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ITINERARI DELLO SPIRITO

Dario Chioli 

   

   

Il percorso spirituale cambia nel tempo, è normale che con l'età muti di intensità e spessore e perciò diventi qualcosa di diverso da ciò che all'inizio si riusciva ad immaginare. Le possibilità percettive di un ventenne sono diverse da quelle di un cinquantenne, nel primo hanno forse maggior spontaneità, nel secondo non partono più da zero, ma da una base percettiva già assai più complessa.

D'altra parte penso che molto dipenda dalle scelte etiche.

Gente che soltanto parla e poi non si assume le proprie ordinarie e straordinarie responsabilità, è poco convincente, anche perché defilandosi non si mette alla prova.

Per quanto poi negli anni abbia cercato, non ho trovato alcuna sorta di gruppo a cui mi paresse utile aggregarmi; invece ho intrattenuto e intrattengo rapporti personali spiritualmente proficui.

Vi è in effetti una quantità di gruppi che fanno le cose più strane, o meditano nelle più varie fogge, ma devo dire che non mi danno affidamento: troppa "etichetta", troppa appartenenza.

Temo – e spero – che per raggiungere Dio, la miglior cosa sia di invitarlo direttamente, senza intermediari, consci della nostra assoluta povertà, della nostra temporalità e corporeità. Talvolta, ponendosi così, come il nulla di fronte al tutto, capita di avvertire qualcosa di assai diverso dall'ordinario.

Non mi pare particolarmente difficile, allorché si sia imparato a crederci. Tra l'altro, i riscontri di coloro che hanno vissuto questa esperienza sono molto simili.

Ci sono d'altra parte anche lo studio, la lettura.

Il problema di chi legge è che tende a confondere la lettura di opere spirituali con la vita spirituale, e il problema di chi non legge è che ha orizzonti troppo chiusi.

È difficile in realtà star fuori da questa contrapposizione balorda, anche se non è affatto impossibile, e non ci vogliono doti particolari, salvo appunto la consapevolezza dei propri limiti e il senso della propria responsabilità verso gli altri.

Una buona acquisizione, infine, comunque avvenga, è nutrire amore per qualcuno. Da lì si può seriamente iniziare a comprendere, perché Dio e amore sono la stessa cosa, e perciò amando si sperimenta Dio.

   

[20/6/2008]

   

 

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