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I NOSTRI COMPAGNI

Dario Chioli

   

I.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché appartiene o non appartiene a questa o a quella razza,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché è maschio oppure femmina,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché è giovane oppure vecchio,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché è povero oppure ricco,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché professa o non professa questa o quella religione,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché rispetta oppure non rispetta le convenzioni sociali,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché conosce oppure non conosce cose difficili da conoscere,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché tale viene o non viene creduto,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché crede oppure non crede a quanto qui diciamo,
non è un nostro compagno.

Se qualcuno si crede migliore degli altri perché non ama nessuno o non è amato da nessuno, quello certamente, sì, certamente
non è un nostro compagno.

   

II.

Nostri compagni sono gli amici della verità, che ne cercano le tracce dentro il labirinto dell’illusione guidandosi con il filo d’Arianna della sincerità.

Senza tale guida sicuramente si smarrirebbero poiché, mentre la sincerità pulisce lo specchio dell’anima, rendendo possibile che vi si rifletta la verità, la menzogna invece lo offusca ostacolando la comprensione.

Gli amici della verità sono amici l’uno dell’altro, e presso di loro è ritenuto migliore solo colui nella cui anima più spesso abita la verità, da cui più liberamente fluiscono l’amore e una reale conoscenza, che pertanto più spesso generano nei compagni amore e stupore.

Chi amore non dà e stupore non genera, non può pretendere alcun tipo di supremazia. È l’amore infatti che scioglie tutte le forme di oscurità, e lo stupore nasce dall’identificazione con la verità. Chi dunque non ha disperso tenebre e non ha acceso lumi, non può essere ritenuto grande.

Nostri compagni sono coloro che amano secondo il lume e l’intento della meraviglia, spogliandosi del manto rattoppato delle identificazioni erronee e rivestendosi dell’intatta veste senza cuciture della luce innata.

   

[18.XI.1995]

   

 

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