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William Butler Yeats
INNISFREE, L’ISOLA SUL LAGO
Mi leverò e andrò, ora, andrò a Innisfree,
E costruirò una capanna laggiù, fatta d’argilla e canne,
Nove filari a fave avrò laggiù, un’arnia per le api da miele,
E solo starò nella radura ronzante d’api.
E avrò un po’ di pace laggiù, ché la pace discende goccia a goccia,
Discende dai velami del mattino fin dove canta il grillo;
La mezzanotte è tutto un luccichìo, il meriggio purpurea incandescenza,
La sera è piena d’ali di fanello.
Mi leverò e andrò, ora, ché sempre notte e giorno
Odo l’acqua del lago lambire con lievi suoni la sponda;
Stando in mezzo alla strada, sui marciapiedi grigi,
La sento nella fonda intimità del cuore.
[da: William Butler Yeats, Quaranta poesie, trad. di Giorgio Melchiori, Einaudi, Torino, 1965]
Testo originale:
THE LAKE ISLE OF INNISFREE
I WILL arise and go now, and go to Innisfree,
And a small cabin build there, of clay and wattles made:
Nine bean-rows will I have there, a hive for the honeybee,
And live alone in the bee-loud glade.
And I shall have some peace there, for peace comes dropping slow,
Dropping from the veils of the mourning to where the cricket sings;
There midnight's all a glimmer, and noon a purple glow,
And evening full of the linnet's wings.
I will arise and go now, for always night and day
I hear lake water lapping with low sounds by the shore;
While I stand on the roadway, or on the pavements grey,
I hear it in the deep heart's core.
GLI UCCELLI BIANCHI
Fossimo noi bianchi uccelli, mia amata, sulla spuma del mare!
La fiamma della meteora ci stanca prima di appassire
e la fiamma dell'azzurra stella bassa nel cielo crepuscolare
ci ha ridesta, mia amata, nel cuore una tristezza che non può morire.
Stanchezza esalano questi sognatori grevi di rugiade,
la rosa e il giglio; ah non sognare fiamma di meteora vagante,
né la fiamma dell'azzurra stella ch'esita mentre la rugiada cade:
ma ci muti la sorte in uccelli bianchi a galla sulla spuma errante!
Nostalgia d'isole innumerevoli mi tormenta e di danae prode,
dove ci dimentichi il Tempo e l'Affanno non osi calare;
lontani saremmo dal giglio e la rosa e la fiamma che rode,
solo fossimo noi bianchi uccelli, mia amata, sulla spuma del mare!
[da: William Butler Yeats, Poesie, trad. di Leone Traverso, Vallecchi, Firenze, 1973,
cortesemente trascritta da "Shantifairy"]
Testo originale:
THE WHITE BIRDS
I WOULD that we were, my beloved, white birds on the foam of the sea!
We tire of the flame of the meteor, before it can fade and flee;
And the flame of the blue star of twilight, hung low on the rim of the sky,
Has awaked in our hearts, my beloved, a sadness that may not die.
A weariness comes from those dreamers, dew-dabbled, the lily and rose;
Ah, dream not of them, my beloved, the flame of the meteor that goes,
Or the flame of the blue star that lingers hung low in the fall of the dew:
For I would we were changed to white birds on the wandering foam: I and you!
I am haunted by numberless islands, and many a Danaan shore,
Where Time would surely forget us, and Sorrow come near us no more;
Soon far from the rose and the lily and fret of the flames would we be,
Were we only white birds, my beloved, buoyed out on the foam of the sea!
I DUE ALBERI
Adorato, fissa lo sguardo nel tuo proprio cuore,
L'albero santo sta crescendo là;
Originano dalla gioia i sacri rami,
E i tremuli fiori tutti che ne vengono.
I cangianti colori del suo frutto
Han dotato le stelle d'un'armonica luce;
La certezza della sua occulta radice
Ha impiantato quiete nella notte;
L'agitarsi della sua chioma frondosa
Ha donato alle onde melodia,
E sposato le mie labbra con la musica,
Per te mormorando una canzone di mago.
Là i figli di Giove compongono un cerchio,
L'ardente cerchio dei giorni che ci appartengono,
Rotando, ergendosi su e giù
In quelle grandi vie frondose inconsapevoli;
Ricordando la chioma tutta scossa
E degli alati sandali il guizzare,
I tuoi occhi crescono pieni di tenera cura:
Adorato, fissa lo sguardo nel tuo proprio cuore.
Non volger più l'occhio nello specchio amaro
Che i demoni, con la loro astuzia sottile,
Innalzano di fronte a noi quando essi passano,
O solamente per poco tempo fissalo;
Giacché vi cresce un'immagine fatale
Che la notte tempestosa accoglie in sé,
E radici mezzo nascoste dalle nevi,
E rami rotti ed annerite foglie.
Poiché cose malate portano a sterilità
Nel fioco specchio che recano i demoni,
Specchio della stanchezza esteriore,
Fatto allorché Dio dormì nei tempi antichi.
Là, attraverso i rami rotti, vanno
I corvi del pensiero senza riposo;
Volando, gridando, su e giù,
Artiglio crudele e famelica gola,
Oppur si fermano ed annusano il vento,
E scuotono le logore ali; ahimè!
I tuoi occhi gentili divengono del tutto scortesi:
Non volger più l'occhio nello specchio amaro.
[traduzione di Dario Chioli]
Testo originale:
THE TWO TREES
BELOVED, gaze in thine own heart,
The holy tree is growing there;
From joy the holy branches start,
And all the trembling flowers they bear.
The changing colours of its fruit
Have dowered the stars with metry light;
The surety of its hidden root
Has planted quiet in the night;
The shaking of its leafy head
Has given the waves their melody,
And made my lips and music wed,
Murmuring a wizard song for thee.
There the Joves a circle go,
The flaming circle of our days,
Gyring, spiring to and fro
In those great ignorant leafy ways;
Remembering all that shaken hair
And how the winged sandals dart,
Thine eyes grow full of tender care:
Beloved, gaze in thine own heart.
Gaze no more in the bitter glass
The demons, with their subtle guile.
Lift up before us when they pass,
Or only gaze a little while;
For there a fatal image grows
That the stormy night receives,
Roots half hidden under snows,
Broken boughs and blackened leaves.
For ill things turn to barrenness
In the dim glass the demons hold,
The glass of outer weariness,
Made when God slept in times of old.
There, through the broken branches, go
The ravens of unresting thought;
Flying, crying, to and fro,
Cruel claw and hungry throat,
Or else they stand and sniff the wind,
And shake their ragged wings; alas!
Thy tender eyes grow all unkind:
Gaze no more in the bitter glass.
I testi inglesi sono tratti da:
http://www.lib.umd.edu/ETC/ReadingRoom/Poetry/Yeats/
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