Articoli di Aliberth


 

La PRATICA della CONSAPEVOLEZZA
 

 
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Aliberth, come in altre occasioni, prende anche stavolta spunto da uno scambio di mail con uno studioso auto-didatta di Dharma Buddista, per esprimere il suo punto di vista (che, poi è quello generato dalla sua esperienza trentennale di studio e pratica del Dharma) riguardo all’interpretazione della Prajna, o ‘Consapevolezza’ secondo le istruzioni dell’Advaita-Vedanta e del Chan……

 

Mail di Giuseppe: Ciao Aliberth. Devo dirti che per me è DURA..., ma voglio fare il possibile; La cosa che sento più importante (ora) è riuscire a sviluppare un CENTRO DI GRAVITA` PERMANENTE. La disciplina alla quale voglio sottopormi è la seguente:

da Raphael: [...] In ogni caso, avete fatto l'esperienza di uno stato di coscienza spoglio di concetti e sapete così che la Realtà è al di là dei concetti. Ora, ciò che potete fare, è andare a fare un giro fuori e guardare gli alberi, guardare tutto ciò che incontrate, e osservare, ma senza concettualizzare. Quando passeggiamo, la nostra mente si mette a concettualizzare autonomamente. Non si accontenta solo di contemplare un albero, ma commenta: “Questo albero è grande, o piccolo, mi piace, non mi piace…” Quello che allora dovete fare, è contemplare senza concettualizzare.

E poco a poco, questo modo di fare può essere incorporato nella nostra vita di tutti i giorni, e così è la vostra coscienza che ora vi guida e non più i concetti. Per essere più preciso, possiamo chiamare questo “intuizione”, semplicemente per darvi un'idea di ciò che succede. [...]

E come anche tu suggerisci nel tuo articolo: ‘PRAJNA’ Reale e ‘IO’ illusorio’

Da Aliberth: [...]“Dall’irreale conducimi al Reale!”-; con ciò deve essere inteso che proprio il mondo così com’è, la realtà così com’è, la parola così com’è potranno dare l’apertura alla Prajna, l’Occhio Divino della Saggezza. Ciò sarà veramente possibile quando si sarà operata la rivoluzione e l’introflessione della mente, andando oltre il pensiero istintivo, meccanico ed abituale. Soltanto allora il Ch’an può aprire la strada al potenziale segreto della Mente e della Coscienza Superiore: la strada che porta all’attingimento del Nirvana! Dobbiamo quindi arrivare ad una visione totale, a 360°, non solo sul vacuo mondo dei fenomeni esterni ma, soprattutto, sul nostro mondo interno, sul nostro spazio mentale ove nascono e muoiono tutte le nostre attività psichiche ed i nostri pensieri immaginari. E’ questo il luogo ove risiede la nostra “vera” persona, il nostro vero Essere e, con la meditazione, noi impariamo a restare in questo vero Essere, a far emergere la splendente Prajna, a fruire del suo benefico potere Illuminante ed a diventare veramente utili nei riguardi degli altri esseri umani. [...]

Mi sembra di capire che: la PRAJNA è uguale alla VERA COSCIENZA (e/o alla CONSAPEVOLEZZA)…

Sono giorni che ci provo. Se riesco a pizzicare il pensiero al momento della sua apparizione, osservandolo con distacco esso non si sviluppa; scompare e viene sostituito da un fischio… Esso è come un fruscio nelle orecchie simile ad una brezza, al soffio del vento che muove le foglie degli alberi. Viceversa, a volte mi ritrovo nel bel mezzo della chiacchierata mentale meccanica e compulsiva, rendendomi conto che mi sono fatto fregare per l’ennesima volta...

Sono sicuro che i Patriarchi del CHAN stanno aiutando me insieme a tanti altri. Sara` quello che sarà e,  se non ci riuscirò questo significa che ho perso il treno… e perciò, sarà quindi alla prossima. Ora voglio “solo” sviluppare l’abilità di ascoltare e di assecondare la PRAJNA..., o quantomeno provare.

Sperando di non rompere troppo frequentemente (con queste mail) il tuo Silenzio... Ti auguro una buona serata. Giuseppe.


 

Risposta di Aliberth: Ciao Giuseppe... Non ti preoccupare se rompi il mio silenzio... Nel caso che avvenisse, dipenderebbe solo da me, cioè dalla mia in-consapevolezza. Non sono i rumori esterni, nè le intrusioni nella mente che disturbano il silenzio... ma solo (come dici tu...) il nostro venir... fregati. Se siamo sempre consapevoli della nostra mente, di come essa è in funzione, allora il silenzio non viene interrotto. Anche se corrispondiamo ai fenomeni, se li vediamo, li ascoltiamo e li tocchiamo, se la nostra mente rimane consapevole di ciò che fa, o di ciò che pensa, la Prajna non viene spodestata... anzi, si ravviva e si rafforza...

Da come tu scrivi, sembrerebbe che la tua Prajna (o meglio, la Prajna della tua mente-coscienza) a volte arrivi un pò... in ritardo. E infatti, tu stesso fai la distinzione tra quando sei immediatamente consapevole di "essere-consapevole", e le volte in cui "ti accorgi" DOPO di 'esserti fatto fregare per l'ennesima volta'...

Questo sta a significare che la consapevolezza-Prajna era presente, ma tu non l'hai considerata, non eri attento, e dunque, essa ti informa dopo, della tua disattenzione... capisci? Perciò, mi sembra che la situazione non sia poi così drammatica... Tu devi soltanto aumentare l'attenzione... cioè, devi essere PIU' attento alla tua possibilità di DISTRAZIONE...
Questa è la pratica della Consapevolezza, come pure la pratica della mente-Chan... Continua questa pratica, insisti e vedrai che pian piano la tua mente si abituerà al tuo sforzo di ATTENZIONE e, dopo, essa sarà in grado di attuare spontaneamente questa pratica, divenuta ormai una nuova abitudine.... Vale a dire, che imparerà a spostarsi spontaneamente dall'irreale (= distrazione, inconsapevolezza) al REALE (= Prajna consapevolezza, presenza,...) Auguri cari... Aliberth