Cum Venus surgat hodie
(Appocalisse de Venus)
Arei sentor
de groria e amor,
de cosa victoriosa.
Arei nel cor
lo dur’allor
de dea tormentosa.
Arei de l’or
lo resplandor,
lo che la mens disposa.
E po’ sarei,
deo sarei,
co Venus dea sposa.
Dulcisima
de eternità
fascinosa et virtuosa.
Et rivedrei
gratia de lei
vita assa’ groriosa.
Venus serà,
dea serà
d’ogne alma coragiosa.
Buon’ sorte arà,
sire sarà
ogne alma fortunosa.
Tu conterai,
et spezerai
ogne vertù fangosa.
* * *
Sorge del mare Venus et ciascheduno acorre et ne conosce ’l destino.
Et chi ha luce et chi n’esce ’n cappe.
Profondo e tenebroso è l’aere.
Po’ n’esce de lume un tenue raggio
et disvela cortei di fanciulle luminose et iocose.
Indi se sveglia ’l core a’ morti et ogniun se rivela.
Et chi se china a’ passi de Venus et chi ne è strutto.
E que’ che strutti sono, eran contenti.
Inno risuona e appare stella ’n cielo
et angioli misconosciuti n’escono
et cantando iettano stupore,
che e’ non pareva cosa agevole
novamente cantare intra li huomini.
15.XI.1979
Canti in onore di Venus
Venus per vena,
straziante amore
che annoda corpo e cuore.
Venus per vena,
siedi nel fondo
e anche conduci il mondo.
Venus diffusa,
madre celeste
in sangue e umori infusa,
confonditrice,
difenditrice,
sonoro maschio canto,
tu sei guerriera,
tu sei straniera
ad ogni inetto santo.
Venus danzante,
nave fluttuante,
tu nebbia rugiadosa,
soccorritrice,
distruggitrice,
fa’ vivere la rosa.
Il fiore volge
la sua corolla
al sole che lo culla;
nel vasto cielo,
strappato il velo,
sacrifica alle stelle.
Venus, le belle
figlie del sole
da sempre tue sorelle
conduci in fondo,
fino al profondo
vasto fine del mondo.
Giù nelle vene
del corpo ed anche
per le illusioni stanche
conduci l’uomo
che va cercando,
lontano camminando.
Venus per vena,
o Mente piena,
o santa dolce sposa,
conosco cosa
che in cuore posa
e fa viver la rosa.
O Venus bella,
per ogni Stella
sorgi in cuore gloriosa.
Tu sei quel Maschio
che in ogni cosa
dimora per chi osa
e non riposa
più quando appari
il calice, e la rosa.
O dolce sposa,
Notte preziosa,
Venere vittoriosa,
originaria
dea dell’Aria
per chi non ha più stanza
e con costanza,
e con pazienza,
va cercando sapienza.
O Venus grande,
Intelligenza,
dea del Fuoco e amante
di chi già brucia
per la coscienza
di esserti distante.
O Venus dea
del Mare, crea
per noi con la magia
isola chiara
che pace dia
a questa guerra amara.
O tu, disserra,
pregevolissima,
tu madre della Terra,
i tuoi segreti,
i tuoi remoti
filtri con cui disseti.
O tu castissima
Madre del mondo,
amante limpidissima,
nessuno vive
oltre le rive
da te fissate al mondo.
Venus per vena,
centro del mondo,
sua intelligenza piena,
dall’infinito
volta al finito
nulla ti ha definito.
O indefinita
ragion di vita,
o tu che serri e schiudi,
conoscitrice,
Natura autrice,
ogni esistenza includi.
O tu feconda
dea dell’onda,
occhio che ognuno sonda,
dea amorosa,
desiderosa,
Venere lussuriosa,
per me sarai,
Venus per vena,
amata e cruda pena.
Luce freddissima,
ghiaccio bruciante,
starò ghiacciato e ardente,
ma in te splendente,
in te sorgente
figlia d’ogni splendore,
figlia del cuore,
difenditrice,
poi non sarà che amore.
Duplice aspetto
della vittoria,
o strada aperta al cielo,
dentro l’oscuro
cuore del mondo
tu sei arsura e gelo!
Fiumana in piena,
Venus per vena,
sarà la mia ventura!
Già sorgi e brucia,
disvelatrice
essenza mia futura!
O Venus bella,
giuro che ella
sol spegnerà l’arsura!
Si giuri a Venus pura!
15.XI.1979
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