Una volta, mi sono chiesto se il famoso detto “Quando il discepolo è pronto, il Maestro appare…” non fosse un po’ troppo categorico… Infatti, non potrebbe succedere che uno possa diventare un buon discepolo magari proprio dopo aver sentito parlare una persona saggia, che apre una breccia nella sua mente? E poi, chi è che può decidere se un individuo è da considerarsi ‘pronto’, e se qualcun altro è da considerarsi ‘maestro’… Non può esser condizionante, tutto ciò?C. Caro Aliberth, quello che dici è vero, però poi molto dipende da cosa ogni persona cerca... ci sono persone che si lasciano condizionare più di altre... normalmente, chi cerca certezze sarà più propenso a lasciarsi condizionare piuttosto che a sperimentare da sé... Certamente, se io cercassi certezze e verità... anche un Osho, od un Sai Baba sarebbe un condizionamento per me. Ogni cosa può diventare condizionamento...
Tanti maestri hanno cercato di diventare un mezzo affinché i discepoli potessero liberarsi dai condizionamenti... hanno suggerito tecniche di decondizionamento... ma quelle stesse tecniche di decondizionamento sono diventate un condizionamento esse stesse, anche se il maestro non aveva alcuna intenzione di condizionare nessuno. Ecco credo che da una parte ci sono coloro che usano gli insegnamenti al fine di condizionare... altri usano gli insegnamenti al fine di liberare... ma dall'altra parte, che uso viene fatto dell'insegnamento? Lo si prende come una verità senza indagare oltre? L'insegnamento o il decondizionamento lo uso come mezzo per indagare, oppure esso stesso diventa una verità e quindi un nuovo condizionamento? Ecco, credo che alla fine l'unica domanda utile per me stessa, sia questa... Un "vero maestro" sà che con il suo carisma condiziona i discepoli... Ad esempio, il Buddha prima di morire disse ai suoi discepoli che dopo la sua morte finalmente essi sarebbero stati liberi... Ed Osho, prima di morire, disse rivolto ai discepoli: ‘Voglio che voi cresciate come individui e che sviluppiate qualità, come l’amore, intorno a cui non si può erigere alcuna chiesa; come la consapevolezza, che nessuno può manipolare; come la celebrazione e la meraviglia che caratterizza gli occhi di un bambino. Voglio che la mia gente conosca se stessa, non che viva in funzione di qualcun altro. La strada è dentro ognuno di voi".
Aliberth (Centro Nirvana): Il Buddha, cara amica, disse ai suoi discepoli al momento del suo trapasso (parinirvana), più o meno, così: "Non appena io sarò andato, abbiate cura della vostra mente, siate sempre coerenti con l'insegnamento, trovate il buddha entro voi stessi e sarete liberi...". In pratica, come dici tu, egli li esortava a sganciarsi dall'idea di una dipendenza da un maestro esterno. Purtuttavia, agli inizi, un maestro esterno serve sia per se stessi (finché c'è una visione dualistica), che per poter portare poi gli esseri ad avere la giusta visione della Liberazione...
Interlocutore: Com’è stimolante questo argomento! In linea generale sono d'accordo anch'io con quanto asserito nei vari interventi. Tuttavia desidero puntualizzare (Sono ahimè, alquanto puntiglioso!) che avendo conosciuto da vicino certe tradizioni mistiche come quella dei Sufi, i quali, pur essendo col tempo divenuti musulmani, hanno una origine assai più antica, nelle stesse terre in cui si trovano oggi: intendo più antica anche di Platone e di Pitagora (il quale, come sembra, si trovò ad imparare pure dai maestri di quelle regioni). Riguardo la new age, essa non fa altro che riproporre gli antichi insegnamenti di ogni tradizione, anche se a volte in modo raffazzonato e un po' confuso, col grande difetto di promuovere l'idea secondo la quale il maestro "esteriore" non sarebbe necessario, avendo tutti noi già un maestro interiore! Condivido perciò il precedente pensiero del Centro Nirvana... e sono certo che anche C. sia d'accordo...
Secondo Interlocutore: Anch'io sono un pò puntiglioso... Si dice che Pitagora fosse stato iniziato dai sacerdoti Egizi e così pure Platone... il primo a promuovere quest’idea errata, molti decenni prima della ‘new age’, fu Rudolf Steiner con l'Antroposofia... seguì Krishnamurti, che pur essendo un Maestro a tutti gli effetti, sosteneva di non esserlo e di non dare alcun insegnamento, mentre Osho Rajneesh, più onesto, diceva non solo di esserlo, ma anche che all'inizio del Sentiero il Maestro è assolutamente necessario... Insomma, si é creata un po’ di confusione, e si sono diffuse idee errate. Cosa sarebbe stato Milarepa senza un Marpa? E Ouspensky senza Gurdjieff, il quale
lo tradì anche?
Interlocutore: Bene, caro amico, spero che per gli altri questa nostra "disputa tra studiosi" non risulti troppo noiosa! In realtà, vedo che si tratta solo di un confronto tra "liberi ricercatori". Le cose che scrivi corrispondono anche alle mie informazioni, che sono sia di natura esoterica sia storiografiche "ufficiali". Per quanto riguarda il Sufismo (ancora una volta!), ho conosciuto alcuni praticanti (discepoli) di diverse confraternite e scuole ed anche un maestro sufi, e tutti erano convinti che le origini "vere" di tale movimento fossero da ricercare nell’antica Mesopotamia dell'epoca di Zarathustra... Certamente molti grandi iniziati dell'antichità andarono anche in quelle terre per continuare la loro formazione, come Pitagora da te citato, e forse perfino il maestro Gesù... Concordo perfettamente sull'importanza del maestro: finché abbiamo un ego, non si può farne a meno!
Aliberth (Centro Nirvana):.... e purtuttavia, è vero che rarissimi individui nascono già pronti (cioè, senza un vero bisogno di maestri... se non dopo, solo per poter avere la certificazione...) Uno fu Ramana Maharshi, un'altro il Patriarca del Chan Hui-Neng, poi, lo stesso Gesù Cristo e Shankara, oltre allo stesso Buddha che, in effetti, raggiunse l'illuminazione solo DOPO aver abbandonato i suoi maestri, perché essi non riuscivano a dargli lo spunto per la Verità Ultima... Dunque, ce n'è per tutti i gusti.... ma, come ben dite tutti voi, il 99,99% degli esseri viventi ha senz'altro bisogno di un maestro... sperando però che sia un maestro che abbia già avuto la vera esperienza...
C. , Caro Aliberth, non e' nemmeno detto che solo il maestro che ha gia' avuto la vera esperienza possa condurti alla conoscenza... e' anche accaduto eccezionalmente che qualcuno abbia raggiunto la "conoscenza" attraverso un "falso guru"... ponendo la sua massima fiducia in quest'ultimo... si narra una parabola su Milarepa a tal proposito..
Aliberth (Centro Nirvana): Attenzione, Milarepa incontrò prima un maestro di 'magia nera' e non solo non si illuminò, ma addirittura divenne un terribile vendicatore e fece strage dei suoi familiari con cui era in contrasto… Però poi, capì (da solo, perchè aveva buoni semi) che non era quella la Via giusta, e allora andò in cerca di un Vero Maestro Realizzato nella Verità, e così incontrò Marpa, che gli fece vedere la Giusta Via e quindi si illuminò... (questa è la storia, almeno per come la conosco io…)
Interlocutore: E’ una storia meravigliosa quella tra Marpa e Milarepa, é l'emblema stesso del rapporto Maestro-Discepolo... un maestro di magia nera, che nel Tibet sono quasi tutti appartenenti al BONPA, l'antica religione sciamanista, può darti dei poteri, delle siddhi, ma ovviamente non può condurti all'Illuminazione, o al Nirvana... dico bene, Centro?
Centro Nirvana: Si... un maestro di magia nera può farti avere i poteri, che però funzionano solo in questo mondo, quindi nella MAYA = Illusione..., e non può farti comprendere la vera Realtà, cioè l'Assoluto... che non è limitato a questo Samsara, cioè il mondo mutevole, contingente e impermanente (come le nostre vite personali)... La vera Realtà è ben altra cosa... e non dura solamente una vita, ma è eterna e immutabile...
C.: Si caro Aliberth, non so quale sia la vera storia perche' io allora non ero presente ehehehehe… In ogni caso, ne esiste anche un'altra versione... che ho letto da qualche parte e se vuoi te la giro… Ma, a parte questo... trovi che sia impossibile che avvenga l'illuminazione attraverso un maestro non illuminato? La totale fiducia in quel maestro anche se non è realizzato (e però tu lo consideri realizzato), non potrebbe portarti alla conoscenza? Se così non fosse, allora vorrebbe dire che solo un maestro illuminato può condurti alla conoscenza...
Centro Nirvana: Mia cara C., se esistono altre storie su Milarepa onestamente non lo so, perché tutte quelle che io ho sentito erano tutte imperniate sulla stessa vicenda.. comunque, ribadisco, e ti chiedo di rifletterci... come si fa a portare qualcuno alla Verità, se prima non ci si è arrivati noi? Cioè, voglio dire, la Vera Realtà non è una idea fantasmagorica personale...Occorre che tutte le manchevolezze e le tendenze negative della mente si siano perfezionate e riassestate, ricomponendosi nella Visione Ultima dell'Unità tra tutte le cose esistenti... Dunque, se una persona (diciamo un certo tipo di maestro) non ha compreso realmente questo e non è compiuto nella giusta visione, come può insegnarlo a qualcuno, e questo qualcuno, come potrà comprendere qual'è la vera visione? Tuttavia, nel caso che questo dovesse succedere, (e nel Chan qualche rara volta sembra sia successo), è perché il discepolo è già pronto e predestinato, PIU' del suo maestro fasullo... ma questa è un'altra storia... Quindi, non nego in assoluto che ciò possa accadere, ma è molto raro e dipenderebbe solo dalla capacità innata del discepolo...
C.: Allora stiamo dicendo la stessa cosa :-) non esistono regole... tutto e' possibile ed entrambi gli aspetti hanno importanza... Un maestro non ha alcun potere se non c'e' un discepolo maturo. Quindi entrambi assumono importanza... sia il maestro che il discepolo… In fin dei conti, maestro e discepolo non sono altro che le due facce della stessa medaglia
Centro Nirvana: Si, infatti è così,... salvo che i discepoli pronti che trovano la Via del Risveglio sanno solo DOPO, di esser stati ‘discepoli pronti’... se si illudono di esserlo PRIMA, allora sono guai... Cioè, voglio dire che l'Illuminazione è uno stato che viene riconosciuto solo DOPO che si è superato lo stato dell'Illusione... e anzi, in realtà, non esiste proprio uno stato detto 'Illuminazione'. Esso è solo lo stato del riconoscimento della nostra precedente illusione, in cui la mente ci obbligava a credere alle idee, nostre o di altri, a cui noi purtroppo aderivamo senza una base di vera cognizione... e questo stato è riconoscibile solo in quanto è privo di una forma egocentrica di auto-riferimento... Soltanto quando la mente si è liberata dell'idea di 'individualità' e del 'desiderio di protagonismo', anche riuscendo a sopportare il fatto di venir messa in disparte o nel dimenticatoio, allora una qualche forma di illuminazione è arrivata... e quindi, si potrà dire di essere ‘pronti’, o come discepoli, o come ‘maestri’, che sono le due facce della stessa medaglia, come giustamente è stato detto…