INTERVISTE SU RADIO TARTARIA
Dialoghi di Dario Chioli con Emilio Boccia
Nel 2023 Emilio Boccia, responsabile di "Radio Tartaria", una web radio di Battipaglia (Salerno), mi contattò incuriosito dalla pagina Facebook "Arcana Arcanissima" che allora coamministravo.
Parlammo insieme e mi resi disponibile a registrare alcune chiacchierate telefoniche su argomenti variamente "esoterici".
Di lì a qualche mese mi propose di mettere in piedi una rubrica a scansione più o meno fissa, accettai e la intitolammo "Esoterismo e dintorni".
Purtroppo in seguito le difficoltà di gestione e i costi costrinsero Emilio a chiudere il suo progetto.
Ne rimasero questi file audio, che sono tuttora disponibili agli indirizzi https://risvegliata.com/dario-chioli/ e https://risvegliata.com/category/rubrica/esoterismo-e-dintorni/, ma che ho pensato di mettere a disposizione anche dei frequentatori di SuperZeko.
I commenti introduttivi furono scritti da Emilio Boccia e da me perlopiù congiuntamente.
DUE NOTE:
1) parlando a braccio, qua e là mi è sfuggita qualche imprecisione, di cui chiedo venia all'ascoltatore;
2) in queste interviste mi presentavo come coamministratore del gruppo Facebook "Arcana Arcanissima"; mi sono tuttavia dimesso da tale ruolo a fine 2023, fondando il gruppo "Conversazioni sulla via celeste" che si aggiunge a quello già esistente di "Sapienza cristiana" nonché alla mia pagina personale e alla pagina dedicata a SuperZeko.
NELLA RUBRICA «ORA PARLO IO»
1.
INTERVISTA SULLA SPIRITUALITÀ OGGI (17 FEBBRAIO 2023)
| DC. Presentazione, considerazioni introduttive sullo "stato dell'arte" e sulle necessarie cautele per affrontare il mondo dell'esoterismo.
A fianco: Saggio in meditazione sotto un pino, Cina, inizi XX secolo |
| |
2.
INTERVISTA SULLA GEOPOLITICA (24 FEBBRAIO 2023)
| DC. Considerazioni di geopolitica, a partire dalla constatazione della manipolazione dell'informazione riguardo alla guerra russo-ucraina.
NOTA: Durante l'intervista non mi veniva in mente il nome del presidente ucraino Viktor Fedorovyč Janukovyč, destituito nel 2014 con un colpo di stato.
A fianco: Sūnzǐ, autore de «L'arte della guerra di Sūnzǐ» (Sūnzǐ Bīngfǎ) |
3.
INTERVISTA SU CASTANEDA (2 MARZO 2024)
| DC. Introduzione a Carlos Castaneda (1925-1988), indicazioni sul modo di leggerlo, come sia da interpretarsi in quanto incrocio tra esoterismo e letteratura fantastica, suo approccio alle droghe reale e metaforico, sua importanza nel "mondo alternativo" e nell'interpretazione del mondo sciamanico.Come in Italia sia stato introdotto da Elémire Zolla.
NOTA: in questo audio sono incorso in qualche imprecisione. L'autrice di Shabono è Florinda Donner (lì per lì non mi veniva). A un certo punto dico "Castaneda" e invece dovevo dire "Zolla". L'esperto di funghi americano citato si chiamava esattamente Robert Gordon Wasson... Aggiungo che, tra le influenze riscontrabili in Castaneda, oltre al taoismo, avrei dovuto citare anche le arti marziali.
A fianco: Carlos Castaneda |
4.
INTERVISTA SULLA QABBALÀH (16 MARZO 2023)
| DC. Una chiacchierata sulla Qabbalàh, sui vari modi di affrontarla, sui vari equivoci al riguardo. Riferimento di base imperniato sull'analisi dei tre termini Qabbalàh, Mequbbàl, Toràh. Il mio libro Percorsi nella qabbalà. Legame col chassidismo. Il Baʻal Šēm-Ṭōv. Varie pratiche della Qabbalàh, loro rischi e meraviglie, versioni genuine e versioni devianti.
A fianco:Gafni David, Kabbalah Art, da: https://fineartamerica.com/featured/5-kabbalah-art-gafni-david.html |
| |
5.
PAPERINO CABALISTA, INTERVISTA SUI MAESTRI APPROSSIMATIVI (3 APRILE 2023)
| DC. Gente che a 20, 30, 40 anni si mettono a fare i maestri vantando le proprie arcane conoscenze… e a te viene da ricordare l’ingiunzione cabalistica (non così tassativa ma sostenuta prudenzialmente da molti) di non intraprendere lo studio della Qabbalàh prima dei 40 anni… Cioè: a 40 anni si inizia a studiare e ad imparare, non a insegnare… Questo perché la conoscenza reale vuole esperienza e coscienza, e insegnare non è una scelta per chi lo desidera ma un obbligo per chi a ciò è da Dio destinato. Cosa insegnano dunque coloro che non hanno neppure iniziato ad imparare, e che non hanno mai neppure lontanamente conformato la propria etica alla santità di ciò che pretendono di trasmettere? In questo audio io e Emilio ci interroghiamo su cosa succede allorché ci si fida di qualcuno di questi maestri che non sanno nulla o che, peggio ancora, sanno alcune cose in modo distorto. La figura di Paperino Cabalista, tratta dalla copertina di un vecchio Albo della Rosa, è risultata adattissima a rappresentare quell’atteggiamento umoristico che è raccomandabile mantenere in questi casi, a salvaguardia della nostra anima e, perché no, del nostro portafoglio…
A fianco: copertina del n. 428 (20 gennaio 1963) degli Albi della Rosa |
| |
6.
INTERVISTA SU RENÉ GUÉNON (3 MAGGIO 2023)
| DC. René Guénon (1886-1951) è stato uno tra i più interessanti esoteristi del Novecento. Ha costituito un ponte tra le tradizioni spirituali orientali e le moltitudini di ricercatori che cercavano con dubbio successo la verità nei vari gruppi esoterici occidentali. Seppe enucleare dagli scritti degli occultisti del suo tempo quanto poteva essere riutilizzato utilmente per una comprensione simbolica ed esoterica delle tradizioni del mondo. Così facendo fu spesso frainteso, e al tempo stesso urtò le suscettibilità di molti. È ad ogni modo un punto di riferimento imprescindibile, anche se non bisogna ovviamente prenderlo per infallibile né conferirgli un’autorità supertradizionale che nessuno gli ha mai conferito né avrebbe potuto conferirgli.
A fianco: René Guénon al Cairo |
7.
INTERVISTA SU GURDJIEFF (26 MAGGIO 2023)
| DC. Georgij Ivanovič Gurdjieff (armeno; morto a Neuilly-sur-Seine vicino a Parigi nel 1949) rimase negli anni sostanzialmente cristiano ortodosso e col rito ortodosso fu sepolto. Per tutta la vita mantenne decine di profughi russi e con grande abilità strategica pare sia riuscito a salvare e aiutare durante la guerra molta gente. Coinvolse una quantità di persone, intellettuali e no, cercando di elaborare un corpus di tecniche per disconnettere la mente dalla consuetudine, e i suoi libri – e forse anche il suo stile di vita – furono elaborati con questo intento. Egli del resto spiegò che si trattava di una “quarta via”, ovvero di una via provvisoria, elaborata con finalità a tempo. C’erano comunque, nel suo modo di fare, cose che potrebbero tranquillamente interpretarsi sia come personali difetti e debolezze sia come segni che seguisse qualcosa come una “via del biasimo” (quella dei sufi malāmatī). Bisognerebbe capire, al di là delle appartenenze, donde emergesse questa sua propensione, che potrebbe essere – nel secondo caso ipotizzato – assai tradizionale, anche se detestata dai tradizionalisti. È vero che nella sua opera scritta manca un corpus d’insegnamenti metafisici, però molti accenni al Padre Comune e molte delle sue azioni sembrano indicare che lo desse per scontato, ritenendo indegna dell’uomo la mancanza del sentimento di connessione al divino. Quanto poi al fatto che nei suoi Racconti di Belzebù al suo nipotino desse la parola al suddetto Belzebù, non darei tanta rilevanza alla cosa; si può infatti speculare a lungo, può darsi abbia tratto ispirazione in ciò da fonti degli Ahl-e Ḥaqq, o degli Yezidi, ma questo non significa poi molto. Insomma io propendo a credere che fosse sostanzialmente cristiano d’ispirazione, per quanto non più nel senso ordinario, e che cercasse di elaborare strategie per consentire a coloro che ne erano in grado di espandere la propria consapevolezza e di combattere la schiavitù mentale e interiore. Può anche darsi che in parte s’illudesse, ma come si fa ad accettare tranquillamente come tradizione cristiana la presente melassa delle parrocchie o delle chiese soggette agli stati, che già all’epoca di Gurdjieff era tale, così priva di forza da non potere in alcun modo opporsi ai nazionalismi ed ai disastri delle guerre mondiali? Non è forse comunque un nobile tentativo il cercare di dare qualcosa di più diretto?
NOTA: nell'intervista dico che Uspenskij (Ouspensky) era inglese; ma sia chiaro che era un inglese di esportazione, di nascita era russo (nato a Charkov in Ucraina). Parlo anche di Le Corbusier, confondendolo ahimè con Frank Lloyd Wright... Il libro di William Patrick Patterson (Gurdjieff e e le donne della Cordata, La Tartaruga, Milano, 2012) è un bel testo, nient’affatto scontato, sugli incroci tra tutta una serie di donne artiste, perlopiù lesbiche, con Gurdjieff, che ne costituì un gruppo autodenominatosi “La Cordata”. Pagine eccellenti anche su Karen Blixen.
A fianco: Gurdjieff a pranzo |
8.
RELAZIONI PERICOLOSE, INTERVISTA SULLE RELAZIONI TRA ESOTERISMO E POLITICA - 1 (16 GIUGNO 2023)
| EB. Questa volta, cioè in questa intervista, l’amico Dario ci aiuta a buttare giù dalla torre, metaforicamente parlando, non tanto degli individui in carne ed ossa quanto un pensiero ricorrente, sempre in ambito spirituale, che vorrebbe santificare molti tra quelle che autoproclamandosi guide, e ricevendo poi consenso, hanno inquinato, è il caso di dirlo, conoscenze esoteriche di nobile tradizione. Facendo nomi e cognomi che ascolterete meglio nell’audio, siamo giunti ad una triste considerazione sulla buona e onesta volontà di molte guide spirituali, che, aggregando sotto forma di associazioni, scuole, fondazioni e spesso anche partiti, molti ingenui cercatori della verità, sfruttavano a loro uso e consumo la notorietà acquisita, che, quasi sempre non volgeva a fini di elevazione della coscienza. In sintesi si è addivenuto a tre tipi, o modalità di comportamento di queste “guide spirituali” che riassumiamo brevemente. Alcune guide erano al servizio di servizi segreti e, quindi, operavano nel settore dello spionaggio, vero è che molti di loro si muovevano in epoche e zone geografiche dove i conflitti bellici erano ben evidenti e lo spionaggio un’arma indispensabile per combattere il nemico. Altri ancora erano semplicemente sotto l’influenza di un ego spropositato, ragion per cui, il divenire capo o guida di una religione, di un movimento spirituale, o anche di un partito, rappresentava un obiettivo esaltante. Gli ultimi classificati, ma ultimi in tutti i sensi, erano, e forse lo sono ancora, coloro che avendo avuto poca fortuna in ambienti politici, istituzionali, governativo, non hanno trovato di meglio che continuare ad esercitare la loro leadership, ricostruendola ad arte, in un nuovo contesto pseudospirituale. Tutto queste pseudometamorfosi, avvenivano, e tuttora avvengono, così dicono, attraverso l’uso di conoscenze esoteriche che permetterebbero a questi guru di attrarre, sempre e comunque, la curiosità delle masse, mantenendo però nascosti i loro veri intenti, oltre al sapere esoterico (casomai ne fossero in possesso). NOTA: a un certo punto parlando di Antonio Craxi, fratello di Bettino Craxi, sbaglio dicendo che fu discepolo di Osho; in realtà lo era di Sai Baba.
A fianco: Ron Hubbard, il fondatore di Dianetics e Scientology |
9.
RELAZIONI PERICOLOSE, INTERVISTA SULLE RELAZIONI TRA ESOTERISMO E POLITICA - 2 (28 GIUGNO 2023)
| DC. Qui il discorso si sposta sull'Italia, dove la massoneria ebbe un grande ruolo e ce l'ha tuttora, in bene e in male. Massoneria importante nell'unità d'Italia e in ciò convergente con gli interessi inglesi. Sostenne anche le guerre coloniali e il nazionalismo. Il problema della P2, suoi membri innocui paravento dei potenti. Licio Gelli e i regimi di estrema destra sudamericani. IOR, servizi segreti, personalità complesse, inattendibilità delle campagne di stampa. Disinformazione UFO. I mass media esaltano l'importanza dei gruppi più folli. Esoterismo deviato, cerimonialità, manipolazione. Gli ultimi grandi maestri del GOI, il gruppo Bilderberg, le infiltrazioni mafiose. Gente onesta e mistificatori. Il mysterium iniquitatis penetrabile solo a chi si compromette con esso.
NOTA: un po' imprudentemente qui parlo di Cavour e Vittorio Emanuele II come massoni, ma pare che la cosa non sia dimostrata affatto, Cavour era figlio di un massone e ambedue frequentavano costantemente massoni, ma ciò non significa che fossero massoni loro stessi. Ho anche sbagliato a indicare l'Area 51 chiamandola "Area 151" e citato malamente il titolo del film "Eyes Wide Shut" di Stanley Kubrick.
A fianco: Licio Gelli |
| |
ESOTERISMO E DINTORNI
Esoterismo e dintorni 01 Introduzione (29/8/2023)
| EB. È un vero onore per noi di Radio Tartaria che l’amico Dario abbia accettato l’invito a condurre questa nuova rubrica. Nella prima parte abbiamo discusso sulla scelta del nome, e questo che è stato scelto, “Esoterismo e dintorni”, a parere di Dario, con il quale concordo, ci rende liberi di affrontare argomenti di svariata natura, sia esoterica che spirituale, argomenti che tutti si ribellano a sottostare alle categorie e alle convenzioni troppo limitative della mentalità corrente. Questo per dire che il pensiero umano, e la storia stessa dell’evoluzione del pensiero, seguono percorsi di natura spirituale, a prescindere se si creda in un Dio personale o meno. La storia dell’uomo è intessuta con la sete di conoscenza, di se stesso e del cosmo, che innata compenetra la natura spirituale dell’uomo. Questa relazione tra la storia del mondo e lo spirito dell’uomo ha nel tempo dato vita alla filosofia, alla religione, all’alchimia, alla sociologia, alla psicologia e a tutte le altre interpretazioni e contemplazioni del cosmo e della spiritualità. Il programma che si delinea è, quindi in certo modo arduo e complesso e non mancheremo, sicuramente, di raccogliere critiche, oltre agli sperati plausi.
A fianco: Maurits Cornelis Escher, Convesso e Concavo |
Esoterismo e dintorni 02 Tradizioni sul post mortem (4/9/2023)
| EB. Avrei voluto, in tutta sincerità, titolare con parole più leggere questa seconda uscita della rubrica con Dario Chioli, ma sarebbe stata, forse, una reazione superficiale verso un argomento che è di tutto rispetto e che richiede, nel trattarlo, umiltà e attenzione. Chi veramente, tra noi mortali, può parlare della morte con cognizione di causa? Non se ne è avuto, nella maggioranza dei casi, un benché minimo barlume di esperienza, certo, ma questo non ci esime dal considerare come gli ultimi attimi della vita siano forse i più importanti di tutta la nostra esistenza. Ho ascoltato con attenzione in questa intervista il racconto di Dario relativo alle varie tradizioni sul post mortem, a come viene raffigurato nelle varie tradizioni, e debbo convenire che “morire” è un fatto eminentemente personale, e che la cultura che ha impregnato la nostra vita è sostanziale nel come si esperisce la morte. Dall’Inferno dantesco a quello giapponese, però, esistono dei comuni denominatori, che fanno della morte un’esperienza per certi versi comune a tutti gli esseri umani: tutto dipende da come abbiamo vissuto. È quel come che fa la differenza; individui che si sono prodigati per il prossimo o hanno vissuto comunque in modo coerente ed empatico, probabilmente vedranno una luce splendente, calda e piena d’amore, ad altri, invece, saranno riservate visioni e situazioni meno felici. Questo per dire che la vita, l’esistenza terrena, ha un ruolo preciso nel determinare quello che ci aspetta, in certo modo si riflette nell’altra vita, quella, appunto, dopo di questa. In ciò le varie tradizioni sostanzialmente convergono. Buon ascolto.
A fianco: il tempo divoratore, da https://tricycle.org/article/tibetan-book-dead-can-teach-us-dying-today/ |
Esoterismo e dintorni 03 Ancora sul post mortem (12/9/2023)
| EB. Questa terza intervista prosegue naturalmente il discorso avviato dalla precedente sulle tradizioni circa il post mortem nelle varie culture e religioni. La continuità si snoda su alcuni spunti interessanti. Uno di questi è la considerazione che, a parte Elia, Enoch e pochi altri di cui sussistono indicazioni nelle varie tradizioni, nessuno sembra abbia potuto sottrarsi al passaggio finale di questa esistenza così come la conosciamo, vale a dire al passaggio verso l’aldilà secondo le consuete modalità di decadenza e dissoluzione del corpo. L’altro invece riguarda alcuni momenti che caratterizzano il passaggio, o altri che con esso presentano analogie, come l’esperienza di vedersi dal di sopra (Out of the Body Experience), esperienza testimoniata da molti che hanno vissuto momenti di premorte e sono poi “ritornati”, vissuta nel suo carattere fondamentale a prescindere dall’appartenenza a questa o quella religione o cultura. Questi vissuti comuni ci indicano che esisterebbe una dimensione “universale”, cioè comune a tutti, e che le differenze siano relative sia, per gli aspetti secondari, alla cultura d’appartenenza sia soprattutto, per quelli fondamentali, a come abbiamo vissuto questa vita. Dalle varie differenze culturali scaturirebbero le diverse raffigurazioni del paradiso, del purgatorio e dell’inferno, nonché le varie idee sulla trasmigrazione. Tutta da approfondire e da esplorare la suggestione dell’amico Dario sulla orizzontalità di eventi che, provenendo dalle dimensioni del passato, sia attraverso l’ereditarietà genetica sia attraverso altre possibili forme di ereditarietà, demoliscono l’idea che ognuno di noi sia in qualunque contesto artefice e padrone del proprio destino, lasciandoci invece, per talune circostanze, almeno in parte in balia di impulsi atavici che cercano una propria conclusione o soluzione nelle nostre stesse personali vicende. Tale possibilità ha attinenza sia con le forze della stirpe di cui scriveva Gustav Meyrink ne L'Angelo della Finestra d'Occidente sia con l’idea cattolica della solidarietà attiva e reciproca con le anime del Purgatorio. E che dire poi sull’incitamento al male da parte di forze demoniache o sulle ispirazioni angeliche che ci intrappolano, le une, o ci liberano, le altre, in eventi verticalizzati, come suggerite da Dario sulla base di un ricorrere costante della descrizione di tali esperienze nelle varie tradizioni?
A fianco: La pesatura del cuore nel Papiro di Hunefer |
Esoterismo e dintorni 04 Divagazioni sul post mortem (21/9/2023)
| EB. Sono veramente entusiasta di come si sta dando continuità agli argomenti avviati in questa rubrica e voglio complimentarmi con l’amico Dario Chioli per la chiarezza con cui espone temi importanti come appunto quello del trapasso. In questo quarto incontro abbiamo affrontato, in modo semplice e discorsivo, la necessità della morte su questo piano esistenziale e del suo scopo evolutivo e di come, attraverso il processo di conoscenza, ci si possa preparare ad affrontare il grande salto: quello dall’aldiquà all’aldilà. Chiaramente il processo è individuale e, come indica un passo del Vangelo di Luca, la porta è stretta, e ci si passa necessariamente da soli. In sintesi in questo quarto incontro, piuttosto che guardare alla morte da un punto di vista culturale o spirituale, come è avvenuto nel secondo e terzo incontro, ci si è posto l’interrogativo del perché bisogna morire, e si è cercato di capire a cosa possa servire l’acquisizione della conoscenza in relazione alla morte e di scoprire quali benefici trarrebbe l’anima da questo passaggio. Una nota importante si è data alla potenza evocativa ed immaginale dei racconti che trattano della morte e dell’approccio diverso, ma sostanzialmente identico nei punti fondamentali, tra la cultura occidentale, quella dei miti greci per intenderci, e quella orientale, soprattutto buddhista. Pertanto, sia per chi scelga di bere alla fontana dell’oblio sia soprattutto per chi scelga quella della memoria, questo audio risulterà certamente interessante.
A fianco: immagine tratta da https://pensieroerealta.blogspot.com/2013/01/il-mito-di-er.html |
Esoterismo e dintorni 05 Il significato esoterico della croce (29/9/2023)
| EB. Finalmente, dopo averne accennato due o tre incontri fa, siamo riusciti a produrre un’intervista sul significato esoterico della croce. Certo questo argomento può risultare in qualche modo delicato per il mondo cattolico per via dell’accostamento dei termini “croce” e “esoterismo”. Si è affrontato il tema iniziando dal punto di vista più semplice: quello geometrico della figura della croce. L’intuizione ci spinge subito a “vedere” che esistono due dimensioni dell’esistenza umana: quella verticale e quella orizzontale. Il piano orizzontale dovrebbe rappresentare quello dove accadono i fenomeni della vita fisica e sensoriale. È questa la dimensione dove siamo impegnati a fronteggiare occupazioni quotidiane necessarie alla sopravvivenza, non solo quelle del primo gradino della scala di Maslow ma anche quelle che, di tanto in tanto, ci avvertono e ci segnalano che esiste un altro piano: quello verticale. Nella dimensione verticale, procedendo dal basso verso l’alto, l’uomo, se impregnato di buone intenzioni, è portato dalla Grazia a salire per avvicinarsi a Dio, considerando che salendo la voce di Dio risulta per noi meno disturbata dalle sollecitazioni del mondo profano. Si è poi affrontata la questione della resurrezione dei corpi, addivenendo anche ad un senso di continuità rispetto all’argomento del post mortem discusso nei precedenti incontri, e di come la resurrezione di Cristo, a prescindere dalla sua storicità, rappresenti la resurrezione dell’uomo mortale nell’uomo celeste. Quest’uomo celeste è, per l’appunto, quello che si manifesta salendo su per l’asse verticale della croce e accrescendo la propria conoscenza spirituale fino a rinascere, spiritualmente parlando, anche se l’esistenza si estende, per via di ragioni contingenti, sul piano orizzontale. Questa rinascita va vista come se si fosse acquisito uno stato privilegiato il cui significato e senso potremo, speriamo, sperimentare nell’occasione del trapasso. Ritornando al simbolo della croce non mancano chiaramente, nell’intervista, i riferimenti alle altre religioni, specie nei simboli che pure afferiscono al principio dell’incrocio tra conoscenza e mistero e di altri simboli che comunque suggeriscono l’esistenza di queste due dimensioni, suggerendoci che il desiderio dell’uomo, in qualsivoglia religione, è sempre il medesimo: percorrere un sentiero in salita che lo avvicini a Dio. Riporto per inciso una frase di Dario che spazza via tutta le complicazioni religiose, culturali e meccaniche che le varie correnti di pensiero, mistiche, cabalistiche, alchemiche, vorrebbero imporre e sottoporre ad una forma di copyright: «se c’è l’uomo, l’uomo cerca Dio e Dio parla all’uomo». In questo senso il Cristianesimo sfugge ai limiti della propria storia terrena, manifestandosi come qualcosa che riguarda tutta l’esperienza umana, e in tal senso si può approfondire e universalizzare, così come un musulmano potrebbe farlo con l’Islàm, un indiano con l’Induismo e così via con ogni religione che si rispetti. Mi permetto di aggiungere, sulla falsariga di quanto appena detto nel precedente paragrafo, che sia in questo articolo, così come nell’intervista relativa con Dario Chioli, si giunge a ridare il giusto valore alle tradizioni storiche, affinché ognuno possa al suo meglio incamminarsi tramite le virtù e i canoni della religione di appartenenza sul sentiero verticale di quello che per noi cristiani è la croce.
A fianco: Croce di San Liberatore di Cava dei Tirreni (SA) |
Esoterismo e dintorni 06 Esoterismo e passioni (10/10/2023)
| EB. Le passioni a cui si accenna già nel titolo sono, come punto di partenza dell’intervista, proprio quei moti dell’anima che tutti noi ben conosciamo. L’analisi che se ne fa qui con Dario Chioli è il vissuto dell’esperienza che ognuno è tenuto a vivere relativamente a tali passioni. Giungiamo velocemente a chiarire che esse non possono essere classificate a priori come elementi negativi. Nel contesto esoterico e per quanto riguarda la realizzazione dell’uomo celeste (ne abbiamo parlato nell’intervista precedente), l’esperienza di una passione non vissuta passivamente rappresenta, è chiaro, il rigetto della passione stessa nell’accezione di trasporto verso il basso (verso il mondo degli inferi per intenderci), dove la vita è sofferenza, e la sua sublimazione in un conseguimento interiore che possiamo felicemente definire potenza dell’anima. In queste potenze dell’anima, dove le passioni sono protagoniste e materia vivificante, l’uomo trova l’accesso ai piani superiori dell’esistenza, in ultimo alla Gloria di Dio (riportando una frase di Dario espressa nell’intervista), e le passioni, ridotte al loro nucleo luminoso, perdono la loro accezione destrutturante, e non s’intende tanto per dire, ma proprio come esperienza sostanziale, quotidiana. Molti riferimenti alla vita quotidiana si troveranno nell’intervista, da quelli che concernono la sfera sociale, intesa come relazione con l’altro, a quella più intima e soggettiva, dove le passioni si manifestano, in tanti casi, come energie piuttosto distruttive.
A fianco: Konstantin Andreevič Somov, Gli amanti, 1920 |
Esoterismo e dintorni 07 Esoterismo e arti (17/10/2023)
| EB. In questa intervista ci avviciniamo al mondo dell’arte alla luce della visione che il mondo dell’esoterismo, laddove correttamente interpretato in quanto dimensione spirituale, ci mette a disposizione. Dario richiama la nostra attenzione sui testi più antichi, i Veda, l’Avesta, i Salmi, il Corano, ma anche un Dante Alighieri, un Rūmī, un Kabīr, un Tagore, per evidenziare da subito la magnificenza del livello artistico in essi raggiunta, e mostrare come la la capacità di usare il linguaggio in modo “anagogico” cioè illuminativo, sia fondamentale per far buon uso del rapporto naturale tra arte e spiritualità. Tutto ciò non è peraltro separabile dal modello di vita perseguito dall’artista nel proprio vivere quotidiano, che dovrebbe essere finalizzato al riconoscimento di quell’Essere unitario interiore che ci permetterà di connettere il mondo presente e quello futuro, eliminando o riducendo in noi, sia in vita sia in punto di morte, la discontinuità tra l’esperienza temporale e quella spirituale. L’arte come espressione dello spirito e di conseguenza, del nostro mondo interiore, diviene il piano di appoggio di tutta l’intervista mentre i riferimenti allo stato dell’arte dell’arte contemporanea ci mostrano per contro un triste quadro delle motivazioni che ispirano la maggior parte degli artisti odierni. Al riguardo va da sé che il vero artista, quello che è tale per destino interiore, non si affanna dietro la notorietà . In un certo senso il narcisismo, che quasi inevitabilmente lo caratterizza in quanto funzionale al suo stesso operare – e in questo senso è un “narcisismo buono” – lo protegge anche dall’indifferenza della società verso le sue opere. D’altra parte per il sedicente artista moderno la notorietà è spesso l’unica cosa che cerca. In costui, nel suo mondo e nella sua scala di valori eticamente indifferente, si rivela la decadenza dell’arte contemporanea, il suo distacco dalla spiritualità, che finisce per renderla portatrice di pulsioni distruttive e socialmente dissolutive. Per chi poi si pubblicizza sul web o nei social, sembrano più che altro contare i follower, le visualizzazioni, mentre ogni “artista” si reputa tale solo se riesce ad ottenere visibilità mediatica, ovvero la cosa più contingente e meno “esoterica” che vi sia. In questo spirito di confronto tra quel che potrebbe essere e quel che presentemente appare, nonché di esplorazione delle alternative possibili, possono essere suggestive le riflessioni espresse nella presente intervista.
A fianco: un'opera di Piet Mondrian |
Esoterismo e dintorni 08 Esoterismo e gnosi (24/10/2023)
| EB-DC. In questa rubrica non poteva mancare un accenno alla Gnosi; diciamo un accenno poiché più di tanto in 20/30 minuti non si può fare, considerando la vastità della letteratura in merito. Sul piano storico è consigliabile leggere Lo Gnosticismo di Hans Jonas, edizioni SEI, oppure Sulle tracce della Gnosi di Henri-Charles Puech, edizioni Adelphi. Volendo qui noi tuttavia trattare soprattutto dell’aspetto esoterico-spirituale, partiamo innanzitutto dal significato etimologico. Ora, il termine “gnosis” (γνῶσις ) significa semplicemente “conoscenza”. Ma la conoscenza di cui si tratta non è beninteso quella proveniente dallo studio dei testi, dall’accumulo di un sapere puramente erudito, bensì quella derivante dal percorrere un cammino interiore. Tale percorso porta in effetti alla nascita di una nuova consapevolezza spirituale che può a ragione essere definita “esoterica”, in quanto accessibile solo a chi l’abbia sperimentata. In questo senso vale la pena ricordare che tanto in greco che in latino o in sanscrito i termini che designano il conoscere sono molto simili a quelli che designano la nascita. Infatti in greco “conosco” si dice “gignosko” (γιγνώσκω) mentre “nasco” si dice “gignomai” (γίγνομαι). In latino si affiancano “cognosco” e “gnascor”, in sanscrito “jñāna” e “janman”. Tutto ciò non sembra essere frutto di una casualità, ma di una precisa consapevolezza che caratterizza tutte le tradizioni, sia quella antica dei Misteri, sia quelle hindu dei Veda, delle Upaniṣad, della Bhagavadgītā, sia quelle dell’ebraismo, del cristianesimo, dell’Islàm o le estremorientali, ognuna a modo suo. Ogni cammino soteriologico insomma insiste sulla necessità che si sviluppi un nucleo interiore di coscienza in grado di collegare l’uomo alla Sapienza divina. Questo è ciò che a rigore può essere correttamente identificato come “Gnosi”. Piano piano, nel fluire dell’intervista, Dario, mentre ci permette di avvicinarci all’interpretazione della Gnosi per quel che veramente è, ci mette anche in guardia verso i tanti “maestri” sedicenti gnostici che si trovano in giro e verso le scuole che essi hanno fondato, spesso con criteri di vero e proprio marketing. Questi ambienti, erroneamente definiti “spirituali”, “esoterici”, “gnostici”, sono creati e frequentati dai suddetti “maestri” e dai loro sodali che, non avendo in realtà conoscenza di un vero cammino spirituale, non fanno altro che manifestare la volontà di potenza del proprio ego sui loro seguaci, imponendo loro lessici e insegnamenti spesso inventati di sana pianta o malamente deformati mescolando elementi pescati più o meno a caso nelle varie tradizioni cambiandoli di significato. Molta attenzione d’altra parte va posta al contesto culturale e religioso di appartenenza. Il cammino della Gnosi non può non esserne influenzato nelle sue forme immaginali, mediante le quali tuttavia perseguirà il suo scopo principale: trasformare la mente e purificare l’anima per ottenere la salvezza e l’integrazione spirituale con Dio. Se da un lato la rinascita dell’anima avviene attraverso la conoscenza, Dario suggerisce d’altra parte, verso la fine dell’intervista, come tale conoscenza non sia raggiungibile senza che ci venga concessa da Dio, e come questo sia strettamente legato alla consapevolezza della nostra povertà spirituale. Consideriamo infatti la parola del Vangelo di Matteo 5:3: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». Il testo greco (Μακάριοι οἱ πτωχοὶ τῷ πνεύματι, ὅτι αὐτῶν ἐστιν ἡ βασιλεία τῶν οὐρανῶν) può essere tradotto in modo forse più chiaro nella sua prima parte come «Beati i poveri verso lo Spirito», ovvero “coloro che sono bisognosi dello Spirito Santo, del santo Pneuma, della divina inabitazione», il che ci dovrebbe rendere consapevoli che quanto più la nostra mente, liberatasi della conoscenza terrena, si riconosce povera di conoscenza celeste, tanto più sarà facile per essa venire invasa dal Santo Pneuma, ovvero dalla vera conoscenza. Di essa sarà allora davvero “il regno dei cieli”.
A fianco: Lucas Cranach il Vecchio, L'albero della conoscenza del bene e del male |
33