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GRAMMATICA
Dario Chioli
Forse, caduto giù, nel mare oscuro,
s'innalza l'uomo assieme alle sue onde,
quindi sorgendo va verso la luce.
Le nostre parole sono germi di sapienza; ma noi, pur pronunciandole, non sappiamo comprenderle.
Le parole vanno infatti di là dal loquente; oscuro è il loro senso, affonda nel sé: scoperto, non ha più parole.
Le parole sono il senso della nostra storia: insieme questa e quelle vengono trascese.
Nel verbo, sia pensato che pronunziato, è celato Dio; allorché questi appare, più non vi sono né pensiero né pronunzia.
L'io parla con parole del sé; ma le riveste con la sua incoscienza.
Il sé, immerso in Dio, è privo di parole; l'io se ne stacca offuscandone la luce e generando parole.
Ritrovando Dio, l'io s'annienta; sprofonda nel sé, diviene il sé: non ha più sostegni.
Parla e discute l'io; ma il sé a cui esso tende, solo con Dio, non sopporta discussioni.
Dirigersi al sé, ritornare al sé è l'unica verità dell'io; se questo ritorno chiamiamo parola, allora il sé ha parola.
L'io tende all'unione col sé: tra di loro la nostra storia; fuor di essa, in unità scrutato, appare Dio.
Nessuna affermazione può essere negata. In essa parlano il sé e l'io, il sé e l'io ne costituiscono la realtà: chi negherà la realtà?
Anche il negare afferma, poiché ogni parola scorre tra il sé e l'io, tra l'io e il sé.
Il contraddire è apparenza. Verità è l'affermante, verità il negante: puri fantasmi lo scontro e i contendenti.
Il contraddire è cosa dell'io; svanisce sulla strada del ritorno al sé.
Matrice dell'antitesi è l'essersi alienato dell'io rispetto al sé, cioè la divergenza di coscienza ed essenza.
L'ultimo e il primo nel sé son ritrovati; si pone infatti l'essere al di sopra del tempo.
Traduci la parola scoprendone il senso reale, ed andrai oltre il tempo, poiché il senso reale della parola è il sé, che è di là dal tempo.
[5.VII.1973]
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