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DIALOGO CON MIKE PLATO
SULLE QELIPPÒTH E HARMAGEDÓN
16/1/2005
Mike Plato - Lo spirito libero è di pochi, e quando parlo di spirito libero alludo alla capacità e al talento di camminare da soli, senza legarsi ad un guru, per istruito che sia. Occorre però aver percorso la Via in altre vite, e ritrovare in sé le esperienze necessarie per contrastare Belial e il Lato Oscuro che sempre cercano di deviarti dal cammino e spingerti a creare qelippòth o forme pensiero provenienti da quella che Boehme chiamava con acume falsa volontà egoistica. Qualche volta incappo nella trama di Satàn e devo dire che è straordinariamente astuto. Ma questa è altra storia. Volevo dirti che l'apocalisse, Harmagedón e l'ultimo giorno non sono solo un periodo esterno di cataclismi in cui il seme adamico sarà giudicato – il Grande Giorno, che si inserisce nel Grande Anno – ma soprattutto rappresentano l'inizio dello sterminio alchemico attraverso l'amara coppa dell'ira. Giorno terribile è quello per tutti coloro che si sono immersi nelle acque purificatrici del nostro Giordano. La vecchia visione se ne va e tutto assume un nuovo aspetto ai tuoi occhi. Inizi a combattere con la luce e con le tenebre, che vedi meglio grazie alla separazione operata dalla spada dell'ira. Il punto è che quelli che stanno vivendo Harmagedón (la guerra santa) dentro di loro, probabilmente non vivranno il giorno dell'ira esterno.
16/1/2005
Dario Chioli - Le trame di Satàn/Belial sono
sicuramente multiformi. Ma le trame di Dio lo sono incommensurabilmente di più.
Non vi è alcuna simmetria. La simmetria Dio/satana è un'illusione satanica,
direi anzi: un'autoillusione satanica. E non vi è limite alla generosità di
Dio. Qualora serva, tutte le esperienze di ogni epoca sono disponibili.
Io sarei prudente nello stabilire i tempi e il modo di Harmagedón. Troppi
l'hanno fatto con pessimo esito. Combattere il male è certo un nobile intento,
ma dapprima, lo sai bene, bisogna vincerlo in se stessi.
Vi è tuttavia un'applicazione interiore di tutto ciò, ben più interessante di
quella esteriore.
Quanto ai giorni dell'ira, i Suoi giorni non sono i nostri giorni, e i segni
visti da ciascuno di noi sono solo quelli che lo riguardano, quelli funzionali
al suo cammino.
Sta' attento – dico a me stesso ed anche a te – a non vedere
"secondo" il desiderio, invece che "dentro" il desiderio.
Perché dentro le qelippòth è pur nascosta la scintilla divina, ma nel
guscio che scaturisce dal suo modo di costituirsi c'è solo morte.
Perciò il sapiente vede la luce anche nel mezzo dell'inferno, e lo stolto
patisce l'inferno nel mezzo del paradiso.
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