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Margherita Guidacci
[da: Margherita Guidacci, Meditazioni e sentenze, IX, in: Poesie, Rizzoli, Milano, 1965, p. 19]
Fatti noi quasi di sovrapposte lamine. Ogni passante
Qualcosa a noi rapisce. L’immagine fanciulla
Serbata dai primi compagni che da te si staccarono,
O quella che in cuore racchiuse
L’adolescente amata da cui poi ti divise l’inquieto
destino...
Così assottigliati giungiamo alla fine. Quanti lembi di vita
Perdemmo? Quante volte scomposto il nostro viso ci apparve
Nelle turbate acque? E perché temiamo la morte?
Da molto tempo, amore, noi siamo in noi stessi disgiunti,
E separate fino le nostre ossa.
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