basta soltanto che tu riesca a vedere il tuo stesso pensare e (se ci riesci...), a FERMARLO... Proprio quello è il nirvana... non ce n'è nessun ALTRO! Auguri per la tua vita spirituale... ZZ.: - Però, dal mio punto di vista potrei dire che a me tu stai facendo danno... Aliberth:- Macchè! Nient’affatto! E' la tua mente egoica che vede il danno... In altri giorni mi hai detto che io ti ho perfino aiutato.... bene... e se ora tu non mi permetti di distaccarmi da te, visto che PENSI che io ti faccia un danno, allora come si può essere VERAMENTE utili alle persone? Si è utili alle persone solamente dando loro lezioni di Dharma... ma se poi succede che quando hai dato loro la lezione, esse si offendono e pensano di ricevere un danno... Vedi, questo è un problema della mente e dell'EGO... Meditaci su... ZZ.: - Sento che sei troppo difficile per me, io non riesco a starti dietro, così mi stai facendo diventare matta… corro dietro di te, ma poi quando sto per raggiungerti mi manca il fiato e tu ti allontani, diventi irraggiungibile. Va bene, fai pure come credi sia meglio per te, ma dimmelo in parole chiare, non facendo il giro della piazza. Mi hai fatto sempre del bene e mi hai aiutata molto, è vero. Però, non puoi portarmi al mare per insegnarmi a nuotare, e poi ritornare a riva lasciandomi sola ad annegare. In ogni modo, non ti obbligo a niente, è una scelta tua, ma almeno dimmelo in chiare parole… Aliberth - Infatti, è proprio così... ma prima vorrei che tu leggessi questo articolo, che forse può spiegarti com'è il metodo-Chan... Se riuscirai a capirlo, saprai anche qual'è la mia risposta... La parte che vorrei che tu leggessi è proprio quella all'inizio... LA PREPARAZIONE CHAN di Aliberth (http://www.centronirvana.it/preparazione.htm) (Tratto dall'Incontro tenuto al Centro Nirvana di Roma, il 16/12/1999) “In uno dei nostri precedenti incontri serali, Micael, un ragazzo tedesco, mi ha chiesto: “Posso stare qui a conoscere il vostro metodo Zen? Io ho frequentato un corso di Soto Zen, però ho saputo che il metodo CH’AN propone qualcosa di diverso. C’è una istruzione preliminare per i nuovi?”. Ho risposto: “No. Il maestro Ch’an si comporta come quegli insegnanti di nuoto che, per insegnare a nuotare a un allievo, lo buttano direttamente in acqua. O imparano a nuotare o affogano”. Lui si è messo a ridere e ha detto: “Allora è un buon sistema. Chi non riesce a nuotare dopo che gli viene dato questo tipo di opportunità, vuol dire proprio che è negato, come tanti che possono essere avversi al nuoto”. Il Ch’an è così, o lo si capisce subito, scendendovi bruscamente dentro, quindi stando ben attenti a non generare false illusioni, false idee, false aspettative, oppure si continua a correre il rischio di stare a galla, forse, ma non di saper nuotare. Questo lo dico come anticipo alle contraddizioni che volta per volta sentiremo, ai paradossi che da più di mille anni hanno reso famoso lo Zen Cinese”. ZZ.: - Si, d’accordo che ci sono molte strade che portano alla liberazione e, secondo il proprio karma, la persona può essere pronta per fare un tuffo nel mare e rimanere a galla, o annegare. Ma ci sono anche persone per le quali questo tipo d’insegnamento violento non va bene, è controproducente. Le persone che percorrono altre strade ci metteranno di più, ma non avranno danni nella psiche e vivranno con più serenità. Chi è pronto, beato lui, può avere un approccio più deciso e determinato: “adesso o mai più”. Ma penso che anche le circostanze della vita possono dirigere verso l’una o l’altra scelta… Aliberth: - Perché dici che l’insegnamento del Chan è ‘violento’? Quando al mattino ci si sveglia dal sonno, qualcuno può svegliarsi di botto e alzarsi subito, a qualcun altro piace restare nel dormiveglia, svegliandosi pian piano... Ma non si può dire che chi si sveglia di botto abbia un risveglio VIOLENTO! Semmai, può essere improvviso e un po’ brusco, ma non certo violento... Dunque, è senz’altro una questione di karma, ma per carità, non dire che chi rimane in questo samsara non avrà danni nella psiche e vivrà con più serenità… Anzi, è proprio tutto il contrario! Come può la mente davanti alla Realtà Assoluta continuare a gingillarsi in questo illusorio samsara????? Scusami, ma era giusto precisare... ZZ.: - Va bene, scusami tu... La parola ‘violento’ forse non è esatta. Tuttavia, non è la stessa cosa risvegliarsi dal sonno notturno, e risvegliarsi dal sonno dell’illusione…, è molto, ma molto diverso.... Aliberth:- Infatti… perciò non direi proprio che il Chan sia un tipo di insegnamento ‘violento’, ma al contrario è addirittura invidiabile e desiderabile. Risvegliarsi dal sonno illusorio della vita samsarica è molto, molto più importante del nostro solito e abituale ‘risvegliarci’ al mattino dal sonno notturno. Ma l’esempio deve servire per far capire la differenza tra un sentiero graduale ed un sentiero finale, grazie ad una Illuminazione Improvvisa… A che serve perciò continuare ad avere la mente imprigionata in un corpo samsarico che è condizionato e obbligato a dover nascere, ammalarsi, invecchiare e morire, ancora e ancora, fino a che uno non si RISVEGLIA definitivamente?
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