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Dario Chioli

GLI ALTRI AVANZANO

   

   

Quante cose dette

Carne e ossa gridano

Dov'è la Chiesa di Cristo?

Gli altri avanzano

   

   

QUANTE COSE DETTE

   

Quante cose dette

attraverso atti e pensieri

   

mi muovo in uno spazio puro

molti io si disperdono

molti sguardi ristagnano

lacrime li sciolgono

epopee del lamento

di derelitte maschere

   

quando mi guardo indietro

non ho più direzioni

   

al centro di tutto

chi è io? chi è tu?

l'evento travalica l'espressione

la verità spegne i sapori

l'identico non ha natura

lo sguardo è felice di perdersi

30/1/2010

   

   

DOV'È LA CHIESA DI CRISTO?

   

Dov’è la Chiesa di Cristo?

Decine d’anni che mi guardo intorno:

Soldi potere avvilimento,

Qualche santo qua e là.

 

Vado per via cercando

Negli occhi di chi passa uno sguardo

Che svii su per il cielo,

Ma è inutile, inutile.

   

Soldi potere avvilimento:

Dov’è la Chiesa di Cristo?

Predicatori in ogni luogo,

Che non imparano niente.

 

Cristiani di razza,

In croce mettono gli altri,

Essi però risorgono,

Vincono senza soffrire.

   

Nessuno più cerca nulla,

Studia nulla, vede nulla,

Ama nulla, ode nulla,

Nulla abbandona.

   

Dov’è la Chiesa di Cristo?

Teologi dell’abitudine,

Accademici con buoni uditori,

Niente croce.

   

Niente croce niente resurrezione,

Solo cervelli vuoti,

Cuori assenti, fedi

Prive d’anima.

   

Nelle chiese come musei,

Qualcuno prega, molti

Agonizzano nella meschinità

Senza nulla da dare.

   

Dov’è la Chiesa di Cristo?

Quel tempo fuori del tempo

Ove s’innalzano i silenti

Canti della santità?

   

Quel luogo fuori del corpo

Dove si mostrano enigmi

Che impegnano l’esistenza

In una cerca d’amore?

   

Dov’è la Chiesa di Cristo,

Dove risorge la mente,

Fatta tutt’uno col vento

Che spira dal Paradiso?

   

Dove il pensiero si espone

In lunghi giri amorosi,

Tratto alla luce del sole,

Alla sua pace lucente?

   

Temo il teatro si chiuda,

Entrino demoni orribili,

Sovrasti gli uomini un fato

Che non desidera alcuno.

11/3/2010

   

  

CARNE E OSSA GRIDANO 

   

Carne e ossa gridano

Non c’è anima

   

Nei santi libri elencano

Le colpe che assillano la mente

Le ho tutte

   

Qui piantato in terra

Senza ali

Senza pianto

Secco e vuoto

Non sono nulla

Per questo non dispero

   

Se fossi qualcosa

Potrei perdere qualcosa

Ma cosa perderò

Se non ho nulla da perdere?

   

Non c’è anima

Non c’è anima

Per quest’io

   

Ma io non ho un io

   

Mille io centomila io

Nulla da tenere nulla da perdere

Quel che mi raffiguro è un sogno

   

Carne e ossa gridano

Non c’è anima

   

Una debole fiamma fatica a accendersi

Ma neppure si spegne

È come qualcosa che non si vede

Perché è sempre lì

   

Mille io centomila io

In questa farsa di maschere

Lo sfondo è sempre il medesimo

   

Quando quest’uomo se ne andrà

Sarà più intenso il suo andare

Dello svanire di un io

   

Nel disfarsi di ossa e carne

Forse la debole fiamma

La debole, sì, perdura

Mentre i forti se ne vanno

   

Un gran paese

Mille torri mille anime

E qualcosa che nessuno vede

   

Tutto svanito

Salvo questa piccola cosa

   

Quant’è ridicola l’immagine

Che restituisce al superbo il suo cadavere

Quant’è buffo che una fossa

Trattenga chi ha vissuto tra i marmi

   

Nerone con la sua domus aurea

Tu col tuo condominio

Non cambia nulla

   

Vento su vento

Carne e ossa scompaiono

Il vento va e viene

   

Carne e ossa gridano

Non c’è anima!

   

Eppure respiro

In ogni istante un dio

Più grande di me

   

Forse se mi dimentico

Permarrò nella sua memoria

5/4/2010

   

    

GLI ALTRI AVANZANO

   

Gli altri avanzano,

io solo retrocedo.

   

Il peso della mia idiozia

mi stanca,

le cose che accumulo

mi paiono polvere,

mi danno noia

i pensieri che coltivo.

   

Il tempo divora la forza,

la sicurezza vien meno.

   

La verità è impegnativa,

non esce quasi di bocca;

ne escono solo follie

configurate sulla follia del mondo.

   

Eppure il mondo non è del tutto chiuso:

ne sono chiuse le porte principali,

però succede che qualche porticina,

senza parere, permetta di passare.

   

Allora esco sull’antica strada

e inspiro qualche refolo di spirito divino,

poi mi ritiro, quasi avessi timore

d’essere vivo in questo corpo di cenere.

12/5/2010

      

 

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