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Poesie di Sergio Panizzolo (11/1/1950 - 4/1/2014) |
Svelatemi, vi prego, il mistero del suo sorriso. E l'erba, carezzata dal vento, mi dice: È qui, è qui! nel mio ondeggiante bagliore! ...No... sussurrano le foglie, è nella nostra tenera ombra che ti rinfresca, il segreto del suo sorriso. L'imponente castagno afferma serio: È nella mia silenziosa presenza... Non vedi? È nella libera bellezza del nostro volo, dicono in coro le rondini. ...Ma non è alla mia fonte, mormora il ruscello, che puoi trovare la chiara, limpida purezza senza confronti del suo segreto splendore? ...Sì...sì...risponde il mio cuore... ma siete solo schegge fuoriuscite dal Regno di Bellezza dove l'ho incontrata, Bellezza mai vista, che tutto pervade. Si chiama anche Amore... questo il mistero del suo sorriso, così bello, che al solo pensarlo pare di osare troppo. Ma io l'ho visto, l'ho incontrato e non me ne voglio più separare! |
Di te mi piace che sei puledra con narici dilatate e frementi. Scalpitando a volte t'impenni e scalci... e vibri. Di te mi piace che sei aquila dalle grandi ali, ti libri in alto, dove pochi sanno e osano, in ampi cerchi vaghi per i tuoi cieli bagnandoti di luce, e subito ti tuffi tra le ombre brumose. Di te mi piace che sei delfino, elegante e sinuoso nelle acque profonde, dove sai giocare. Di te mi piace che sei lince, solitaria nelle sue scorribande tra deserti e praterie. Di te mi piace che sei splendido ed ombroso frutto d'una matrice che nessuno sa. Di te mi piace che sei nascosta di luce, che fai trasparire attraverso i tuoi veli. Di te mi piace che talvolta sei triste di te mi piace che sei allegra e il tuo riso schiocca di te mi piace che sei intensa che i tuoi occhi sono seri che sono morbidi e caldi che il tuo passo è scattante e guizzi che i tuoi gesti sono sorprese che le tue mani sono rondini e volteggiano inaspettate che a volte ti rannicchi tra le tue ali. Di te mi piace che sei salda... che sei fragile di te mi piace che sei austera... che sei frivola di te mi piace che sei tremendamente donna mi piace che sei una ragazzina. Di te mi piace che danzi nei tuoi giorni. Mi piace che sei antica... e fresca e curiosa. Di te mi piace che sei tu ed io di te sono ebbro. |
Scusami, ma ti ho rubato qualcosa. Non l'ho fatto apposta. Davvero. È avvenuto. Ho rubato qualcosa proprio di te. L'ho nascosto subito sotto la pelle. Sotto tutta la mia pelle. Lì riposi, dormi. Poi ti desti e fluida scorrendo mi accarezzi dappertutto sotto la pelle. Ed io, come un gatto inarcandomi ai tuoi passaggi, gemo, di incontenibile piacere. |
Lo sfondo è sfondato! Guarda, è tutto buio intorno. Vieni, andiamo via... Vedi? l'ipomea sta fiorendo, Guarda come è viva... Trema fragile. Vedi l'aria tutt'intorno? Frizza, scorre, brilla, è odorosa. Vieni, andiamo via. |
...È che ho bisogno di consumarmi d'Amore... Non ditemi che ci sono da curare altri aspetti d'essere, perché ora ho bisogno di consumarmi d'Amore. Non importa se mi si dirà che sono perso, squilibrato o bruciato... ho bisogno di consumarmi tra le braccia dell'Amore. Non mi importa se mi ridurrò ad essere disapprovato perché, uomo, riderò e piangerò come un bambino... ho bisogno di consumarmi del fuoco dell'Amore... ... essere la sua brace... ... diventare la sua cenere. Perché non prima? Mancavi tu. Tu, mia ora, mio luogo prediletto. Ci vuole pur il luogo dove posarsi con l'Amore, lì, sotto la pelle e più giù, dove ti sento scorrere in un flusso senza canali, senza confini, e ti avvolgo... e sono avvolto di te, sotto la pelle... e posso impazzire senza rimpianti, nel sorriso di chi, beato nella sua gioia, nel suo tormento, non si cura più di nulla che sia meno intenso e voluttuoso. ...Sì, è che ho bisogno di consumarmi d'Amore. |
Nulla è mai stato scuro e buio come quest'angolo di cielo, e nulla mai così trafitto di stelle da lacerare gli occhi. Forse solo il mio cuore annegato nella tua mancanza. |
Non so se ci sarai ancora, ma vedo la luce che mi hai lasciato. Non ci saranno più luoghi estranei. Camminerò in questa luce, che ormai è la mia casa. |
C'e un solo luogo per me. Bellezza. Luogo d'essere dove ti ho incontrata. Pura essenza. |
... e facciamo i composti, e sembra tutto comune, consueto nei nostri gesti, nelle parole... Ma è tutto di vetro perché io vedo la tua tenera dolcezza, lo stupore che trattieni, la calda luce sotto la tua pelle. |
È nel sorriso della tua anima che riposava il mio desiderio più profondo e segreto, nascosto anche a me stesso. |
Luce, luce. Luce, sì. Luce sopra, luce sotto. Luce tutta d'intorno. A rasoiate è stata aperta l'anima mia. |
Se sei assetata - le ho detto - ti offro i miei polsi, da cui bere. Tanto, il mio sangue era già suo. |
Schioccano e brillano le tue risa ambrate, ed il mondo d'intorno si sfilaccia, si strappa come un logoro tessuto che ha ormai fatto il suo tempo. |
Si flettono per sgranchirsi, le foglie sugli alberi. È il vento. |
La tua voce, la tua voce è vicina e cara, limpida e ricoperta d'ombre leggere, di velluti, è carezzevole, a volte graffia un po'. Sale e scende per scale a chiocciola. Arriva turbinandomi d'intorno come un vento fresco e leggero. Mi lascio scivolare... e nella tua voce io ti respiro. |
La tua voce è il gioiello sfaccettato in mille luci specchio di ciò che sei. |
Incontrandoti, ho ricevuto un colpo troppo forte. Troppo forte per non raccogliermi nell'amore che mi schiude, troppo forte per non desiderare altro che te, troppo forte per poter evitare d'essere puro. |
Questa vita, dove sei apparsa, tremula filigrana di sogni, corrosa di vento e rugiada, stupefatto e nascosto gioiello nell'ombra dei cespugli, ombra fresca e silenziosa di cui ti rivesti... ed io non ho scampo! |
Non finirà mai lo stupore di notare come basti un tuo refolo perché da me scaturiscano turbini e saette, come improvvise stelle in un cielo dapprima vuoto. |
Di te mi piace che cercandoti fra l'erba, fra i sassi, nel volo degli uccelli, ovunque ti trovo perché sei Amore. |
Ti contemplo senza vederti Ti sento senza toccarti Ti ascolto senza udir parole Ti amo senza averti. Mi manchi. |
Ad ondate si appare, e svaniamo a volte, senza sapere. I sorrisi mai visti, neppure rimpianti. Solo echi di ricordi veleggiano. Limpide assenze. |
Un raggio d'oscurità fende la luce illuminandola. |
Ora lo so, sei tu sorgente purissima d'Amore. I tuoi occhi e la tua voce trasfigurata, dall'Amore me lo hanno rivelato. Come una luce che improvvisa fende il buio del fitto bosco a rivelare l'antica nicchia dove, nascosta attendeva d'essere veduta una sacra figura... e sei tu, trafitta dall'Amore a cui ti offri. Tu, segreto altare a cui sono devoto e di cui voglio aver cura. |
Di te mi piace che oceani e praterie e monti e valli si rincorrono per riconoscersi in te. Di te mi piace che sei il sangue scuro che mi scorre nelle vene intimo, fluido, caldo. |
Quando la tua voce è pura, rivelando il tuo cuore, ha le modulazioni di arcobaleni mai uditi, e il mio cuore ride e piange, esulta! |
Una fisarmonica suona. Nostalgia graffia la mente sonnolenta, il sorriso intimo si schiude... ... Bellezza! Dove sempre ti incontro sempre ti riconosco sempre ti sorrido. Mio unico luogo, unico mio tempo. |
Quest'amore è generato dalla terra e dalla luce. Respira il cielo. Di notte, si spalanca alle stelle. Si tuffa profondo nei miei sogni. Tintinna al mattino nei raggi del sole. Mi risana. |
Ride l'autunno nella pioggia che scintilla sul selciato. Stupita di cantare. Stupita di essere luce. |
Ho incontrato, nel bosco, un luogo. Non ci sono parole da raccogliere, lì, anche se tutto mi dice. Più non si inerpica, la mente. Scivola sulle foglie e sul tutto sussurrare. Sta. Come quei sassi, il giorno e la notte. |
Ho visto una fonte tra il fogliame e le felci, umida di pietre e ombroso richiamo... È il brusio di nostalgie solo sfiorate? Come un profumo che, non riconosciuto, subito si dissolve, per chissà dove? |
Il respiro è sospeso nell'attimo pungente che ardendo mi consuma. Non c'è traccia né sentiero, solo stupore, senza di me. |
Il mio canto per te danzando sulle colline si è disperso nel vento. Fresca solitudine. |
Con cura Avevo scelto sillabe, vocali, parole. Costruito frasi. Ti offrirò dei fiori. |
La mia casa - a Paesana - è così piccina che la pioggia mi circonda - del suo scalpiccio. La mia casa - a Paesana - è così piccina che la pioggia mi sussurra - di cose vicine. La mia casa - a Paesana - è così piccina che se penso a te, subito ti sento tra le braccia! |
Come è successo che la luce di tutti i cieli sia precipitata nel profondo dei tuoi occhi? Lì la trattieni, per donarla, poi, esplosa nei tuoi sorrisi. E come è successo che prati e fiori ti abbiano offerto lucente rugiada per farti tessere arabeschi, filigrana di pensieri, sensazioni, emozioni... Come è successo? |
Ah! La mente folle la mente libera! Libera di essere ombra, libera di essere luce. Di appallottolare parole e pensieri, poi di nuovo con calma dispiegarli, e tagliuzzare i fogli per fare coriandoli. Mia madre era così. Ma non lo sapeva. |
Il mio cuore era colmo di fiori, quando vi sei entrata nell'ora sua lucente... Ti ha ricevuta come sposa... |
Mi basta un tuo fremito e le mie ali si dispiegano. Le tue parole mi lasciano come sospeso, ad attendere che le tue lacrime scivolino tra le mie labbra. |
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