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Alberto Mengoni

COME MI SONO AVVICINATO AL CHAN

 

 

Caro Dario, il mio approccio al Dharma Buddhista è avvenuto circa ventidue anni fa, ad una conferenza a Roma di un Lama Tibetano. In una successiva occasione, sei mesi dopo, conobbi Cristina Martire.

Ma già da qualche anno ero stato fortemente attratto, proprio nel profondo, dalla spiritualità. Ero stato avvicinato dagli Hare Krishna, che ho frequentati per un paio di anni, conoscendo Giorgio Cerquetti il quale  allora era il responsabile di zona di Milano, ma che io conobbi a Roma.

Poi, poiché mi interessavo anche un po' di politica, mi avvicinai al gruppo di Osho, conoscendo Majid Valcarenghi (quello di Re Nudo) intorno al 1980. Ebbi un avvicinamento a Spirito-senza-Frontiere, aumentando sempre di più il mio interesse per la vera spiritualità che elimina le visioni egoistiche.

Sono stato per sette anni frequentatore e discepolo di Raphael, dell'Âshram Vidyâ, aprendomi così alla visione advaita, cioè non-dualista, e questo mi ha veramente segnato, facendomi sentire molto forte il richiamo di una verità metafisica non comprensibile con i sensi ordinari della mente comune.

Tutte queste strade si intersecavano in me, Buddhismo ed Advaita Vedânta si fondevano insieme.

Un giorno poi io e Cristina eravamo su una montagna della Sabina (nei dintorni di Roma) ed avevamo portato con noi un libro sul Chan (Il Sûtra di Hui-Neng). Devo dire che avevo già letto qualcosa sul Buddhismo Cinese e ne ero rimasto affascinato, perché mi sembrava proprio l'esatta fusione delle visioni del Buddha e di Shankarâchârya, ma fino a quel giorno era tutto rimasto a livello concettuale.

Io e Cristina ci mettemmo sotto un albero a leggere e a far commenti sul libro di Hui-neng.

Beh, a parole è impossibile descrivere ciò che ci accadde. Ma credimi, successe qualcosa di incredibile e di impensabile.

Entrambi perdemmo la cognizione del tempo.

Ci sembrò di essere nella antica Cina, su di una montagna, e entrambi provammo la sensazione intensa di essere due monaci novizi nel monastero Shao-lin, seguaci di Hui-Neng stesso.

Provammo l'esperienza profonda di comprendere gli arcani insegnamenti della verità nascosta, e tutto fu così "reale" (nel senso che lo sentivamo reale) da farci capire la vera qualità di tutte le cose esteriori e interiori.

Insomma, da quel momento entrambi prendemmo la decisione di creare una sorta di gruppo di autocoscienza Chan, perché ci sembrò che quello fosse stato lo scopo della nostra percezione.

Come penso tu sappia, nel Chan le parole sono importanti fino ad un certo punto. Ciò che conta è attivare la mente profonda del proprio stato di essere e cercare di scorgere nella nostra coscienza individuale (manas) la Coscienza Assoluta (citta), che è quella che è, era e sempre sarà, il nostro cosiddetto Volto Originario, ciò che ci ha permesso di essere qui a relazionarci, ciò che ci dà la facoltà di conoscere, ciò che ci dà perfino la possibilità di rimanere 'ignoranti'.

Non è assolutamente possibile dare un 'nome definitivo' a tutto questo. Qualcuno gli dà il nome Dio. Ma è sempre una mente umana che dà i nomi. Quindi anche la parola Dio è una creazione della mente umana. 

Chi ha sentito dentro di sé quel qualcosa che l'uomo chiama Dio, forse è costretto ancora ad usare le parole, quando vuole indicare quel qualcosa, ma dentro di sé non dà più ad esse alcun valore o significato.

Capisco che ciò è difficile da capire per chi non ha avuto ancora una simile esperienza, ma questo può servirgli ancor più da stimolo, come è successo a me e a tanti altri.

Quanto a Nirvana News, esso è un semplice bollettino spirituale che io divulgo tra i frequentatori del mio piccolo centro ed alcuni affezionati lettori che lo hanno apprezzato.

9.I.2005

 


Alberto Mengoni ha insegnato Chan nel Centro Nirvana di Roma. È morto il 14 giugno 2015.

Si faceva chiamare anche "Aliberth". Così mi scriveva il 6 gennaio 2005: «A volte mi firmo Aliberth, che è il nome che ho scelto come insegnante di Dharma, infatti se lo ripeti spesso consecutivamente esce fuori... Libertà, che è ciò che voglio esprimere».

Diresse dapprima il bollettino Nirvana News e poi il sito web del Centro Nirvana – www.centronirvana.it – che ora purtroppo non esiste più. Conteneva una gran quantità di testi interessanti, una parte dei quali si può ancora ritrovare all'indirizzo http://web.archive.org/web/*/centronirvana.it/*

D. Ch.

 

 

 

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