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PREGHIERE ARMENE

   

[da:  Canti popolari armeni, a c. di Domenico Ciàmpoli, Carabba, Lnciano, 1921, pp. 59-60, con alcune minime modifiche]

   

   

PREGHIERA DEL MATTINO

   

L'alba impallidisce,
già si vede la croce;
Dio diventa dolce,
si aprono le porte del Paradiso,
crollano le porte dell'Inferno;
l'anima mia si scioglie dalle catene:
Gesù ha pietà di noi.

   


   

PREGHIERA DELLA SERA

   

I

   

Madre di Dio, proteggimi!
Stringo la croce fra le braccia;
deh, che il Maligno non m'entri in casa per i muri!
Ho sulle labbra il santo sacramento;
io entro nel seno di mia madre, la tomba;
addormentami tu, svegliami tu stessa,
riconduci la mia povera anima alla luce,
attraverso la notte tenebrosa.

   

II

   

Il fuoco è spento,
il Maligno è fugato.
Cristo, dal viso velato,
circondato dagli angeli,
è disceso dal cielo,
è entrato nelle case cristiane.
– Signore, dove vai?
– Ho fuoco ardente
nel mio incensiere;
ogni suo filo è luminoso;
sono andato alla culla,
or mi affretterò per la messa. 

   

III

   

Sono uscito stanotte,
ho veduto una luce immacolata;
sono stato colto da spavento nel vederti;
mi sono inteso avvinto dai legami della morte.
Il cielo è sereno, vermiglio;
Maria, seduta sul sacro altare,
prega nella santa chiesa;
ha tra le braccia il figlio fiammeggiante.
Chiede grazia per noi;
non gli ricorda i nostri peccati nel dì del giudizio.

   


   

ALLA VERGINE

   

Maria, madre nostra, madre della luce,
tempio del Verbo Dio,
dacci la vita e il perdono,
fa' ch'io possieda la luce e la croce.
Fammi dimenticare quanto io so,
insegnami quanto tu sai.
Aiutami a sorpassare la porta dell'Inferno;
mostrami la porta del Paradiso.
O Serafini, o Cherubini,
che godete del Paradiso, nostro soggiorno,
apritemi la porta.
Signore, accogli la povera anima mia!

   

   

   

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