La mia mente Batte, ribatte, stretta in un cunicolo senz'aria, la mia mente senza illusioni. 29.IV.1971 Chi al posto giusto? La vita va avanti, io resto indietro: chi al posto giusto? 5.V.1971 Il sosia Forse in un sepolcro giace un nostro sosia perduto. 5.VI.1971 E giunto a casa E giunto a casa, al termine di una vita, mi coglierò alla finestra a vedere un cielo non azzurro, non sereno, non grigio, non buio, non piovoso né luminoso, un cielo senza colore, strappo lacerante nella sua profondità. 11.VI.1971 In questo piovoso infinito Perché non vi è nulla che non finisca né nulla che non inizi, perché non vi sono fiori senza primavere né foglie ingiallite senza autunni, perché anche la vita va via, io voglio fermarmi, ignoto e solo distendermi in questo piovoso infinito. 11.VI.1971 Luci nel chiudere gli occhi Strano è vivere: un momento fermarsi e non ricordare cos'è. Guardarsi intorno attoniti, senza parole. In un'immensa chiara eternità non ricordare che vaghi colori e luci nel chiudere gli occhi e pensare. 11.VI.1971 E ancoro la vita E ancoro la vita in un lontano porto e parto un istante e vado ad una meta donde non tornerò. 23.VI.1971 Un angelo ateo Se parlo con ardore troppo puritano di te, mio Signore, mandami un angelo ateo a ridimensionare il mio compito di uomo. 28.VII.1971 La palla di luna Una sola cosa ricerco: la palla di luna perduta nel chiaro d'un sogno già stato. 22.VIII.1971 Aruspicina – Di che mi volete parlare, in questa sera vuota, fantasmi del mio tempo passato? – Dobbiamo dirti d'un tempo vicino, d'un'ora che da presso va inseguendoti. I miei fantasmi sono rimasti fermi a fissarmi, li ho visti svanire. E più non so se era un sogno, o la tremante immagine della candela semispenta che ci illumina il cammino. 23.VIII.1971 L'orologio Tac! ha fatto una molla cadendo nel fiume: non sento più ticchettare l'orologio senza ore dell'amore. – Perché, sventurato, hai gettato l'orologio?" – Ho visto ch'era notte tarda, s'era spenta la luce che illumina il viandante, e il mio orologio segnalava l'alba, perciò l'ho preso e l'ho gettato nel fiume. Ma la notte passava, m'accorsi ch'era mattino. E corsi lungo il fiume a rintracciare l'amore". 23.VIII.1971 Dopo vanamente gridato Dopo vanamente gridato e corso per nulla, infine ci si ferma attoniti e si invoca assai la pace, e la candela si spegne d'un soffio dolce. E ci culla l'acqua eguale di un lontano giorno in cui ci sentimmo di nascere e dentro sapemmo di vivere. 24.IX.1971 Parti pure Se mi dissi: ecco la vita, se ti dissi: tu sei vita, non volermi male per questo guaio che senza volere ti diedi. Parti pure, se pure hai meta. 30.X.1971 Nessuno è più lieve Mi hai raccolto in uno sguardo. Senza parlare mi hai chiamato. Invero posso dire che nessuno è più lieve e forte di te. 30.X.1971 Assalendomi il sogno Poiché vissi di vita eterna, e la sentii come figlia e madre, recando al cielo le mie speranze e assalendomi il sogno nella sera scura, levai le mani e volsi gli occhi in su, parlando di Dio alle foglie ingiallite e della morte ai bimbi ridenti e della mia allegria alla nebbia chiusa della mia città. 4.XII.1971 Aprire al sole La mia anima emerge dal giogo delle strade; essa corre nei sogni sospirati, è grande, forte, potente, squassa le tenebre di un giorno buio, apre al sole la mente ottenebrata, propaga canti e suggerisce immagini. Afferrarmi non può il cuore sudato del mondo, né la fantasia chiusa del filosofo, né il comune dialogo degli uomini. Eppure è facile: basta una mano innocente. Tende il bimbo nel giorno gli occhi a cercare il mondo: nella sua chiara infanzia lancia un grido e risponde. 12.I.1972 |