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Dario Chioli

VENGONO STELLE SCINTILLANTI

Poesie dei diciassette anni

    

   

Sommario

1973Forse colei dalle parole radeNel mare d’infrangibile cristallo
Vengono stelle scintillantiLa radice lucenteIl sigillo
 Il volo delle ideeSe si ferma l’istante 
SorgentiNonostante me stesso1974
ErosNon hanno lacrimeSpade

    

   
 

Vengono stelle scintillanti
 

Vengono stelle scintillanti
e s’includono in me,
ed io allargandomi a dismisura
comprendo lo spazio infinito del mondo.
Corrono i princìpi del bene e del male
e cozzano splendidamente:
dal loro dissolversi io nasco.
E mentre mille roghi dall'alto e dal basso
bruciano i troni dei princìpi e dei prìncipi,
io, come disco che vola lanciato lontano dagli occhi
e vicino a se stesso, e al profondo
immutabile vento del cammino,
per sempre illimitato irradio gli universi
e il mio sguardo contempla il proprio andare quieto
di là tra dimensioni intuite vaste,
di sé immemore, attento a trovare in se stesso
l’atto puro dell’essere.

25.2.1973

   

   

Il volo delle idee

Compiaciuto osservo il volo delle idee.
Poco tempo, e in terra ritornano,
vergognose nascondono il viso.
Di nascosto mi ci guardo sperare,
di nascosto mi derido e compiango,
di nascosto mi uccido
per rinascere,
per rinascere.

31.III.1973

   

   

Sorgenti

Ora vedete quanto nuovo e strano
è il nostro vivere, di noi che attingiamo
alle sorgenti della pura gioia
quando un sorriso ci pone dentro l’anima
un petalo di luce ed una fonte
fresca e discreta.

26.IV.1973

   

   

Eros

Dove io uomo e io donna v’abbracciate,
sé, solo sé voi siete nell’abbraccio:
Eros, lui solo, è in voi vivere ed atto.
 
Dove voi nudi, perfettamente uniti,
senza pensieri al di fuori di quest’uno,
in ciò siete coscienti di ciò senza riserve,

 ecco in voi Eros, del sé forma suprema:
fin qui non giunge coscienza d’esser due;
qualunque istante è immergersi nel sé.
 
Qui il vostro io, che guida il vostro moto,
ha trasceso il sembiante; per l’eros di voi due
all’atto assoluto si dà tutto ogni istante.
 
A picco nel sé, o tu finale io,
trascendi la coscienza che è stasi ed esame,
nel moto perenne trascendi la fatica.
 
Nell’atto assoluto di Eros è il sapere,
completo, gioioso, cosciente, senza scelta:
trascende il cercare, perennemente trova.
 
Chi è solo non ama: costui vive cercando;
chi ama non cerca: costui vive trovando.
È questo in eterno nell’atto di scoprire,

 è quello senza sosta in faticosa stasi:
a quegli, che trova, per sempre Eros darà
la vita e il sapere, e all’altro toglierà.
 

31.V.1973

   

   

Forse colei dalle parole rade

Forse colei dalle parole rade
vorrebbe porre a sera dentro le mie mani
il bacio occulto, il frutto del suo corpo.
 
Restando sola in queste sole notti,
chi sa se mai non cederebbe ora
al nodo che l’avvinca, zattera sul fiume,
traendola nell’aria rossa, dolce, ombrosa?

18.VI.1973

   

   

La radice lucente

Millenni oscuri pesano sul vivere:
dov’è la gioia che non s’effonda nel nulla?
dov’è il passaggio che non percorra cunicoli di tenebra?
dov’è il volto cui non copra un velo?
dov’è la radice lucente dei secoli?

28.VII.1973

   

   

Se si ferma l’istante

Se un luogo c’è dove non giunge il tempo,
se un tempo c’è dove non sia lo spazio,
se infine c’è un vivere che non sia neppure un vivere,
sì, noi davvero cerchiamo.
 
Se si ferma l’istante e il punto non si espande,
se il punto non è nulla e se l’istante è vuoto,
se insieme tutto il futuro è passato e il passato futuro,
sì, non cerchiamo inutilmente.
 
Se nell’angoscia siamo volati sopra l’antitesi e la morte
e il dolore abbiamo tradotto in amore,
se nello spirito il soffio di Dio e il suo fuoco abbiamo adorato
e nel fuggire dal nulla profondo delle matrici
tra apocalissi e oscurità umilmente divini siamo divenuti,
sì, noi cerchiamo il vero.

2.XI.1973

   

   

Nonostante me stesso

Nonostante me stesso,
da me stesso all’Inantitesi mi guido,
mi guido al cadere dei veli.
E sia breve pianto la ragione.
 

Come sognndo, il mio schema
fuor degli schemi mi trae, mi porta
alla luce di Dio, così strana.
Parrebbe ogni cosa ingannevole nodo.
 

Dai visceri sorge il respiro che trasmuta,
anela voluttuoso a un libero mondo nuovo,
al fiore di vita oltre stagni d’angoscia.
E vorrei la vita come un docile destino.
 

Follemente infrange i vincoli quest’anima
e riversa sulla morte morte ardente.
E ozio e sogno è ormai la ragione.
E profondo concluso bagliore mi conduce.

2.XI.1973

   

   

Non hanno lacrime

Negano il pianto
a questo mondo oscuro.
 

Spregevole, dicono,
è piangere.

 
Non hanno lacrime:
deserti senz’acqua che disseti,
un cielo senza nuvole né stelle.

Non hanno lacrime:
suonano arpe che non hanno accordi,
la loro ala della musica è ferita.

 

8.XI.1973

   

   

Nel mare d’infrangibile cristallo

Acquazzurra è il cielo
e scende goccia a goccia
filtrando dalla volta che riluce
del gioco degli specchi a cui ricorrono,
nel mare d’infrangibile cristallo,
le ombre che ci celano invidiose
per entro labirinti eterno lume .

28.XI.1973

   

   

Il sigillo

Apponi il sigillo alla mia vita, o Dio.
E poi apponi il sigillo al mio dolore, o Dio.
E poi apponi il sigillo alla mia gioia, o Dio.
 

Apponi il sigillo alla mia mente, o Dio.
E poi apponi la luce al tuo sigillo, o Dio.

1.XII.1973

   

   

Spade

Della luce le spade afferra il bambino;
della pioggia le spade afferra il bambino;
dei colori le spade afferra il bambino.
 
Impunemente le spade di Dio
sulle mani ingenue del bambino
giocano a lungo.

3.I.1974
  

   

    

   

 

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