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VENTO E NUVOLE

NOTA DI VIAGGIO

Dario Chioli

 

Ci siamo fermati poco dopo Laurana d'Istria (in croato Lovran), dalla strada si scendeva di poco su una balconata lungomare, da cui si accedeva alla scogliera. Dove siamo scesi, poca gente, il tempo cupo, mare mosso. Una coppia di innamorati sugli scogli.

Qualche decina di metri più in là è apparso il tendone di un bar, gente seduta a bere birra, pescatori sul molo, cemento armato. Era meglio prima, ma così è la vita: piccole isole di percezione reale nel mezzo di mari di dispersione e inganno.

Più tardi ci siamo fermati sopra Fianona (Plomin), uno dei posti più ventosi dell'Istria, dice Mirjana. Per qualche minuto ho respirato il vento. In basso, lontano, il cupo fiordo di Fianona, inquietante. A seguirlo con lo sguardo, emergeva, terribile, la centrale termoelettrica.

Nel discendente crepuscolo l'impressione di un fiordo norvegese incastrato in una collina mediterranea. 

* * *

La vita, il vento. Quando sentiamo il respiro di Dio, lasciamo le nostre rigidezze e ci spogliamo delle nostre maschere, in attesa di qualcosa che ignoriamo eppure speriamo.

* * *

Un piccione avanza, tronfio, ora ripiega a destra ora a sinistra, becchettando qualche briciola. Due zampe e un becco: quanta gente mi ricorda...

* * *

Un temporale pomeridiano rinfresca l'ambiente, che era riarso. Il terreno è argilloso, rivoli d'acqua color ocra corrono attraverso l'asfalto. Ogni sorta e colore di nuvola pervade il cielo.

A un tratto il Monte Maggiore (Ucka), che era sparito, riappare. Così la lucidità della mente riappare dopo lo sconvolgimento delle passioni. 

L'andar delle nuvole: non altro è l'uomo, su una scala temporale maggiore, che una singola nuvola, e il suo fare l'interagire con le nuvole vicine. Quanta impermanenza. Chissà se la nube in qualche modo si reputa immortale.

* * *

L'aggregarsi delle nuvole è come l'aggregarsi degli imperi. Ed eguale il disciogliersi. E quante sicurezze stritolate nel mezzo del cammino ineluttabile.

* * *

Gran temporale, tutto il giorno si alternano piogge e schiarite. Vedo l'andirivieni, uno sull'altro, dei vari strati di nuvole e mi viene da pensare a una meteorologia delle nazioni.

Tamerlano, Hitler, Gengis Khan come le nuvole basse nere, più veloci e piene di pioggia. Le nuvole alte, più durevoli, come gli stati più stabili. Ma tutto, sempre, nuvole, un nulla sullo sfondo del cielo.

Le nuvole nere: gli stati della guerra, della conquista, dell'aggressione.

Le bianche: i popoli, i gruppi legati da lunga storia e dalla lingua, la cui parentela perdura al di là del dato geopolitico del momento.

E il cielo dietro? Forse l'umanità libera, priva di re e governanti che non siano Dio, il Tao, l'Ignoto supremo.

* * *

Ogni espressione dell'Immutabile è mutevolezza. Ogni pensiero azione parola sentimento – mutevolezza.

      

[Albona, agosto 2006 ]

 

 

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