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Rinaldo Küfferle

GHIRLANDA

(da: Poesie scelte, Bocca, Milano-Roma, 1954)

  

Una breve premessa

 

Rinaldo Küfferle nacque a Pietroburgo il 1° novembre 1903 e morì a Milano il 20 febbraio 1955. Fu poeta, narratore, traduttore, insegnante di russo. Profugo dalla Russia, ottenne la cittadinanza italiana. Era figlio dello scultore Pietro Küfferle (1871-1942), e marito della scrittrice Giana Anguissola (1906-1966).

Il suo nome è noto in particolare agli antroposofi, al cui ambiente apparteneva, essendo stato tra quelli che maggiormente diffusero il pensiero di Rudolf Steiner. Diresse tra l'altro a lungo per Fratelli Bocca Editori la Biblioteca scientifico-spirituale, mentre nel 1946  fondò la rivista Antroposofia. Rivista mensile di Scienza dello Spirito, che diresse fino al 1955.

È noto anche agli slavisti, dal momento che tradusse molti classici russi e che le sue traduzioni vengono riprodotte ancor oggi, e forse ai musicologi, visto che curò la versione italiana di molti libretti d'opera. 

Invece, destino comune ai russi dell'emigrazione (quella causata dalla rivoluzione bolscevica), risulta ai nostri caserecci letterati, per decenni asserviti ad un certo conformismo liberalcomunista, completamente ignoto come poeta e narratore. Lo stesso discorso che vale per tanti altri, come Anatolij Heinzelmann, che però se non altro scriveva in russo, mentre il Küfferle scrisse in italiano, e ottimo.

Lo citò, e così su di lui si espresse Ettore Lo Gatto ne La letteratura russo-sovietica (Sansoni-Accademia, Firenze-Milano, 1968, p. 472): 

«Anche in Italia come in altri paesi d'Europa si è avuto il fenomeno della totale acclimatazione di alcuni scrittori diventati scrittori italiani, come il Troyat diventato francese e il Nabòkov americano: ci riferiamo anche a scrittori più modesti formatisi in Russia, come Òsip Félin (Félyne) e Lija Neànova, che ebbero dopo la rivoluzione un momento di successo, ma soprattutto a due giovani figli di emigrati, cresciuti in Italia e in Italia tutti e due prematuramente scomparsi: Leone Ginzburg, critico di originale ingegno, cui si devono alcuni tra i migliori saggi di letteratura russa in Italia e Rinaldo Küfferle, nella cui ricercata arte di poeta e di narratore si sentono delicatamente fusi lo spirito della patria originaria con quello appassionatamente acquisito dalla patria d'adozione».

Nonostante tali parole, tuttavia, l'opera del Küfferle resta praticamente ignota. 

Così anche la sua poesia. Non tutta certo risulta eccezionale, ma una parte mi pare decisamente interessante. Non è adatta agli appassionati di poesia minimalista o a coloro per cui la poesia consiste nella descrizione delle proprie più o meno nevrotiche manie; la sua è una poesia antroposofica, tutta protesa verso una visione desiderata, attraverso rarefatte atmosfere che vorrebbero evocare nell'anima strade di mistero. Non si può leggerla come si legge il giornale o come si canta una canzonetta. Anche se, una volta accordatisi con lei, ha un suo peculiare ritmo che agevola il percorso.

Si potrebbe credere che, cessata ormai la contingenza storico-politica che imponeva di ignorare i russi dell'emigrazione, qualcuno potrebbe anche riproporlo, ma non so se sarà così. Purtroppo il mondo letterario italiano sembra trovarsi da un bel po' in uno stato avvilente, la poesia vi viene vissuta come un gioco di casta autocelebrativo, e la passione anagogica vi sembra svanita.

Giacché tuttavia la poesia non può ridursi a questo, infischiamocene e procediamo alla lettura della Ghirlanda.

Essa, come dice il nome, è composta in modo assai particolare. Ognuna delle prime dieci poesie (tutte di dieci versi raggruppati in due terzine e una quartina) riprende l'ultimo verso della precedente, mentre l'undicesima è composta dei primi versi (o ultimi) delle altre dieci. Diceva di questa forma poetica il padre Ireneo Affò nel suo Dizionario precettivo, critico ed istorico della poesia volgare (2a ed., Milano, 1824), chiamandola però Catena: 

«CATENA. Propriamente parlando, così chiamar si dovrebbero tutti que' componimenti, le strofi de' quali sono talmente obbligate, che le rime dell'una passino nell'altra, a guisa delle anella, di cui una catena s'intreccia. Tal è il Serventese, la Ballata, e la Terza rima. Ma per Catena altri più presto hanno voluto intendere una canzone a capriccio inventata, e regolata nelle sue rime in parte almeno al modo suddetto A me non piacerebbe per cagion d'una sola rima, o d'un verso obbligato attribuir nome diverso a qualsivoglia componimento ad arbitrio tessuto, onde vorrei piuttosto che tali catene si chiamassero semplicemente canzoni, e che non si chiamassero con differente nome le Corone, i Monili, le Ghirlande, ed altre siffatte cose poco tra loro dissimili. Per ritenere però il nome di Catena come generico, a cui si debbano le composizioni già dette riferire, dirò potersi far delle catene in due maniere. La prima è quando nella strofe si lascia un verso sciolto da rima, per riassumerla nella strofe seguente, come per attestazione del San Martino far soleva Gotto Mantovano, il quale lasciava sempre nelle stanze un verso scompagnato, cui egli chiamava chiave, facendogli poi corrisponder la rima nella seguente. Tale si è quella canzone di Torquato Tasso, appellata Monile, che comincia: Nel mar de' vostri onori. La seconda maniera è quando si obbliga ogni strofe a cominciar con quella medesima parola, verso, o mezzo verso, con cui termina l'antecedente. Di queste se ne leggono antichissime, e molte tra le poesie del B. Iacopone. Ne fece una lo stesso Tasso, e comincia: Illustre Donna, e più del ciel serena».

Dario Chioli
31/8/2005,
revisione 13/3/2008
revisione 25/8/2009

PER UNA RACCOLTA DEI DATI BIOBIBLIOGRAFICI RELATIVI A RINALDO KÜFFERLE

Su Küfferle si trova veramente poco: niente in libreria e soltanto qualche citazione bibliografica in Internet. Non è neppure nominato nelle antologie della poesia italiana che ho visto. Qui riporto quanto ho trovato; sarò grato tuttavia a chi vorrà fornirmene ulteriori notizie.

OPERE DI RINALDO KÜFFERLE

Poesia

  • Il pollice riverso, Tip. A. Vallerini, Pontedera, 1920 (33 pp.)
  • Le ospiti solari, La Prora, Milano, 1923 (edizione privata di poesie, in-8, 207 pp.)
  • Piccola biografia (cit. nei Canti spirituali, p. 6, ma non ho trovato altro)
  • Fuochi costieri, La Prora, Milano, 1934 (ed. numerata di 250 esemplari in-8, 107 pp.) [segnalazione di Pier Paolo Bonelli]
  • Disgelo. Poesie, I.T.E., Milano, 1936 (in-16, 94 pp.)
  • Incontro con Sofia, Bocca, Milano, 1941 (in-8, 120 pp.)
  • I Sogni, Bocca, Milano, 1942 (in-8, 112 pp.)
  • La Festa della dea Nerto: Mistero in un atto, Bocca, Milano, 1945 (109 pp.)
  • Le Muse, Martello, Milano, 1945 (in-16, 66 pp.)
  • Canti spirituali, Bocca, Milano, 1946 (in-16, 96 pp.)
  • Poesie scelte, Bocca, Milano-Roma, 1954 (in-16, 184 pp.)

Prosa

  • Leone Tolstoj maestro elementare, saggio, Istituto per l'Europa Orientale, Roma, 1929 (21 cm, 91 pp.)
  • Il Cavallo cosacco, racconti, La Prora, Milano, 1931 (in-16, 256 pp.)
  • Persone e personaggi, racconti, La Prora, Milano, 1934 (223 pp., cit. in Poesie scelte, p. 4)
  • Giuliano l'Apostata. Tragedia, Garzanti, Milano, 1933 (in-8, 190 pp.)
  • Cefalo e Procri, libretto per Ernst Krenek, Teatro Goldoni di Venezia, 1934
  • Il pericolo: appunti di romanzo, Minerva, Milano, 1935 (227 pp.)
  • Ex Russi, Treves, Milano, 1935, romanzo (19 cm, 336 pp., cit. in Poesie scelte, p. 4)
  • Piccola biografia, La Prora, Milano, 1938 (25 cm, 30 pp.)
  • La Festa della Dea Nerto. Mistero in un Atto, Bocca, Milano,1945 (in-8, 110 pp.)

Altri scritti (oltre alle varie introduzioni alle opere tradotte)

  • Introduzione a: Boris Zajcev, La vendicatrice, trad. di  O. Felyne, Bietti, Milano, 1930
  • Prefazione a: Lia Neanova, Forze oscure, Bietti, Milano, 1930
  • Introduzione a: Ivan Bunin, La giovinezza di Arseniev, trad. Valentina Dolghin Badoglio, Bietti, Milano, 1930
  • Introduzione a: M. A. Aldanov, 9 Thermidor. Romanzo storico della rivoluzione francese, trad. L. Ricotti, Universum, Milano, 1933
  • Nota all'Introduzione in: Rudolf Steiner, Cronaca dell'Akasha, trad. Lina Schwarz, Bocca, Milano, 1940

Traduzioni

Versioni dal russo 

  • Aleksandr Sergeevic Pushkin, Teatro di Pusckin, Unitas, Milano, 1928; Il Boris Godunov e le tragedie minori, Mondadori, Milano, 1936; Romanzi e racconti, Barion, Sesto San Giovanni, MI,1936 
  • Fëdor Mikhajlovic Dostoevskij, I Demoni, Mondadori, Milano-Verona, 1931; L'Adolescente; Il Giocatore; L'Orfana; Le Notti bianche
  • Nadezhda Lokhvickaja Teffi, Un romanzo di avventure, Bietti, Milano, 1932
  • Ivan Sergeevic Turgenev, Scene e commedie, Slavia, Torino, 1934; Primo amore, Bompiani, Milano, 1946; Padri e Figli, Mondadori, Milano-Verona, 1933; Alla vigilia: Nakanunie, Sonzogno, Milano, 1933
  • Ivan Alekseevic Bunin, L'amore di Mitia ed altre prose, Mondadori, Milano, 1934; L'affare dell'alfiere Elaghin, Sellerio 1993
  • Dmitrij Sergeevic Merezhkovskij, Dante, Zanichelli, Bologna, 1938; L'Atlantide, Hoepli, Milano, 1937)
  • Ivan Sergeevic Shchmeliov, Ciò è stato, Bompiani, Milano, 1945
  • Boris Konstantinovic Zajcev, Ricamo d'oro, Corbaccio, Milano, 1930; L'Athos, Bietti, Milano, 1933; Casa di Passy, Martello, Milano, 1950
  • Mark Aleksandrovic Landau (Aldanov), Sant'Elena, piccola isola, Bietti, Milano, 1930; L'ultima sinfonia, Minerva, Milano, 1935 
  • Aleksandr Valentinovic Amfiteatrov, La steppa incantata, Milano, 1933; Intorno al samovar. Umoristi russi moderni, Bompiani, Milano, 1931
  • Vasilij Semënovic Janovskij, L'altro amore, Bompiani, Milano, 1937; Esperienza americana, Milano, Ape-Corticelli, 1955
  • Vjaceslav Ivanovic Ivanov, L'Uomo, Bocca, Milano, 1946

Versioni dal francese

  • Jean Racine, Fedra

  • O. A. Inglez de Sousa, L'Uomo quale può esser conosciuto, Bocca, Milano, 1951

Versioni dal tedesco

  • Johann Wolfgang von Goethe, Versioni goethiane, Bocca, Milano, 1947; Ifigenia in Tauride

  • Rudolf Steiner, Massime, Antroposofia, Milano, 1946; La Porta dell'iniziazione: Mistero rosicruciano, Bocca, Milano, 1950; La Prova dell'anima. Scene di vita, Bocca, Milano, 1951;  Il Guardiano della soglia. Scene di vita interiore, Bocca, Milano, 1954; Il Risveglio delle anime. Scene di vita interiore, Bocca, Milano, 1954

  • Albert Steffen, La Tragedia della pace, Bocca, Milano, 1940; Hiram e Salomone, Bocca, Milano-Roma, 1954

Versioni su ritmi

  • Modest Petrovic Musorgskij, Kovànscina. Dramma musicale popolare in cinque atti, Sonzogno, Milano, 1953; Il Matrimonio; La Fiera di Sorocinzi

  • Nikolaj Rimskij-Korsakov, Zar Saltan; Sadkò. Leggenda lirica in sette quadri, Sonzogno, Milano, 1931; La Leggenda della città invisibile di Kitesc, Casa Musicale Sonzogno, Milano, 1933

  • Richard Strauss, La Donna senz'ombra; Il Giorno della pace; Dafne; Capriccio

  • Norbert Schultze, L'Uomo nero

  • Werner Egk, Peer Gynt

  • Max Donisch, Soleida

  • Albert Roussel, Enea

  • Igor Fëdorovic Stravinskij, L'Usignolo; Carriera di un libertino

  • Juan de Manén, Nerone e Atte

  • Arthur Honegger, Anfione

  • Arthur Honegger e Jacques Ibert, L'Aiglon

  • Manuel de Falla, El Retablo

  • Zoltán Kodá1y, Filanda magiara. Opera in un Atto, Garisch, Milano, 1933

  • Luigi Cherubini, Le Due giornate

  • Mikhail Ivanovic Glinka, Russlan e Ludmilla. Opera fantastica in 5 atti dal poema di A. Pusckin, Suvini Zerboni, Milano, 1946

  • Sergej Sergeevic Prokof'ev, L'Amore delle tre melarance, Garisch, Milano; Alessandro Nevski; Il Giocatore

  • Wolfgang Amadeus Mozart, Il Ratto dal Serraglio

  • Pëtr Il'ic Ciajkovskij, Eugenio Onièghin. Scene liriche in tre atti, Casa Musicale Giuliana, Trieste, 1954

  • Aleksandr Sergeevic Dargomyzhskij, Il Convitato di pietra

  • Rolf Liebermann, Leonora 40-45

  • Gottfried von Einem, Il Processo, da Kafka

  • Paul Hindemith, Novità del giorno, riduz. per il Teatro San Carlo di Napoli, 1955

[rielaborato da dati presi su Internet e da: Poesie scelte, Bocca, Milano-Roma, 1954, pp. 4 e 12]

STUDI SU KÜFFERLE

In  http://www.uniroma2.it/~mazzitel/ais/ais93-97.htm viene citato lo studio (che non ho visto):

Daniela Ruffolo, Vjačeslav Ivanov - Rinaldo Küfferle. In: Russko-ital'janskij archiv. Archivio italo russo. A cura di Daniela Rizzi e Andrej Shishkin. Trento: Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche, 1997, p. 563-601.

Alcuni dati su Küfferle si trovano nel sito http://www.russinitalia.it/. Alla pagina http://www.russinitalia.it/pubblicazioni/Mazzucchelli%202006.pdf, nel saggio di Sara Mazzucchelli La letteratura russa in Italia tra le due guerre: l’attività di traduttori e mediatori di cultura (Europa Orientalis 2006) si parla di Küfferle e ne vengono riprodotte parecchie lettere alla Mondadori; alla pagina http://www.russinitalia.it/archiviodettaglio.php?id=92 si descrivono a cura della stessa Mazzucchelli "14 lettere autografe inviate da Küfferle alla Casa Editrice Mondadori tra il 1933 e il 1936, quando lo scrittore e traduttore propone alla casa editrice alcune traduzioni in italiano di opere letterarie russe"; alla pagina http://www.russinitalia.it/ineditidettaglio.php?id=11 viene riprodotta una "Lettera di Rinaldo Küfferle a Vjaceslav Ivanov del dicembre 1931"; alla pagina http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=662 si comunica che è in preparazione una scheda su Küfferle.

Una giornata di studi intitolata a Rinaldo Küfferle: un grande mediatore di cultura tra Russia e Italia si è tenuta a Piacenza il 15 ottobre 2010 (cfr. http://www.liceorespighi.it/news/rinaldokuefferle [10/6/2011: link non più attivo]). [segnalazione di Riccardo Küfferle, figlio di Rinaldo]

GHIRLANDA
1.

Mentre tu crei, si celebra un mistero:
ogni ricordo, ogni presagio tace.
In chiuso cerchio gli attimi ristanno.

T'affisi là, dove l'umano affanno
è ricomposta, angelicata pace,
né più dei sensi langui prigioniero.

Fulgore insostenibile s'espande
e fluttua senza fondo e senza riva
al vertice dell'anima. La grande
luce s'addensa in una forma viva.

2.

Luce s'addensa in una forma viva
che infaticabilmente si trasmuta
e d'una in altra se stessa deriva.

La configurano incorporei gesti
d'artefici nascosti alla veduta
effimera. Non forse erano questi

i doni che al superstite promise
chi fra le stelle risalì leggiero?
Trascolora la luce in mille guise,
risuona, e si rifrange nel pensiero.

3.

Risuona, e si rifrange nel pensiero
la sostanza dell'opera nascente,
ancor sospesa fra la terra e il cielo:

meraviglioso fiore senza stelo,
dei tuoi giorni sofferti redolente
e di più alta vita messaggiero.

In te, uomo, si specchia il tuo passato
deterso già, quale agli Dei risulta,
e l'avvenire tuo prefigurato.
Epifania della bellezza occulta!

4.

Epifania della bellezza occulta
e della verità consolatrice!
Ne risfavilla l'anima e n'esulta.

Dolse pur dianzi in ogni cicatrice
la sua vita, avventandosi inconsulta
contro la sorte che ora benedice.

Le è reso in una gioia senza nome
il patimento, il verno in gloria estiva.
Lo spirito ora in lei s'accende come
raggio di sole in pura acqua sorgiva.

5.

Raggio di sole in pura acqua sorgiva
è il tremolio dell'ispirata forma
nel giuoco dei riverberi cangianti.

Puoi, contemplandola, ai fantasmi erranti
durevolmente imprimere la norma
della natura e far che il sogno viva.

Cosi il poeta la superna luce
nel chiuso tabernacolo consulta,
astro che nella buia anima luce,
pria che nel verso orma d'eterno sculta.

6.

Pria che nel verso orma d'eterno sculta
sia la sonora immagine apparita,
e l'anima, di sé fatta più adulta,

dal creatore spirito investita,
abbia dal grembo della zolla inculta
disprigionato il brio d'una fiorita,

vertiginosamente t'abbarbaglia
il vortice del lume sovrumano,
e mentre il folgorio gli occhi travaglia,
a volte, esita incerta la tua mano.

7.

A volte, esita incerta la tua mano
sulle corde ancor mute, e a quando a quando
ne dissuggella un preludiare vano.

Ruotano in alto melodie possenti,
e tu gemi, qual tronco venerando
sotto la furia giovane dei venti.

Intenso più che mai vibra nel cielo
del tuo concavo petto lo splendore,
ma te l'offusca un tempestoso velo:
oscure nebbie salgono dal cuore.

8.

Oscure nebbie salgono dal cuore,
commiste a cupe fiamme, a verdi lampi,
e tutto intorno ingombran l'orizzonte.

Fra il paradiso e te crollato è il ponte;
nei tumuli e nei rovi solo inciampi,
della tristezza tua vendemmiatore.

Speranze folli e sterili rimpianti
ti son risposta all'anelare umano.
O interminate, in nostalgia di canti,
notti d'attesa al bivio antelucano!

9.

Notti d'attesa al bivio antelucano,
passi perduti sopra ignote strade,
foreste che nereggiano lontano.

Uccelli strambi dagl'infausti lagni,
bagliore di meteora che cade
senza turbare il sonno degli stagni.

Un brivido ti serpe dentro l'ossa,
e sulle labbra la parola muore.
Di nuovo il sole i culmini, ecco, arrossa:
grazia su grazia nelle sacre aurore!

10.

Grazia su grazia nelle sacre aurore
largiscono al poeta gli Dei buoni:
l'oscurità s'illumina d'amore!

Torna a raggiare nel pensiero terso
l'iridescente forma in mille suoni,
e un'eco tu ne incanti ora nel verso.

Sul palpito del cuore e sopra l'onda
del tuo respiro lo scandisci intiero,
e fai che all'arte verità risponda.
Mentre tu crei, si celebra un mistero.

11.

Mentre tu crei, si celebra un mistero:
luce s'addensa in una forma viva,
risuona, e si rifrange nel pensiero.

Epifania della bellezza occulta!
Raggio di sole in pura acqua sorgiva,
pria che nel verso orma d'eterno sculta.

A volte, esita incerta la tua mano,
oscure nebbie salgono dal cuore.
Notti d'attesa al bivio antelucano,
grazia su grazia nelle sacre aurore!

  

 

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