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LE VENTIQUATTRO ORAZIONI
di
San Nersete Armeno detto il Grazioso (Nerses Shnorhali)
(1102-1173)
Tratte da:
Preces Sancti Nersetis Clajensis Armeniorum Patriarchae Triginta Tribus Linguis Editae, Venetiis, In Insula S. Lazari, 1862.
Nel libro al testo armeno (pp. 1-15) seguono la traduzione greca (pp. 17-31), quella latina ( pp. 33-45), quella italiana (pp. 47-60), e altre ventinove (francese, spagnolo, portoghese, tedesco, olandese, svedese, danese, islandese, groenlandese, inglese, irlandese, bretone, romeno, russo, polacco, serbo, croato, ungherese, georgiano, turco, persiano, arabo, ebraico, siriaco, caldaico, cinese, etiopico, malese, malayalam).
La traduzione italiana ottocentesca era troppo antiquata, pertanto, non sapendo io l'armeno, l'ho rifatta partendo dalla traduzione latina. La traduzione greca, che nel libro segue subito l'originale armeno, è tuttavia in parecchi punti un po' diversa dalla latina. Sarebbe interessante sapere se e quanto sia più fedele all'originale. Se qualche conoscitore dell'armeno volesse chiarire questo punto, o segnalarmi eventuali imprecisioni, avrà la mia gratitudine nonché, confido, la benedizione di san Nersete.
All'indirizzo http://www.netarmenie.com/culture/poesie/nerses.php si trovano, tradotti in francese, alcuni suoi versi di tono più leggero.
All'indirizzo http://www.armenianchurchmanchester.org.uk/saints_.htm si trova qualche verso in inglese.
Interessanti notizie su di lui si trovano nella History of Armenia di Vahan Kurkjian, cap. XLI, all'indirizzo http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Gazetteer/Places/Asia/Armenia/_Texts/KURARM/41*.html.
Dario Chioli
San Nersete il Grazioso (Nerses Shnorhali), immagine tratta dal sito
http://armenica.info/church/jitmuch/jit/shnorhali.htm
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In onore di Dio e invocando protezione per mio padre Albino,
che ha raggiunto il fine della sua vita.
4.I.2006
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DOMINI NERSETIS | SAN NERSETE: |
Pro cunctis Christianis, pro magnis et parvis, pro viris et mulieribus precatio, quam oportet unumquemque discere et adhibere, atque invicem unum alterum docere. Sacerdos quidem (eam doceat) populum, pater filios, filias mater, socius socium; eamque recitent in quinque partes distributam quotidie; duodecies genuflectendo, diluculo, horâ cibi, meridie, vespere, ac requiei horâ. Sin autem piger quis fuerit, eumque taederet quinquies illam recitare, quater eam recitet, aut ter, aut bis, aut semel in die; ut exinde fiat palam christianum eum esse, seque ipsum agnoscat Dei creaturam, ejusque adoratorem. Sin vero aliquem taederet cuncta hujusce precationis verba perdiscere (discuntur tamen solertiâ maximâ diabolici cantus) dimidium ediscet, minusve; nam etsi orationis hujus vel tres versiculos didicerit, terque eo tempore genuflectendo recitaverit, id acceptum erit coram Deo. Si quis autem Christianorum neglexerit omnino eamdem ediscere ac recitare, confundatur a Mahumeti populis, precationem, quam eos ille docuit, ne belli quidem tempore omittentibus, eo minus autem tempore pacis. Nostri vero populi extra oratorium ne reminiscuntur quidem nominis Dei, quia non quaerunt, sicut illi, devotionem in oratione, sed garrulitatem magis quam preces amant; atque interdum si ad Sacerdotes precaturi pergant, aut stant clauso ore, aut invicem confabulantur, quippe qui nec precationis verba norunt, nec Psalmis caeterisque Sacerdotum ritibus attendunt. | Invocazione per tutti i Cristiani, per i grandi e per i piccoli, per gli uomini e per le donne, che è opportuno che ciascuno impari e pratichi, e che l'un l'altro reciprocamente si insegnino. E precisamente il sacerdote l'insegni al popolo, il padre ai figli, alle figlie la madre, l'amico all'amico; e la recitino quotidianamente suddivisa in cinque parti; dodici volte genuflettendosi, all'alba, all'ora del pasto, a mezzodì, al vespro, e all'ora del riposo. Ma se qualcuno fosse pigro, e lo infastidisse recitarla cinque volte, la reciti quattro volte, o tre, o due, o una volta sola al giorno; affinché da ciò sia fatto palese ch'egli è cristiano, e lui stesso riconosca se stesso quale creatura di Dio, e suo adoratore. Ma se invero qualcuno avesse fastidio di apprendere a memoria tutte le parole di tale invocazione (vengono appresi tuttavia con grandissima applicazione i canti diabolici), ne apprenda la metà, o meno; infatti anche se avrà imparato di questa orazione solo tre versetti, e tre volte in quel tempo genuflettendosi li avrà recitati, ciò sarà accetto al cospetto di Dio. Ma se qualcuno tra i Cristiani avrà trascurato affatto di apprenderla e recitarla, sia confuso dalle genti di Maometto, che non omettono l'orazione ch'egli insegnò loro neppure in tempo di guerra, tanto meno dunque in tempo di pace. Invero le genti nostre fuor dell'oratorio non si ricordano neppure del nome di Dio, giacché non cercano, così come quelle, la devozione nell'orazione, bensì amano la loquacità piuttosto che le preghiere; e talvolta, se si appressano per pregare ai Sacerdoti, o se ne stanno a bocca chiusa, o l'un con l'altro confabulano, ché davvero non hanno mai appreso le parole d'invocazione, né hanno fatto caso mai ai Salmi e agli altri riti dei Sacerdoti. |
Quare hanc precationem simplicibus clarisque verbis composuimus, ut facile ab idiotis intelligatur in orationibus eorum. Quae praecatio brevis est quoad verba, viginti quatuor contenta versiculis, juxta diei noctisque horas, ac Prophetarum libris consona; verum fortis est quoad sensa; includit enim plurium, quarum indegemus, rerum ad Deum petitionem. Eam porro populis nostris discendam dedimus, ut omnes Christianae animae illam sciant, et ubique fuerint in orationis horâ, Deum per eamdem alloquantur, sive in Ecclesiâ, sive domi, sive in agro, sive in negotiis, sive in viâ. Super illos autem, qui eam discunt ac recitant attente ac devoto corde et cum lacrymis, omnes, quae in eâ scriptae sunt, petitiones, cum in hac, vitâ tum post mortem, implebuntur. Qui vero eam contemnunt, nec discunt, nec recitant, ipsi videant; abest a nobis culpa ex quo hanc precationem composuimus; ne falsam deinceps proferant excusationem, quia nempe eo quod preces memoriter non tenent, ideo non orant. Verum hi sciant diabolum non adeo laborare ad alia bona opera impedienda, quam ut orationem impediat; scit enim ille, quod per orationes nostras ipse expellitur a nobis, atque in nobis Deus habitat. | Per questo abbiamo composto questa invocazione con parole semplici e chiare, affinché venga agevolmente intesa dagli ignoranti nelle loro orazioni. La quale invocazione è breve quanto a parole, contenendo ventiquattro versetti, proprio come le ore del dì e della notte, e concordando con i libri dei Profeti; ma pure è potente quanto alle cose che vi sono intese; include infatti la richiesta a Dio di molte cose delle quali manchiamo. D'altra parte l'abbiamo data alle nostre genti da imparare, affinché tutte le anime cristiane la conoscano e, ovunque dovessero essere all'ora dell'orazione, parlino a Dio per suo mezzo, sia in Chiesa, sia a casa, sia nel campo, sia quando sono presi dagli affari, sia per la via. Riguardo a quelli poi che l'imparano e recitano attentamente con cuore devoto e con lacrime, tutte le richieste che in essa sono scritte saranno soddisfatte, tanto in questa vita quanto dopo la morte. Coloro che invero la disprezzano e non l'apprendono né la recitano, vedano di persona; lungi ogni colpa da noi dacché abbiamo composto questa invocazione; né quindi proferiscano la fittizia giustificazione, che appunto perché non sanno bene a memoria le preghiere, perciò non pregano. Invero sappiano costoro che il diavolo non fa tanta fatica ad impedire altre buone opere quanta ne fa per impedire l'orazione; egli sa infatti che per tramite delle orazioni nostre egli viene scacciato da noi, e in noi prende dimora Dio. |
Nos interim Deum bonorum omnium factorem precamur, ut cunctis aperiat mentis oculos ad eam ultro discendam, fideque recitandam, utque ab eo exaudiantur. Hanc porro recitantes mementote in Christo Gregorii Armeniorum Catholici, ejusque fratris Nersetis hujus precationis compositoris. | Noi frattanto invochiamo Dio creatore di tutte le cose buone, che apra a tutti gli occhi della mente perché di buon animo la imparino e recitino con fede, e perché da lui siano esauditi. Recitando questa poi ricordatevi in Cristo di Gregorio, Catholicos degli Armeni, e di suo fratello Nersete, che ha composto quest'invocazione. |
Vos autem, qui eam in libris transcribitis, haec quoque exhortationis verba scribite: et qui eam scripserint, ipsimet scribantur in catalogo aeternae vitae; et qui eam didicerint ac recitaverint, misericordiam a Christo inveniant. Qui vero eam socium docuerint, mercedem a Deo accipiant; et qui eam scripserint, ne verbum quidem aut sillabam addant vel minuant, praeter quam quod scripsimus; ne variantia fuerint exemplaria, sed similia cuncta, ubicumque scribantur. Qui autem scribere non valent, eam transcribere faciant ab iis, qui recte norunt, ut sine errore sit scripta. | Voi, poi, che la trascrivete nei libri, scrivete anche queste parole di esortazione: e coloro che l'avranno scritta, loro stessi siano scritti nel registro della vita eterna; e coloro che l'avranno appresa e recitata, trovino misericordia dal Cristo. Coloro poi che l'avranno insegnata all'amico, ricevano la ricompensa da Dio; e coloro che l'avranno scritta, non aggiungano o tolgano neppure una parola o una sillaba, all'infuori di quanto scrivemmo; affinché non sussistano esemplari che differiscano, ma siano tutti simili, ovunque vengano scritti. Coloro poi che non sono abili a scrivere, la facciano trascrivere da coloro che correttamente l'hanno appresa, affinché sia scritta senza errore. |
PER VEDERE IL TESTO IN ARMENO DELLE VENTIQUATTRO ORAZIONI CLICCA QUI
LATINE | ITALIANO |
1 Fide confiteor et adoro te, Pater et Fili et Spiritus Sancte; increata et immortalis natura, Angelorum hominumque et omnium entium creatrix. Tuarum miserere creaturarum. | 1 In fede confesso e adoro te, Padre e Figlio e Spirito Santo; increata e immortale natura, creatrice degli Angeli e degli uomini e di tutti gli esseri. Abbi misericordia delle tue creature. |
2 Fide confiteor et adoro te, indivisibilis Lux, Sancta consubstantialis Trinitas unaque Deitas, lucis creatrix ac tenebrarum dissipatrix; expelle a spiritu meo peccatorum et ignorantiae tenebras, atque illumina in istâ horâ mentem meam, ut orem te in beneplacito tuo, atque a te mea postulata percipiam. Porro miserere mei omnimode peccatoris. | 2 In fede confesso e adoro te, indivisibile Luce, Santa consustanziale Trinità e unica Deità, creatrice della luce e dissipatrice delle tenebre; espelli dal mio spirito le tenebre dei peccati e dell'ignoranza, e illumina in quest'ora la mia mente, affinché ti preghi secondo il tuo beneplacito, e da te riceva le cose da me richieste. Abbi inoltre misericordia di me sommo peccatore. |
3 Pater caelestis, Deus vere, qui Filium, tuum dilectum misisti ad ovem perditam quaerendam: peccavi in caelum et coram te; suscipe me sicut prodigum filium, meque indue stolâ primâ, quam per peccatum exui. Atque tuarum miserere creaturarum, nec non mei peccatoris maximi. | 3 Padre celeste, Dio vero, che il tuo Figlio diletto hai mandato a cercare la pecora smarrita: ho peccato verso il cielo e al tuo cospetto; sollevami come il figliuol prodigo,e rivestimi di quella prima veste che persi attraverso il peccato. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
4 Fili Dei, Deus vere, qui te de sinu paterno humiliasti et propter nostram salutem corpus de Sanctâ Virgine Mariâ sumpsisti, crucifixus fuisti ac sepultus, et surrexisti a mortuis, et ascendisti ad Patrem: peccavi in caelum et coram te; memento mei sicut Latronis, quum veneris in regnum tuum. Ac miserere creaturarum tuarum, et mei peccatoris maximi. | 4 Figlio di Dio, Dio vero, che dal seno paterno ti umiliasti e per la nostra salvezza prendesti corpo dalla Santa Vergine Maria, fosti crocifisso e sepolto, e sorgesti dai morti, e ascendesti al Padre: ho peccato verso il cielo e al tuo cospetto; ricordati di me così come del Ladrone, quando verrai nel tuo regno. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
5 Spiritus Dei, Deus vere, qui descendisti in Jordanem, et in Caenaculum, meque per Sancti Fontis lotionem illuminasti: peccavi in caelum. et coram te; munda me rursus igne tuo divino, quemadmodum igneis linguis Apostolos. Atque miserere creaturarum tuarum, nec non mei peccatoris maximi. | 5 Spirito di Dio, Dio vero, che scendesti nel Giordano, e nel Cenacolo, e m'illuminasti con il lavacro del Battesimo: ho peccato verso il cielo e al tuo cospetto; purificami nuovamente col tuo fuoco divino, così come con le lingue di fuoco gli Apostoli. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
6 Increata Natura: peccavi in te mente meâ, spiritu et corpore meo; ne memineris iniquitatum mearum antiquarum propter Nomen Sanctum tuum. Et miserere creaturarum tuarum, nec non mei peccatoris maximi. | 6 Increata Natura: ho peccato contro di te con la mia mente, lo spirito e il mio corpo; per il tuo Santo Nome non ricordarti delle mie antiche iniquità. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
7 Speculator omnium rerum: peccavi in te cogitatione verbo et opere: dele chirographum delictorum meorum, et scribe nomen meum in catalogo vitae. Atque miserere creaturarum tuarum nec non mei peccatoris maximi. | 7 Osservatore di tutte le cose: ho peccato contro di te col pensiero la parola e l'opera: cancella il resoconto dei miei delitti, e scrivi il mio nome nel registro della vita. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
8 Scrutator occultarum cogitationum: peccavi in te ultro et invite, scienter et ignoranter: veniam largire mihi peccatori, ex quo enim per lavacrum renatus fui, usque in hodiernum diem, peccavi coram tuâ Divinitate sensibus meis cunctisque corporis membris. Atque miserere creaturarum tuarum, nec non mei peccatoris maximi. | 8 Scrutatore dei pensieri segreti: ho peccato contro di te volontariamente e involontariamente, consciamente e inconsciamente: accorda il perdono a me peccatore, infatti dacché rinacqui a mezzo del lavacro fino al giorno d'oggi ho peccato al cospetto della tua Divinità con i miei sensi e con tutte le membra del corpo. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
9 Provisor omnium, Domine: pone timorem sanctum tuum custodem oculis meis, ne turpia aspiciant; atque auribus meis, ne libenter audiant sermones malos; et labiis meis, ne loquantur mendacium; et cordi meo, ne cogitet malum; et manibus meis, ne operentur injustitiam; et pedibus meis, ne pergant in viam iniquitatis; sed dirige motus eorum, ut sint in omnibus secundum praecepta tua. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 9 O provveditore di tutto, Signore: poni il santo timore di te come custodia ai miei occhi, che non vedano cose sconvenienti; e alle mie orecchie, che non ascoltino discorsi cattivi; e alle mie labbra, perché non proferiscano menzogne; e al mio cuore, perché non mediti il male; e alle mie mani, che non operino l'ingiustizia; e ai miei piedi, che non percorrano la strada dell'iniquità; ma dirigi il loro moto affinché siano in ogni cosa conformi ai tuoi precetti. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
10 Ignis ardens, Christe: ignem amoris tui, quem effudisti in terram, accende in animâ meâ; ut spiritûs mei sordes absumat, et purificet conscientiam meam, atque corporis mei peccata detergat et in corde meo accendat lumen sapientiae tuae. Ac miserere creaturarum tuarum, nec non mei peccatoris maximi. | 10 Fuoco ardente, Cristo: accendi nella mia anima il fuoco del tuo amore che riversasti sulla terra; affinché consumi le scorie del mio spirito, e purifichi la mia coscienza, e cancelli i peccati del mio corpo e accenda nel mio cuore la luce della tua sapienza. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
11 Jesu, sapientia Patris: da mihi sapientiam cogitandi et loquendi et agendi bonitatem in conspectu tuo semper: a pravis cogitationibus verbis et operibus libera me. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 11 Gesù, sapienza del Padre: dammi sapienza di pensiero e di parola e bontà d'azione al tuo cospetto, sempre: liberami dai cattivi pensieri, parole e opere. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
12 Domine volens bonum, ac voluntatem movens: ne permittas me incedere secundum desideria mea; sed perduc me ad tuam voluntatem, quae rectum diligit, adimplendam. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 12 O Signore che vuoi il bene, e dirigi la volontà: non permettere che io proceda secondo i miei desideri; ma guidami ad adempiere la tua volontà, che ama il giusto. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
13 Rex caelestis: da mihi regnum tuum, quod diligentibus te promisisti; et corrobora cor meum ad peccata abhorrenda, ac diligendum te solum, et voluntatem tuam perficiendam. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 13 Re celeste: dammi il tuo regno, giacché ai diligenti ti sei promesso; e rafforza il mio cuore perché aborra dai peccati, e ami te solo, ed esegua la tua volontà. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
14 Creaturarum Provisor: per signum Crucis tuae custodi spiritum et corpus meum a peccati illecebris, a daemonum tentationibus, ab hominibus iniquis, et ab omnibus animae et corporis periculis. Atque miserere creaturarum tuarum, ac mei peccatoris maximi. | 14 O provveditore delle creature: tramite il segno della tua Croce custodisci lo spirito e il mio corpo dal fascino del peccato, dalle tentazioni dei demoni, dagli uomini iniqui, e da tutti i pericoli dell'anima e del corpo. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
15 Omnium Custos, Christe: dextera tua protegat me die ac nocte, domi commorantem et iter facientem, dormientem et surgentem; ne quando fluctuem. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 15 Custode di tutte le cose, Cristo: la tua destra mi protegga dì e notte, mentre dimoro in casa e mentre sono in cammino, quando dormo e quando m'alzo; perché io non vacilli . Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
16 Deus mi: qui aperis manum tuam et imples omnem creaturam misericordiâ tuâ, tibi commendo animam meam: tu curam habe et para necessaria spiritui et corpori meo ex hoc nunc et usque in saeculum. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 16 Mio Dio: che apri la tua mano e riempi ogni creatura della tua misericordia, ti raccomando l'anima mia: abbi tu cura e prepara il necessario per lo spirito e per il mio corpo a partire da adesso e fino al secolo futuro. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
17 Errantium reductor: reduc me ex pravis consuetudinibus meis ad bonos habitus; et infige spiritui meo formidabilem mortis diem, atque inferni metum, ac Regni tui amorem; ut peccatorum me poeniteat, ac justitiam operer. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 17 Tu che riconduci gli erranti: riconducimi dalle mie cattive consuetudini alle buone abitudini; e imprimi nel mio spirito il tremendo giorno della morte, e il timore dell'inferno, e l'amore per il tuo Regno; affinché io faccia penitenza dei peccati, e operi la giustizia. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
18 Fons immortalitatis: effluere fac de corde meo, quemadmodum ex peccatrice, lacrymas poenitentiae; ut abluam peccata mea priusquam egrediar de hoc mundo. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 18 Fonte immortale: fa' fluire dal mio cuore, come dalla peccatrice, lacrime di penitenza; per lavare i miei peccati prima di andarmene da questo mondo. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
19 Largitor misericordiae: largire, me ad Te venire per orthodoxam fidem, per bona opera et per sanctam corporis et sanguinis tui communionem. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 19 Largitore di misericordia: concedimi che io venga a te attraverso la fede ortodossa, attraverso le buone opere e per la santa comunione del tuo corpo e del tuo sangue. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
20 Benefice Domine: committe me Angelo bono, ut suaviter animam meam reddam, atque incolumis per malitiam daemonum, qui sub caelo sunt, transeam. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 20 Signore benefico: affidami al buon Angelo, perché io renda l'anima mia soavemente, e passi incolume attraverso la malizia dei demoni che stanno sotto il cielo. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
21 Lux vera, Christe; dignum redde spiritum meum, qui in die eccitûs videat laetanter gloriae tuae lumen, et usque ad diem adventûs tui magni requiescat in spe bonorum, in mansione justorum. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 21 Luce vera, Cristo; rendi il mio spirito degno, che nel giorno della chiamata esso veda festante la luce della tua gloria, e fino al gran giorno del tuo avvento riposi nella speranza dei buoni, nella dimora dei giusti. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
22 Juste Judex: quando veneris cum gloriâ Patris judicare vivos et mortuos, non intres in judicium cum servo tuo; sed libera me ab igno aeterno, et auditum fac mihi beatum justorum accitum ad caeleste regnum tuum. Atque miserere creaturarum tua rum, necnon mei peccatoris maximi. | 22 O giusto Giudice: quando sarai venuto con la gloria del Padre a giudicare i vivi e i morti, non entrare in giudizio col tuo servo; ma liberami dal fuoco eterno, e fa' che io oda la beata chiamata dei giusti al tuo regno celeste. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
23 Misericors Domine: miserere cunctorum in te credentium, meorum et alienorum, notorum et ignotorum, vivorum et mortuorum: meis quoque inimicis et adversariis veniam concede injuriarum, quas in me operati sunt, eosque ab improbitate, qua in me afficiuntur, converte, ut fiant et ipsi misericordiâ tuâ digni. Atque miserere creaturarum tuarum, necnon mei peccatoris maximi. | 23 Signore misericordioso: abbi misericordia di tutti coloro che credono in te, dei miei e degli estranei, dei noti e degli ignoti,dei vivi e dei morti: concedi anche ai miei nemici ed avversari il perdono per i torti che mi hanno fatto, e convertili dall'ingiustizia che mostrano verso di me, affinché siano anch'essi degni della tua misericordia. Ed abbi misericordia delle tue creature, e di me grandissimo peccatore. |
24 Gloriosissime Domine: istas suscipe deprecationes famuli tui, benigneque petitiones meas imple per intercessionem Sanctae Deiparae et Johannis Baptistae et S. Stephani protomartyris et S. Gregorii nostri Illuminatoris et sanctorum Apostolorum et Prophetarum et Doctorum et Martyrum et sanctorum Patriarcharum et Eremitarum et Virginum et omnium Sanctorum tuorum caelestium et terrestrium. Tibique, sancta et individua Trinitas, gloria et adoratio in saecula saeculorum. Amen. | 24 Signore gloriosissimo: accogli queste preghiere del tuo servo, e benignamente corrispondi alle mie richieste per l'intercessione della Santa Deipara e di Giovanni Battista e di Santo Stefano protomartire e del nostro San Gregorio l'Illuminatore e dei santi Apostoli e Profeti e Dottori e Martiri e santi Patriarchi ed Eremiti e Vergini e di tutti i tuoi Santi del cielo e della terra. E a te, santa e indivisibile Trinità, gloria e adorazione nei secoli dei secoli. Amen. |
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