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LEGGENDA DEGLI UNICORNI DORMIENTI
Dario Chioli
Nella lingua dei fieri animali selvaggi "uomo" significa "signore del nome che è il mio destino". Essi perciò non ci chiamano oggi "uomini". Ci chiamano invece "gli pseudo".
2. E dicono essi che noi non siamo che una piatta copia di ciò che una volta è stato.
3. E i Re di essi più non scendono al nostro mondo incolore.
4. E dormono gli Unicorni in attesa della nostra morte.
5. E non sognano di noi.
6. Ma ecco, se talora si svegliano e ci vedono, ci prendono per un freddo incubo che li assalga. E per il violento potere che li contraddistingue gridano allora "oblio" alle nostre vite. E questa parola è la morte di qualcuno di noi. E noi diciamo essere il caso quel che in verità fu la nostra pochezza.
7. Ed ogni essere che noi uccidiamo sale al mondo degli Dei.
8. E là lo chiamano "Testimone del bello" e "Vittima dell'oscurità".
9. E gli apprestano pascoli e steppe, e boschi che non hanno fine.
10. E qui corrono ruscelli d'acque limpide, ed è il nostro spirito obliato. E ognuna delle nostre vittime beve, e il mondo oscuro inaridisce, perché ogni sorso degli esseri selvaggi trae ad essi quel che restò di puro.
11. E noi non possiamo ricordare, non possiamo più vivere, se non in virtù di un canto che cerchi il passato.
12. Allora un Re di allora ci sente, ascolta e va in cerca dell'uomo.
13. E tacciono gli animali selvaggi, e si astengono per un attimo dal bere.
14. Ed in quest'attimo fluisce nella nostra mente l'acqua limpida del destino.
15. E questo è per noi un dolore, e un esser soli senza confine.
16. Ma, splendente, una Sonatrice di Flauto ci accoglierà sulla porta che esce dall'oscuro.
17. E sonerà il nostro nome di Re.
18. E i Re ci accoglieranno come veri membri della loro stirpe, e anche ci chiameranno con un nuovo nome.
19. E questo nome è: "gli ultimi".
[26.X.1984]
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