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PER QUALI VIE SI SVILUPPA LA RICERCA INTERIORE?
Dario Chioli
18/3/2009
Risposta a un internauta
Le risposte possono essere tantissime, naturalmente, a seconda della particolare tradizione o del tipo di vita.
Si può tuttavia, credo, trovare un certo accordo sul fatto che la vita quotidiana ordinaria per colui che ha esigenze interiori cominci a un certo punto a sembrare illusoria.
Illusoria e transitoria, una vita condotta su cardini che inevitabilmente di qui a poco cederanno...
E allora ci si accorge che quasi tutto ciò che viene generalmente vantato non vale nulla.
Molti anni passano anche solo per rendersi conto fino a che punto l'inganno sia generale. In particolare, è fonte di complicazioni il fatto che l'illusione coinvolge alla grande anche i settori religiosi, esoterici e simili. Quanto narcisismo in chi dice di cercare maestri di segreti mentre vorrebbe essere lui stesso riconosciuto maestro. Quanta menzogna volontaria o involontaria nel fingere etiche e certezze che sono solo fantasticate e teoriche, e che cedono al primo intoppo.
Si può incrociare la ricerca vera se si fa attenzione ai fatti anziché alle parole, alla concretezza delle risposte anziché alle declamazioni. Ovvero: non sarà maestro di vita chi non sa gestire la propria, come non può insegnare la costruzione di un tavolo chi non ha mai preso in mano una sega o un trapano.
Un grosso problema è costituito dal fatto che perlopiù coloro che parlano della ricerca sono diversi da coloro che risultano umanamente attendibili; c'è scollamento tra il mondo dei fatti e quello delle parole. Così la persona attendibile finisce per essere poco incisiva, e il dotto per essere inattendibile.
Bisogna cercare una sintesi. E tenere sempre presente che la conoscenza interiore è "gratia gratis data": nessuno può guadagnarci uno stipendio. E questo toglie di torno il 99,99% dei guru e guretti in circolazione. E poi la conoscenza interiore si manifesta nel discernimento e nella capacità di adattarsi all'interlocutore con empatia.
La maggior parte dei mistificatori fa uso di qualche formuletta o di qualche gamma di associazioni, ma non sanno entrare nel mondo dell'altro. Cercano invece di portare l'altro a parlare come loro, per esercitare su di lui un potere derivante dalla loro miglior conoscenza di quel particolare tipo di linguaggio.
Insomma, la vita interiore è semplicità e buona fede, attenersi alla parola data, autonomia etica. E tutto ciò regge assai meglio se si fa spazio all'amore, che è l'energia che regge tutto.
Su una cosa posso in effetti garantire: chi non ha amore non ha niente da insegnare. Trascuriamo dunque tutti coloro la cui vita è colma di odio o disprezzo, e frequentiamo coloro che preferiscono l'amore.
Poi, per quanto riguarda l'informazione, c'è Internet, c'è l'incontro casuale, c'è il libro; ma la cosa pensata dev'essere il più possibile conforme alla cosa vissuta.
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