Articoli di Aliberth


 

LA PAURA DI “NON-ESSERE”…
 

 
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  Spesso, nella nostra mail del sito www.centronirvana.it, arrivano delle lettere che, pur essendo in qualche modo private e personali, possono, alla luce di una successiva rilettura, diventare interessanti anche per altri lettori. Per questo motivo, visto che la cosa stimola il mio pensiero, mi sento spinto a postare sul sito questi dialoghi….

 

(Continua il dialogo letterario con Giuseppe…)


Aliberth: Ma dimmi, Giuseppe, come va dalle tue parti con la pratica spirituale? Frequenti qualche gruppo... oppure sei un 'cane sciolto'? (nel senso che lavori da solo, perchè hai già assorbito quello che serviva)?

Giuseppe: Si, caro Aliberth, io mi sento (e forse anche lo voglio) un vero e proprio mastino napoletano sguinzagliato... Dall’infanzia ad oggi, nessuna cosiddetta`pratica  spirituale, nessun corso di ricerca interiore, nessuna scuola, nessun maestro (quando mi si parla di disciplina mi si annebbia la vista); io, solo con me stesso (e nessuno con cui parlarne) a leggere libri e riflettere sul senso della vita. Il mio unico compagno era
Osho con i suoi libri... E’ stata una infanzia da ribelle, come si suol dire. Provavo avversione verso qualsiasi tipo di autorità. Però, con gli amici, quelli veri, è sempre stato un bel rapporto; mai di dipendenza.

Ho frequentato l’Istituto Industriale che mi ha fruttato un diploma e, di conseguenza, l’attuale lavoro di tecnico programmatore di processo presso una multinazionale dove si producono i cosiddetti chip usati nei PC, telefonini, automobili, nelle apparecchiature mediche, etc.etc. Quegli anni sono trascorsi fra una marachella e l’altra. Tante assenze scolastiche ingiustificate per via di quelle passioni con quella ragazza carina del corso di chimica, o quell’altra dell’istituto magistrale difronte la mia scuola...

Spesso, nello zaino mancava il libro di elettronica, ma mai quello di Osho (divoravo i suoi libri che compravo con la paghetta settimanale). A volte ripetevo i concetti che leggevo per farmi bello... ma poi però mi rendevo conto che laddove parlavo di consapevolezza... le ragazze si annoiavano mentre quando parlavo di amore... me le compravo... (ma non sono la stessa cosa?)

Dopo il diploma, nonostante l’avversione verso l’autorità, decisi di arruolarmi come carabiniere e fu una bella sorpresa; non mi pesava mettermi sull’attenti e ripetere: Signorsì, comandi, agli ordini... sentivo di essere colui che pilotava quella divisa che curavo con tanta meticolosità; pistola e manette sempre tirate a lucido... eppoi la magica Roma, dove ho prestato servizio (eeeehhhh, avevo 20 anni...!). Quello è stato un periodo ricco di esperienze, alcune amare e altre dolci (ma forse, solo nutrimento per l’ego). Godere dei favori e del prestigio della divisa...

Mia moglie l’ho conosciuta da carabiniere. La vedevo così minuta, fragile, ingenua…. Le voglio bene. Dice spesso di amarmi ma penso, anzi sono sicuro, che soffre per questo mio carattere chiuso, scostante, battagliero; le ripeto spesso: io sto bene solo con me stesso. Insieme riempiamo di coccole e attenzioni il nostro pupo di 7 anni, che è un bambino speciale! Nei suoi occhi azzurri (come la madre) vedo davvero il riflesso dell’Infinito.

Spesso mi sentivo come un pesce fuor d’acqua... quando si parlava di cose qualunque, come il calcio, oppure di attori/attrici prefereiti, di tutti i piccoli e grandi progetti della gioventu`. Non me ne fregava nulla. Tanti anni in questo modo, solo, ma innamorato della Natura che mi attraeva (e tutt’ora mi attrae) come un potente magnete. Appena potevo, scappavo in compagna o in montagna, e sedevo senza pensieri; mi piaceva sentire i rumori della natura, come i pulcini che pigolavano richiamati dai coccodé di mamma gallina. Era bellissimo essere presente - senza pensieri…

Poi l’estate: il bagno nel fiume (la campagna costeggiava un fiume poco distante: acqua pura e cristallina dove nuotare e galleggiare con la mente pulita; poi, a mezzogiorno, il sole a picco che mi asciugava e risvegliava l’appetito, ed ecco l’ovetto di mamma gallina... Hai mai bevuto un uovo fresco praticando un buco su una estremità ed un’altro più piccolo sul lato opposto (per fare entrare l’aria, altrimenti non esce nulla..)? Quando si mangiava insieme, ben volentieri mi adattavo alla cucina vegetariana (buona oltre che salutare), ma ti confesso che preferisco il piattone di fettuccine al tartufo nero e funghi porcini (sai qui in Abruzzo se ne trovano) con quella ciclopica bistecca fiorentina cotta ai ferri e nascosta sotto i broccoletti; quelli amari che coltiva mio suocero e che ben si sposano con il nostro rosso Montepulciano. Poi chiudo il tutto, ovviamente, con due tirate di sigaro toscano.

Qualche tempo fà, ho pubblicato un sito ed ho conosciuto persone, alcune delle quali sono diventati buoni e fidati amici; persone vogliose di condividere il loro essere (‘vero’ o ‘falso’ che fosse) con altri. Ed ora, eccomi al presente a sintetizzarti tutto d’un fiato quella che ho creduto essere la mia vita. Ora, sono preso da importanti prove da superare (roba solo mia, non di famiglia, non di salute, né di problemi con la giustizia e il sociale). Quella roba che ti acchiappa tuo malgrado e ti trascina sull'orlo di un precipizio. Dietro le spalle scompare anche la strada di ritorno e il terreno comincia a cedere sotto i piedi;  o si impara a volare o ci si aggrappa ad un paracadute (se c'è)…, oppure si cade. Tuttavia, non mi perdo d’animo e mi àncoro a quel luminoso Puntino di Consapevolezza che sento dentro. Non l’ho ancora realizzato, ma ora mentre scrivo, sento che mi fa bene pensare: comunque vada, non è nient’altro che un sogno... !

Aliberth: Caro Giuseppe, mi hai fatto vivere il film della tua vita. E' bello il modo come lo hai descritto. Ma, ormai da tanti anni, io non mi emoziono più... nemmeno al mio stesso film. Che peraltro, ormai non seguo neanche più... Ho chiuso con tutti i film, e sono solo in attesa del 'ritorno a casa'...

Da come ti descrivi e dall'enfasi con cui ancora parli di te - come persona - arguisco che non hai più di 50 anni... è vero? Se tu avessi incontrato Alberto quando aveva meno di 50 anni avresti dovuto - per reazione - sorbirti la storia della SUA vita (cioè il mio film). Ma ora, alle porte della settantina, non ho più né la voglia, e forse neanche la forza - di parlare molto di me e del mondo. Perciò te lo risparmio. Tuttavia, devo dire che sei una bella persona... probabilmente avviato prima o poi a dover conoscere il tuo VERO ESSERE (cioè, quello senza la storia) e a quel punto, vedrai che anche tu, pian piano, diminuirai il desiderio di parlare di te e di conoscere le storie degli altri... Ma non ti crucciare, va bene così, ora è giusto che tu esprima quello che senti e che provi... ed infatti lo fai... Ma ripeto, va benissimo così... Le cose sono quelle che sono e fintanto che la mente non oltrepassa la "Barriera senza porta", essa continua ancora a vedere QUESTO mondo... (o meglio, essa continua ancora a vederlo secondo i suoi parametri...). Non mi prolungo oltre, altrimenti cadrei in contraddizione con quel che ho detto, ma sono contento che tu sia mio amico e mi auguro anche che prima o poi, - maestro o non maestro - dottrina o non dottrina - tu possa entrare nella PORTA DEL CHAN... Un caro abbraccio e tanti auguri per la tua emancipazione spirituale...
Giuseppe: Buongiorno Aliberth; mi rincuori. Si, è vero, io ho 43 anni, e per me il film appare ancora una realtà e, ancorchè da anni ho cominciato a dubitarne, desideri e paure continuano a pilotare la mia vita.

Ora eccomi con il CH'AN... attraente e vibrante dietro le tue parole che mi spingono verso la "Barriera senza porta", mi attrae ed al contempo mi spaventa… Mesi fa (e altre volte, prima)  ho vissuto questa esperienza: Ero al letto che dormivo, poi, tout court, mi sono reso conto che era il mio corpo a dormire mentre “qualcos'altro” era sveglio. Cercavo in tutti i modi possibili di muovere quel corpo, volevo accendere la luce ma era come se avessi dimenticato come fare a muovere il braccio. Nessun riferimento spazio-tempo, nulla a cui aggrapparmi, ero senza colui che dice ‘io’...

Non sò quanto sia durato, ma poi quando il braccio si è mosso e finalmente sono poi riuscito ad accendere la luce, ero di nuovo io, ansimante ma capace di muovere gli arti ed il corpo. Mi sono spaventato al punto tale che poi ho pensato: “Beh, se è questo lo stato dell'Essere decantato dagli Illuminati, che se lo tengano loro!” Ma come vedi, eccomi qua, ancora voglioso di...

Ora faccio una proposta ad Alberto (no ad Aliberth ) Prima che te ne ritorni a casa... prima o poi (meglio poi.. che fretta c'è): ti andrebbe di assaggiare un bel vino rosso di mia produzione? Ti avviso però che è roba tosta...  Che ne pensi di questa "filosofia" del nostro amico Osho: Zorba il Buddha? Cin-cin... alla salute, amico mio…

Aliberth: Si, è vero, Giuseppe… Quello che tu hai sperimentato è lo stato 'senza-mente' o 'senza-ego', ma, purtroppo, poi te lo sei ricordato quando il tuo ego (cioè, tu, proprio tu come individuo...) è ritornato,  e allora è l'EGO che si è spaventato, non l'ESSERE che lo aveva sperimentato... Ma, evidentemente, lo hai provato troppo presto (cioè, senza avere una vera preparazione spirituale, vale a dire, senza una base di dottrina e pratica costante della meditazione e senza un insegnante che ti martelli costantemente colpi di Chan...)

Quando e se ottempererai a questa base spirituale solida, anche andando presso un valido maestro, allora vedrai che non ti farà più paura, ed il tuo Ego, finalmente ne resterà "stupefatto" e si ammansirà, comprendendo che "prima che i tuoi genitori - e tu stesso - nascessero"... il tuo "volto originale" era proprio QUELLO! Cioè, quello che tu hai sperimentato è l'assaggio del ‘ritorno a casa’...

Comunque, è evidente che se il tempo ancora non è pronto, neanche tu puoi essere pronto... Vedi, gli Illuminati (come li chiami tu...- io li chiamo 'Coloro che hanno avuto l'esperienza e NON NE HANNO PIU PAURA'...) sanno che "quello" è lo stato REALE, quello che essi erano prima di venire al mondo come persone ma, soprattutto, quello che essi saranno dopo la sparizione del corpo. E' il Punto di Consapevolezza, che è diventato il TUTTO... Essi sono pregni di una costante Consapevolezza stabilizzata che ha ridotto il loro Ego a semplice strumento funzionale - un pò come un braccio, o una gamba - che funzionano si, ma solo al comando della coscienza (coscienza, che prima era totalmente invasa dall'energia dell'Ego...). E, la differenza con i comuni mortali è che essi non hanno più paura...

In ogni modo, fai bene a vederla come la vedi... il tuo momento non è arrivato - e non è detto che arrivi già in questa vita... Finchè c'è l’attaccamento alla vita ed alle sue emozioni, ciò non potrà accadere... Accadrà certamente in un'altra rinascita, in un'altra vita, in cui l'ente, cioè tu in un altro corpo, non avrai più paura di quella esperienza - anche senza che essa si ripresenti... perchè la tua mente COMPRENDERA' la verità...
Cin cin al tuo buon vino... io stesso, dato che ho ancora (per poco) un corpo e i sensi per apprezzarlo, finchè posso ne gusterò e godrò del suo bell'effetto... Diverso è il discorso del fumo... Io ho fumato per quasi quarant'anni (ricordi Nisargadatta?), però poi, circa dieci anni fa, ho sentito il mio corpo ribellarsi alla continuata ingestione di intossicanti... non respiravo quasi più, e la notte non riuscivo più a dormire... dopodichè, con grande forza d'animo, ho deciso di smettere e ci sono riuscito subito...

Quanto al tuo essere ‘cane-sciolto’… può essere significativo tenere in considerazione anche la mia personale esperienza al riguardo, che data ormai da diversi decenni. A differenza di te, io mi sono dato da fare, nel tentativo di capire i misteri dell’esistenza, andando di qua e di là, da un maestro all’altro e da una disciplina filosofica all’altra, come sembra essere istintivo per i tanti che aspirano alla spiritualità. E, sempre come tanti altri, l’unico vero giovamento che ne ottenevo, era quello di essermi creata una variante nelle mie attività giornaliere, una sorta di originale passatempo con precise scadenze per il tempo libero. Proprio come mettere un’altra testa sopra la mia testa, secondo quanto proclamato dalle famose sentenze dello Zen; e tutto questo è durato per anni, rimanendo nell’incapacità di comprendere, nonché continuamente sottoposto alle ineluttabili sofferenze dualistiche derivanti dall'obbligo di sottostare alla legge di Causa ed Effetto, e alla percezione condizionata dei fenomeni come se fossero reali e regolati dalla diversità degli opposti.

Ed infine, la precedente sofferenza psicologica, probabile testimonianza del cattivo karma da me accumulato in precedenti vite si è poi trasformata in intima gioia, grazie alla saldezza con cui la mia mente ha imparato ad affrontare le traversie della vita ed i numerosi inganni della rappresentazione egoica, sempre in agguato nelle nostre voglie mondane e nelle relazioni interpersonali. Questo tipo di felicità che risiede nel profondo della nostra mente, non si esprime perciò all’esterno con atteggiamenti appariscenti, ma si alimenta costantemente dalla constatazione che il nostro vero Essere è proprio quella esperienza di “Non-Essere” che tu stesso hai sperimentato e di cui hai provato paura. Ed è proprio quella ‘paura di non-essere’ che fa la differenza e che testimonia lo stato di comprensione di chi ha lavorato veramente dentro di sé con coscienza e sincerità. Cosa che ti auguro di fare senz’altro caro Giuseppe… Auguri!