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ARIEL
Dario Chioli
Ariel era immerso nella lettura del Libro della Legge di Crowley. "The word of the Law is Thélema", la parola della Legge è Thélema, volontà, così recitava la prima parte del testo al paragrafo 39. Ed Ariel andava tra sé considerando se ciò fosse da ritenersi solo una delle tante proclamazioni logorroiche del post-romanticismo di Aleister Crowley oppure una affermazione significativa. Di fatto Edward Alexander Crowley era stato un bel tipo, innamorato dello scandalo e tuttavia non idiota, falsario di genio, più artista che tecnico dell'imitazione. Come la grande maggioranza dei clienti delle varie società occulte, mancava totalmente e forse deliberatamente di senso filologico e di genuinità filosofica. Non essendo, per il troppo egocentrismo, in grado di comprendere gli insegnamenti riservati delle varie tradizioni, se li rifoggiava a suo genio vantandosene maestro. Scrisse pertanto talora vere e proprie amenità sulla Qabbalà e sul Tantra, ma in tanto errore un genio poetico di tanto in tanto gli fece tuttavia dire delle cose di qualche valore.
Era forse Thélema, prestito di Rabelais, una di queste?
Era infatti ben vero che Crowley seppe dare anche buoni consigli, ma sembra che fosse più un'eccezione che la regola; tuttavia, pensò Ariel, questo era più che comprensibile. Ai primi del novecento, come oggi, a nessuno importava nulla della verità, interessava solo il prodigio, erano in voga i miracolanti più dei ricercatori. Ed in questa situazione, chi, occupandosi di magia, non volesse appartarsi e rimanere ignoto, non poteva che irridere, ingannare, sfruttando le imposture e menzogne altrui.
A Crowley interessò soprattutto Eros in tutte le sue forme. Quando non c'era se lo inventava. Thélema ed Eros, strano connubio apparentemente contraddittorio, costituivano la somma di tutto l'atteggiamento sociale di Crowley. "Love under will", amare volendo, quasi per mancanza di amore si dovesse cercare di vederlo anche dove non c'era. La gente comune, per amare, vuole a tutti i costi mantenute certe forme, non tollera variazioni, in tal modo che spesso più che amare recita dei ruoli. Crowley cercava di violentare, di là dai veli, la persona, perché Eros viola, non chiede; colpisce, non avvisa. E prima d'ogni altra cosa, voleva forse costringere Eros a violare lui stesso mentr'egli violava altrui. E stuprava essenzialmente l'anima, la mente, sopraffacendo la ragione d'immensi orpelli, oltre cui la nudità di Afrodite sorprendeva forse col silenzio, nell'orgasmo, gli amanti per un attimo liberi.
"Eterna estasi nei baci di Nu": al contatto con queste parole (The Book of the Law, II, 44) il pensiero di Ariel deviò, commosso da Eros e da Ade, da Armonia e da Pneuma, e il suo cuore sobbalzò, il suo corpo si scosse, mentre un amore indistinto lo sorprese, ed avrebbe volentieri allungato le braccia per cogliere nell'aria la forma invisibile della donna del segreto.
Ariel, nato cattolico, si contemplava ironicamente nel suo essere attratto da simili fascinazioni, ben sapendo che una taccia anticristica e demoniaca si riversava su di esse. Ma Dio stesso irride i suoi fedeli, pensava, come un fabbro non può che irridere coloro che godendo degli strumenti da lui forgiati e battuti non tollerino il fragore con cui vengono prodotti. La notte che sta di là da ogni luce è carica di disperazione per il fedele troppo servile, e del resto il servo non è fedele che per obbligo. Così, tra l'incudine e il martello, è difficile sceverare ciò che ci salva da ciò che ci distrugge. Haeresis sancta: una sacra eresia, un sentiero inaudito che subito scompare, talvolta conducono l'errante verso la verità. Giobbe senza Satana non avrebbe raddoppiato la sua ricchezza e perciò, come chi trattiene il suo talento senza farlo fruttare, sarebbe stato oggetto di disprezzo. Così, se la Maddalena non avesse a lungo seguito le orme di Eros non avrebbe trovato la sua incarnazione, cosa che capirono gli gnostici e dimenticano i moralisti.
Vide dalla finestra due ragazzi abbracciati; guardarono in su quasi come se lo vedessero, e si diedero un bacio appassionato. Ariel sospirò, distolse gli occhi.
Guardò verso il cielo, era venuta la notte, anche le stelle gli parlavano dell'estasi eterna che è nei baci di Nu. Gli parve che la sua anima fosse fuggita.
[15.VI.1992]
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