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UPANISHAD DI GANAPATI
Testo sanscrito, traslitterazione e traduzione italiana della Ganapatyupanishad
a cura di Dario Chioli
NOTA INTRODUTTIVA
Tradussi la Ganapatyupanishad nel 1993 su sollecitazione del mio compianto amico Giancarlo Frassinelli, ricercatore dello spirito ed ottimo pittore, che ne voleva fare il commento ad una sua serie di tavole - bellissime quelle che furono completate - che vedevano come personaggio principale uno strano elefantino di nome Bisi Bak, che altri non era che la trasposizione pittorica di Giancarlo stesso.
Avendogli io ricordato che in India simbolo della sapienza era proprio un dio dalla testa di elefante, ovvero Ganesha (=Ganapati), insistette che gli traducessi dal sanscrito un testo che ne parlasse e potesse essere abbinato alle sue tavole. L'idea mi piacque e gli tradussi questa upanishad. La mia traduzione peraltro non era un granché, l’avevo fatta troppo in fretta e conteneva un congruo numero di errori di traduzione, che solo in seguito provvidi a correggere.
Quanto al progettato connubio pittorico-sapienziale, non ebbe infine modo di attuarsi, perché Giancarlo di lì a poco iniziò un doloroso processo che si concluse nella sua morte.
Mi ricordo il suo convinto entusiasmo quando, a lui così goloso, lessi il passo dove si dice che "Colui che sacrifica con mille dolci, quegli raccoglie il frutto desiderato".
E mi sembra di vedere lui, o il suo Bisi Bak, quando mi soffermo "sull'amabile, dal ventre prominente, dalle orecchie simili a ventagli sventolanti".
Le note alla traduzione - ora riveduta - le ho concepite estremamente sintetiche, intese a permettere la comprensione letterale del testo. Chi poi possiede la capacità dell'interpretazione anagogica, potrà entrare nel gran fiume (mahânadî) della propria aspirazione mistica, confidando, fuor d'ogni ordinaria sicurezza, nel Sole interiore, sempre in eclissi rispetto all'esperienza profana. Tale aspirazione costituisca così la perfetta invocazione (siddhamantra) che elimina il "grande ostacolo", che dissolve la "grande oscurità", così attuando nell'uomo l'unificazione delle potenze con l'apparizione di Ganapati, l'intimo padrone delle schiere delle potenze, il Signore della trasformazione operata mediante la gnosi.
[8.XI.1996]
NOTA SULLA PRESENTE VERSIONE ELETTRONICA
Per l'impossibilità di riprodurre altrimenti i font sanscriti ed i vari segni diacritici della traslitterazione, sono stato obbligato ad utilizzare il formato .pdf, leggibile con Acrobat Reader, programma che peraltro è freeware.
Per chi tuttavia non abbia voglia di scaricare la versione suddetta e s'accontenti della sola traslitterazione del testo, ho mantenuto anche la versione .html, che è stata la prima ad essere elaborata.
Riproduco infine le due pagine dell'edizione Shastri che contengono la Ganapatyupanishad.
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