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«LO SPIRITO DELLE UPANISHAD» DI YOGI RAMACHARAKA
Dario Chioli
Nel 2007 pubblicai su questo sito una versione riveduta della traduzione italiana del libro di Yogi Ramacharaka Lo Spirito delle Upanishad o Aforismi dei Saggi che Bocca aveva pubblicato – in prima edizione nel 1945 e in seconda nel 1953 – nella collana “Problemi dello Spirito” e di cui non avevo allora a disposizione il testo originale inglese.
Quando di recente potei riscontrare l’originale, ovvero The Spirit of the Upanishads, or The Aphorisms of the Wise, pubblicato nel 1907 dalla Yogi Publication Society di Chicago, mi accorsi che la traduzione di Bocca era assai erronea ed infedele e pertanto decisi di apportare le dovute correzioni, pubblicando una seconda edizione completamente rivista. Portai a termine il lavoro sennonché, quando già avevo terminato di impaginare il libro, mi accorsi… ahimè… che si trattava di un plagio dell’opera The Imitation of Sankara. Being a Collection of Several Texts Bearing on the Advaita, pubblicata a Bombay nel 1895 da Manilâl Nabhubhâî Dvivedi.
Plagio al 90%. In effetti nell’introduzione l’editore americano scriveva:
«Il curatore del libro [cioè Yogi Ramacharaka] dichiara il suo apprezzamento per l’opera del dr. Manilâl N. Dvivedi, di Bombay, India, il traduttore originale di molti di questi aforismi, alla forma generale delle cui traduzioni ci si è attenuti nella maggior parte dei casi, salvo quei mutamenti e riadattamenti supplementari che sono parsi opportuni nel presente lavoro».
Ora, va bene che il riconoscimento del debito c’è, ed è vero che molti aforismi hanno subito delle semplificazioni da parte di Yogi Ramacharaka, ed è anche vero che del testo di Dvivedi mancano nel testo americano 87 brani, ma per il resto non si può dire che Dvivedi avesse tradotto “molti di questi aforismi”, perché li aveva tradotti tutti tranne uno, che chissà perché Yogi Ramacharaka introdusse al posto del secondo di Dvivedi. Inoltre, l’ordine stesso dei brani è il medesimo, anche se sono cambiati i titoli dei capitoli. Persino i contenuti dell’introduzione editoriale, peraltro molto striminzita, sono ripresi da quella assai più diffusa del volume indiano.
La differenza più sostanziale è che sono stati tolti tutti i brani della Bhagavadgītā, perché in contemporanea ne usciva l’interpretazione di Yogi Ramacharaka e quindi comprensibilmente l’editore volle evitare di pubblicare dei doppioni.
Ora, lascio pensare al lettore cosa mi è passato per la mente quando ho fatto questa scoperta. Va bene che in passato il diritto d’autore era poco considerato, ma insomma…
Ed è possibile, mi sono chiesto, che in più di cent’anni nessuno se ne sia accorto?
Ad ogni modo, dal momento che mi ero reso inconsapevolmente complice nell’associare questo testo a Yogi Ramacharaka, mi sono sentito di dovere al defunto Manilāl Nabhubhāī Dvivedi un’edizione dell’opera a nome suo e con il titolo originale, cosa che mi è costata non poca fatica, perché ho dovuto rivedere tutta la precedente traduzione, ripristinare l’originale dove era stato modificato da Ramacharaka e tradurre ex novo le decine di passi che erano stati omessi.
L'IMITAZIONE DI SHANKARA DI M. N. DVIVEDI È ORA LEGGIBILE ON LINE SU SUPERZEKO
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[marzo 2015]
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