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ÉLIPHAS LÉVI
(ALPHONSE-LOUIS CONSTANT)
Preghiere e scongiuri tratti da un manoscritto intitolato: Il Libro Magico dei Pastori
(Prières et conjurations extraites d'un manuscrit intitulé: Le Grimoire des Bergers)
da: La Clef des Grands Mystères suivant Hénoch, Abraham, Hermès Trismégiste et Salomon, 1897
Testo originale all'indirizzo web https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5510884x
Traduzione e note di Dario Chioli
11/1/2010
Altre traduzioni italiane
La traduzione italiana di questi testi curata da C. Giacomelli ne La chiave dei grandi misteri secondo Enoc, Abramo, Ermete Trismegisto e Salomone, Atanòr, Roma, alle pp. 191-195, pur di massima ben fatta, è però incompleta e contiene comunque alcuni errori di traduzione.
Nota su Éliphas Lévi
Éliphas Lévi Zahed (questa è la completa versione ebraica del suo nome di battesimo Alphonse-Louis Constant) nacque nel 1810 e morì nel 1875. Dopo aver studiato in seminario ed esservi stato ordinato diacono, nel 1836 ne uscì per amore di una donna. Seguitò tuttavia a frequentare ambienti ecclesiali, e studiò approfonditamente la tradizione cristiana. Fu poi attratto dal socialismo utopista e soprattutto dagli studi esoterici, per i quali ultimi divenne assai noto, sia per le sue abilità di sintesi letteraria e filosofica sia grazie a un notevole giro di conoscenze (tra gli altri frequentò Louis Lucas, Józef Maria Hoëne-Wronski, Edward Bulwer-Lytton). Riformulò le tradizioni magiche soprattutto in tre notevoli opere: 1) Dogme et Rituel de la Haute Magie (1855-56); 2) Histoire de la Magie avec une Exposition Claire et Précise de ses Procédés, de ses Rites et de ses Mystères (1860); 3) La Clef des Grands Mystères suivant Hénoch, Abraham, Hermès Trismégiste et Salomon (1861). Molte altre opere pubblicò in vita, alcune col suo nome di battesimo e alcune col suo pseudonimo. Tra le prime va citato specialmente l'eruditissimo Dictionnaire de Littérature Chrétienne (settimo tomo della Nouvelle Encyclopédie Théologique del Migne) del 1851, mentre tra le seconde si possono citare un romanzo, Le Sorcier de Meudon (1861), e i due volumi della Philosophie Occulte: la prima serie intitolata Fables et Symboles avec leur Explication ou sont révélés les Grands Secrets de la Direction du Magnétisme Universel et des Principes Fondamentaux du Grand Oeuvre (1862) e la seconda intitolata La Science des Esprits: Révélation du Dogme Secret des Kabbalistes, Esprit Occulte des Évangiles, Appréciation des Doctrines et des Phénomémes Spirites (1865). Molte altre sue opere ancora uscirono postume. In Italia i suoi principali lavori esoterici furono tradotti per i tipi di Atanòr, mentre più di recente la sua Storia della magia è edita dalle Mediterranee. Tali edizioni sono comunque tutte curate malissimo, con continui errori nella trascrizione dei termini ebraici, ingiustificate omissioni e nessun tentativo di aggiornamento o integrazione. È un peccato perché Éliphas Lévi, nonostante alcuni notevoli difetti (non ultima una vera fissazione per i Tarocchi, che trasmise a tutta una generazione di occultisti), meriterebbe tuttavia di essere studiato con più cura, sia per il merito delle cose che afferma sia per la sua importanza storica.
PRIÈRES ET CONJURATIONS EXTRAITES D'UN MANUSCRIT INTITULÉ: LE GRIMOIRE DES BERGERS | PREGHIERE E SCONGIURI TRATTI DA UN MANOSCRITTO INTITOLATO: IL LIBRO MAGICO DEI PASTORI |
PRIÈRE DU MATIN |
PREGHIERA DEL MATTINO |
O ma belle et divine dame, | O mia bella e divina signora, |
LA PATENÔTRE BLANCHE PRIÈRE DU SOIR |
IL PADRENOSTRO BIANCO (*) PREGHIERA DELLA SERA |
Voici la patenôtre blanche | Ecco il padrenostro bianco |
(*) Jean-Baptiste Thiers, nel suo Traité des Superstitions qui regardent les Sacremens, Selon l'Ecriture Sainte, les Décrets des Conciles, et les Sentimens des Saints Pères, & des Théologiens, Avignone, 1697, prima parte, primo volume, pp. 97-98, riporta un'altra versione di questo testo, allorché parla de «la superstition de la priere ridicule, que l'on appelle la Pate-nôtre blanche, dont les zèlateurs , qui sont en assés grand nombre, & sur tout à la campagne, promettent infailliblement le paradis à ceux qui la disent tous les jours. Voici ce qu'elle porte: Petite Pate-nôtre blanche que Dieu fit, que Dieu dit, que Dieu mit en paradis. Au soir m'allant coucher, je trouvis trois Anges à mon lit couchés, un aux piés, deux au chevet, la bonne Vierge Marie au milieu, qui me dit, que je m'y couchis, que rien ne doutis, le bon Dieu est mon Pere, la bonne Vierge est ma Mere, les trois Apôtres sont mes freres, les trois Vierges sont mes soeurs. La chemise où Dieu fut né, mon corps en est enveloppé, la croix sainte Marguerite, à ma poitrine est écrite, Madame s'en va sur les champs à Dieu pleurant, rencontrit Monsieur S. Jean. Monsieur S. Jean d'où venez? Je vien d'Ave salus. Vous n'avez pas vû le bon Dieu, si est, il est dans l'arbre de la croix, les piés pendants, les mains cloüants, un petit chapeau d'épine blanche sur la tête. Qui la dira trois fois au soir, trois fois au matin, gagnera le Paradis à la fin». (**) Si disse di questa santa Margherita (o Marina) di Antiochia di Pisidia, che chiusa in prigione per essersi convertita al cristianesimo, fu lì assalita da un drago che la divorò. Tuttavia, armata di crocifisso, perforò il ventre del mostro e riuscì a uscirne. Venne rappresentata come «una fiorente giovane con la croce in mano e la palma segno di vittoria o con il libro del Vangelo. Vinto, ai suoi piedi, il mostruoso dragone. Talvolta sui bracci della croce si trova una bianca colomba, segno della spirituale e verginale bellezza» (da: http://confrsangiuseppe.altervista.org/s_margherita/s_margherita.htm). Ne narra la storia Iacopo da Varazze nella Leggenda Aurea, attribuendola a «Teodimo, glorioso uomo e santo». Ma si veda anche Raffaela Tortorelli, Le fonti agiografiche su santa Marina di Antiochia e san Nicola di Myra e il culto dei due santi nel mezzogiorno d’Italia, in "Spolia. Journal of medieval studies" (http://www.spolia.it/online/it/argomenti/storia/storia_religiosa/documents/tortorelli.pdf). Santa Margherita d'Antiochia fu fatta rientrare nel numero dei "quattordici santi ausiliatori", e veniva invocata contro i dolori del parto. | |
À L'ANGELUS |
ALL'ANGELUS |
J'écoute la voix de la belle, | Ascolto la voce della bella, |
(*) Allusione alla Domenica delle Palme (Pâques fleuries), giorno glorioso che prelude alla Passione e alla Resurrezione | |
L'ORAISON DES VIERGES |
L'ORAZIONE DELLE VERGINI |
I. | I. |
C'est madame sainte Appoline | È la signora santa Apollonia (*) |
(*) Santa Apollonia fu martire intorno al 249. Le furono strappati tutti i denti (da ciò il fatto che sia, santa ironia, patrona dei dentisti) e poi le fu minacciato il rogo se non rinnegasse la sua fede. Liberatasi si buttò da sé tra le fiamme. | |
II. | II. |
Madame sainte Marguerite | La signora santa Margherita |
(*) Così Iacopo da Varazze nella Leggenda Aurea narra questo episodio della vita di santa Margherita d'Antiochia, avvenuto quando fu chiusa in carcere dopo essere stata torturata: «Nel quale luogo essendo pregò il Signore che le dimostrasse il nimico visibilemente, il quale combattea con lei. Ed eccoti apparire iventro un grande drago e, ponendo la bocca sopra il capo di colei e la lingua sotto il calcagno, sì l'ebbe tranghiottita; ma quando ella vidde ch'elli la volea tranghiottire, sì si armò col segno de la Croce: e però il drago, per vertù de la Croce, sì crepò, e la vergine n'uscì fuori sanza male. Ma questo che si dice del divoramento del dragone e del suo criepamento è tenuto che sia favole. E 'l diavolo un'altra volta, per poterla ingannare, sì si trasfigurò in ispezie d'uomo: e ella vedendolo si diede a l'orazione; da che fu levata, il diavolo andò a lei, e tenendole la mano sì le disse: "Bastiti quello che tu hai fatto, guardati oggimai da la mia persona". E quella il prese per lo capo e gittollo a terra e sotto a sè, e puose il pie' diritto sopra il collo suo, così dicendo: "Cadi giù, superbo dimonio, sotto i piedi de la femmina". E 'l dimonio gridava: "O beata Margherita, io sono vinto! Se un giovane m'avesse vinto, io non ne curerei, ma ecco che sono vinto da una tenera donzella, e quindi mi duole più, chè 'l padre e la madre tua furono miei amici"» (Beato Iacopo da Varagine, Leggenda Aurea, Volgarizzamento toscano del Trecento a cura di Arrigo Levasti, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1925, vol. II, pp. 777-778). | |
III. | III. |
Sainte Barbe, la sainte fleur, | Santa Barbara, fiore santo, (*) |
(*) Convertitasi al cristianesimo, santa Barbara fu torturata e uccisa di spada nel 290 dal padre Dioscoro, che però fu colpito da un fulmine. Anche lei era del numero dei "quattordici santi ausiliatori". Tradizione vuole che la si invochi a protezione da fulmini, fuoco e morte improvvisa. Mia madre mi ricorda a questo proposito una giaculatoria piemontese: Santa Barbara e san Simon, | libereme da la lòsna e dal tron. | Sia për cà e sia për via | liberé tuta la mia famija. (Santa Barbara e san Simone | Liberatemi dalla folgore e dal tuono. | Sia per casa che per via | Liberate tutta la mia famiglia). | |
IV. | IV. |
Sainte Catherine, la belle, | Santa Caterina, la bella, (*) |
(*) Santa Caterina fu martire ad Alessandria d'Egitto nel 304. Condannata al supplizio della ruota, tale ruota si ruppe e fu decapitata. Si narra che santa Giovanna d'Arco attribuisse a santa Caterina (che insieme a santa Margherita d'Antiochia e a san Michele arcangelo era una delle "voci" che la ispiravano) la rivelazione del luogo dov'era nascosta la spada che sarebbe stata sua. Anche lei è tra i "quattordici santi ausiliatori", invocata contro le malattie della lingua. | |
L'ORAISON MYSTÉRIEUSE DE LA BARBE À DIEU |
L'ORAZIONE MISTERIOSA DELLA BARBA DI DIO (*) |
Pauvres pécheurs, le coeur me tremble | Poveri peccatori, il cuore mi trema |
(*) Jean-Baptiste Thiers, nel già citato Traité des Superstitions, parte prima, volume primo, p. 98, riporta una diversa versione «de cette autre priere qu'on nomme ordinairement La-Barbe-à-Dieu, & dont voici le paroles: Pecheurs & Pecheresses venez à moi parler, le coeur me deust bien trembler au ventre comme fait la feuille au tremble, comme fait la Loisonni [= l'oiseau au nid] quand elle voit qu'il faut venir sur une petite planche, qui n'est plus grosse ni plus membre, que trois cheveux de femme grosse ensemble. Ceux qui La-Barbe-à-Dieu sairont, par-dessus la planche passeront, & ceux qui ne la sairont, au bout de la planche s'asiseront, criront, brairont, mon Dieu, helas malheureux état, comme petit enfant est que La-Barbe-à-Dieu n'aprend, Un seul Dieu tu adoreras, &c». | |
LE CHARME DU CHIEN NOIR |
L'INCANTESIMO DEL CANE NERO |
C'est le chien noir de la montagne, | È il cane nero della montagna, |
LA PRIÈRE DU SEL |
LA PREGHIERA DEL SALE |
Sel blanc, sel mouvant, sel amer AMEN | Sale bianco, sale mobile, sale amaro AMEN |
(*) Le lavandaie della notte sono – in Bretagna e Normandia – fate che appaiono lavare i propri lini di notte, chiedono aiuto al passante e colpiscono coloro che rispondano di mala grazia. Vengono considerate una variante delle dame bianche, presenti in tutta Europa. Secondo la versione riportata da George Sand nel racconto Les Laveuses de nuit ou Lavandières compreso nelle sue Légendes rustiques, le lavandaie della notte sarebbero le anime delle madri infanticide (cfr. http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k7534p.r=george+sand+lavandi%C3%A8res.langEN). D'altra parte, secondo quanto narra Louis-Antoine-François de Marchangy nel secondo volume del suo Tristan le voyageur, ou La France au XIVe siècle, le laveuses de nuit di Morlaix, nella Bassa Bretagna, a chi le aiuta consentirebbero di attingere, in luogo dell'acqua, perle e zaffiri, affogando invece chi rifiuta il loro aiuto (cfr. http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k28433c/f70.image.r=%22laveuses+de+nuit%22.langEN). Versioni simili a queste e altre ancora sono diffusamente riportate e commentate da Paul Sébillot nel secondo volume del suo Le Folk-Lore de la France (cfr. http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k123018v.r=%22laveuses+de+nuit%22.langEN). (**) Le Soeurs Filandières sono le Parche. (***) Adonày, "mio Signore", è uno dei nomi di Dio nella Bibbia, quello con cui nella lettura più frequentemente si sostituisce l'impronunziabile Tetragramma (YHWH). | |
LE CHÂTEAU DE BELLE-GARDE |
IL CASTELLO DI BELLAGUARDIA (*) |
Sel béni, sel pur, sel fidèle, | Sale benedetto, sale puro, sale fedele, |
(*) Charles Louandre (La sorcellerie, Hachette, Parigi, 1853, cap. XIV, sul web all'indirizzo http://www.gutenberg.org/files/14792/14792-h/14792-h.htm o https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k2041965) riporta di questo incantesimo un'altra versione, e lo dice una formula per mantenere sani i cavalli: «Le château de Belle-Garde pour les chevaux. Prenez du sel sur une assiette; puis, ayant le dos tourné au lever du soleil, et les animaux devant vous, prononcez, étant à genoux, la tête nue, ce qui suit: (**) Probabilmente si tratta della figlia di re Andrea II, santa Elisabetta di Turingia o d'Ungheria (1207-1231), patrona dell'ordine francescano secolare, la quale dopo aver generato tre figli si dedicò completamente ai poveri. (***) Questo gloria (minuscolo nel testo di Éliphas Lévi) è poco chiaro. La voce francese per l'italiano gloria essendo gloire, questo gloria sembrerebbe piuttosto l'ablativo della voce latina: «Di vergine brillante per gloria» (gloria virgo fulgida). Ma nella versione di Charles Louandre Gloria è nome proprio: «je te conjure au nom de Gloria, Dorianté et de Galliane, sa sœur». (****) Vedi l'ultimo verso de La preghiera del sale. Il santo nome per eccellenza è il Tetragramma (YHWH). |
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