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Dario Chioli
IN QUESTO MONDO DI FINI
In questo mondo di fini | Fuori d'ogni dimora |
Vado per luoghi che oscillano | Se non son nulla le cose |
Un vento di scomparsa | Questo fervido rivelare |
Nell'eco che si perde | Quel che, amici, v'annoia |
In questo mondo di fini
Io non ho fini,
In questo mondo di cause
Io non ho causa.
Sono dentro i tuoi passi,
nel seme del tuo pensiero.
ch'Io viva non c'è ragione:
di Me la ragione vive.
Più intenso dell'estasi,
più forte della morte,
non v'è segno che M'indichi,
non v'è chi M'accenda.
La mia voce trafigge
il più arcano segreto,
la mia luce t'oscura,
e l'occhio mio t'invera.
O uomo, sole pallido,
ombra dell'intermedio,
brucia nel mio segreto,
accenditi al mio buio.
Per molte vaste contrade
hai cavalcato il sogno,
per ere innumerevoli
anime tue lottarono.
Ma in quella nivea alba
che ha sciolto l'eternità,
siediti senza niente,
oltrepassa quest'ora.
Non c'è senso né scopo
né figura né moto,
non c'è sale né zucchero
nel gusto che non conosci.
Esci dalla tua casa,
vattene senza nulla.
O uomo, sole pallido,
trema della mia luce.
10/6/2008
Vado per luoghi che oscillano
tra l'essere e il non essere,
parlo parole che mutano
dal dire allo sprofondare.
Guardo dentro me stesso
il gran caleidoscopio,
mutando il mio cuore salgo
nelle regioni perdute.
E quando mi sia inoltrato
tra il vento di ieri e il futuro,
non più presente m'inchino
a quant'è inafferrabile.
10/6/2008
Una parola che fugge:
solo nel mondo sosto.
Un vento di scomparsa:
non ti dirò che appare.
10/6/2008
Povero senza speranza
di fronte a tutti constato
che quanto da me fu fatto
non fu fatto da me,
che quanto da me fu inteso
lo intese qualcun altro.
Guardo le mani vuote:
le cose tutte han cessato.
Ma forse una melodia
il poeta ha afferrato:
nell'eco che si perde
un gusto traccia la via.
10/6/2008
Amori, e tracce di venti
che soffiarono un tempo,
memori d'un futuro
nato alle radici del mondo:
batte e ribatte il tempo
sulla porta della fuga,
sognando gli s'apra una porta
che ne divori l'oblio.
Dalla nuvola all'anima
scende una grande pace:
fuori d'ogni dimora
quello che era sarà.
10/6/2008
Se non son nulla le cose,
neppure il nulla è qualcosa:
quindi chi afferra chi,
o mente burlona e ciarliera?
10/6/2008
Se il Sé parla di sé,
ecco in me si ritaglia
un ruolo di spettatore.
Qualcuno guarda ammirato
questo fervido rivelare,
pieno di meraviglia,
appassionatamente.
10/6/2008
Quel che, amici, v'annoia,
diverte me per giorni.
Quel che vi scuote l'anima
suscita la mia noia.
Io stupisco che il mondo
abbia tante dimore,
che dei luoghi che amo
voi non sappiate nulla.
La vostra via non corre
dentro la mia visione:
conosco una via libera,
troppo densa per voi.
Se vi ci incamminaste
ci patireste assai:
la sete, dove io bevo;
dove ho gioia, tristezza.
Lode a colui che ha posto
tra noi tante dimore:
per chi corre e chi sosta,
per chi ha sete e chi beve.
10/6/2008
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