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IL CORPO DELLA PREGHIERA

di Enzo Coffani

   

L'esperienza interiore di ogni atto di culto è ineffabile, e tentarne una descrizione può essere inutile e fuorviante, variando questa da individuo a individuo in ragione dei suoi limiti contingenti. In senso assoluto la fede, come ogni altra cosa, è un dono: «Ero un tesoro nascosto e ho creato il mondo per essere conosciuto» (hadith qudsi). Relativamente all'individuo il dono della fede può essere esperito come la coscienza della necessità di un'evoluzione interiore, della possibilità della medesima, e dell'ignoranza circa i modi per realizzarla. Da qui la necessità imprescindibile di un maestro cui affidarsi. Più accostabile discorsivamente è l'aspetto materiale dell'individuo, nella sua duplice valenza corporea e psichica, densa e sottile. Il sufismo considera corpo e psiche come due aspetti dell'energia e, come l'energia si diffonde tra poli opposti, così corpo e mente si rappresentano nell'oscillazione tra due polarità: inspirazione, espirazione; movimento, quiete; carica, scarica.

Alexander Lowen, allievo di Wilhelm Reich, è il padre di una scuola terapeutica chiamata analisi bioenergetica. La peculiarità del suo atteggiamento d'indagine consiste nella considerazione olistica delle manifestazioni dell'essere umano, riconoscendone l'identità funzionale corpo-mente e ravvisando in ogni disturbo mentale una precisa corrispondenza fisica. Ciò comporta, per conseguenza, che qualsiasi cambiamento effettivo nel pensiero, nel comportamento e nei sentimenti di una persona è condizionato dal cambiamento della funzionalità del suo corpo. A questo riguardo, le due funzioni corporee più importanti sono la respirazione ed il movimento. In una persona che abbia un conflitto emotivo entrambe le funzioni saranno disturbate da tensioni muscolari, inconsce e perciò croniche, che rappresentano la controparte fisica dei conflitti psichici. Questi ultimi, dunque, si strutturano nel corpo attraverso specifiche contrazioni muscolari profonde e, quando ciò accade, non possono trovare soluzione finché non si allentino le tensioni corporee. La limitazione della respirazione è il meccanismo adottato durante l'infanzia per reagire, desensibilizzandosi, a stati dolorosi allora innominabili ed intollerabili. Meccanismo purtroppo inconsciamente perpetuato durante l'età adulta.

Per limitare il respiro è necessario contrarre i muscoli: ecco la genesi delle suddette rigidità posturali che ben possono essere dette «il corpo dell'inconscio». È attraverso esse che le turbe psichiche si estendono nel tempo, dall'infanzia all'età adulta. Lowen stabilì tutta una serie di manovre ed esercizi per svincolare il corpo da questo particolare tipo di inibizioni funzionali: quando uno spasmo muscolare cronico si decontrae, prima di favorire una maggiore autoconsapevolezza (dovuta ad un guadagno di possibilità di movimento e ad una respirazione approfondita) evidenzierà alla coscienza l'emozione dolorosa che si era fin allora mantenuta ignota grazie all'inibizione della respirazione e dunque del movimento. Inoltre, a livello corporeo, possono verificarsi dolori nelle parti di esso precedentemente immobilizzate, proprio come dolorosa è la riabilitazione di un arto dopo l'ingessatura. Ogni struttura tensiva viene interpretata a  tre livelli:

1) la sua storia od origine nel periodo della prima e seconda infanzia;
2) il significato attuale in termini di carattere dell'individuo;
3) gli effetti sul funzionamento del corpo.

La vita umana pulsa tra i suoi due poli, uno collocato all'estremità superiore del corpo, la testa, e l'altro all'estremità inferiore. Possiamo assimilare il movimento verso l'alto al protendersi verso il cielo e il movimento verso il basso allo scavare nella terra. Dal nucleo energetico del corpo, il cuore, il flusso di energia si espande verso la testa, in direzione della coscienza, e verso il basso, in direzione dell'inconscio. Lungo queste due direttrici di diffusione dell'energia è frequente si sviluppino anelli di tensione che ne perturbano la diffusione armoniosa. I più ricorrenti sono localizzati alla radice del collo e nel cingolo scapolare, nel diaframma, nel pavimento pelvico e nei muscoli motori dell'anca. È a causa di ciò che la pulsazione energetica, invece di essere un continuum tra i due poli, darà origine a gruppi di forze antagoniste, a coppie antitetiche di funzioni che saranno percepite in conflitto anziché in armonia tra loro. In questo modo, la spiritualità verrà vissuta in opposizione alla sessualità, la mente rispetto al corpo. I sentimenti di fede come l'affermazione di se stessi, il protendersi verso il mondo, il piacere,la sicurezza, l'equilibrio si pervertiranno trasformandosi in ostilità, fuga, disperazione, insensibilità, colpa. Coloro che hanno un fede autentica si distinguono per una qualità immediatamente percepibile: la grazia. Una persona che ha fede è aggraziata nei suoi movimenti poiché la sua forza vitale scorre con naturalezza e liberamente attraverso il corpo. È aggraziata nelle maniere poiché non resta abbarbicata al proprio ego o al proprio intelletto, alla propria posizione e al proprio potere.

In quest'ottica puramente materiale vorrei considerare due pratiche devozionali precipue dell'Islam: la preghiera canonica e il rito di rammemorazione (dhikr) dei sufi. La prima si compone di quattro posizioni:

a) ritto in piedi, con i piedi paralleli e le mani raccolte in grembo;
b) inclinato, con le mani appoggiate alle ginocchia;
c) prosternato, con le mani all'altezza delle orecchie, braccia staccate dal corpo, e fronte e naso che tocchino terra, così come le dita dei piedi;
d) inginocchiato sui talloni.

Tutte e quattro le posizioni prevedono che il corpo sia in una posizione di perfetta simmetria. Nelle posizione eretta i piedi paralleli permettono il rilascio di tensioni a carico del pavimento pelvico e dei muscoli motori dell'anca. La posizione inclinata favorisce una profonda respirazione addominale, mentre quella prosternata facilita la respirazione toracica allentando, per il fatto che il peso poggia parzialmente sulla fronte, le tensioni alla base del collo e del cingolo scapolare.

Il dhikr è un rito collettivo che prevede l'invocazione ritmata di formule devozionali. Dal punto di vista fisico il corpo dell'orante è investito da vibrazioni sonore ed egli stesso ne emette. Inoltre, le diverse invocazioni risuonano in diverse parti del corpo ed il ritmo imposto alla respirazione forza gradualmente gli spasmi muscolari, favorendo una respirazione più profonda. È frequente, durante il dhikr, sperimentare emozioni rimaste a lungo ignote, che si affacciano alla coscienza attuale quando il corpo riguadagna capacità di movimento, di sensibilità, fino a quel momento impedita.

La tradizione afferma che è necessario togliere ruggine dal proprio cuore affinché esso rifletta il mondo spirituale: la purificazione del proprio corpo da contratture muscolari croniche rappresenta forse il lato più evidente, esteriore, di tale ruggine. Un passo comunque necessario poiché, tanto meno un corpo è opaco, tanto più la luce lo attraversa.

   

2010

© Enzo Coffani

   


Enzo Coffani ha scritto i romanzi Il Palazzo del Mago e La Città Mirabile, e ha pubblicato presso le Edizioni della Confraternita Sufi Jerrahi-Halveti in Italia di Milano nel 2008 il volume di poesie L'ignoto che è in noi, con illustrazioni di Cristiana Coffani, prefazione di Gabriele Mandel e nota critica di Aldo Strisciullo. È collaboratore della rivista Sufismo (http://www.rivistasufismo.it/) e mantiene un interessante blog: http://ezno.splinder.com. Lo si può contattare tramite il blog oppure all'indirizzo email finisterrae@katamail.com.

Su SuperZeko se ne possono leggere La Città Mirabile, una breve silloge tratta da L'ignoto che è in noi e la sua risposta al Questionario sulla ricerca interiore.

   

   

 

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