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DIALOGO CON GLI INTERNAUTI

SUL DIES IRAE E IL PERDONO

   

   

22/4/2009 Dopo aver letto la mia traduzione del Dies Irae, l'amica M. A. mi scrive quanto segue.

«Mi torna alla mente la frase di Gesù rivolta alle donne durante la passione: "Non piangete per me ma per i vostri figli". Noi mamme per amore piangiamo per i nostri figli e col cuore sanguinante ce li stringiamo sul petto strettamente, quasi a volerli far rinascere a nuova vita col sangue. L'amore delle mamme perdona: perché Dio non dovrebbe?»

* * *

D. Ch. - Se credessi di saper dare risposta a una domanda che attraversa tutto il Libro di Giobbe senza trovarla, sarei un imbecille.

Il perché del male si scontra con la debole mente dell'uomo, che non sa rispondere.

L'unica mezza risposta che conosco è fare quel che si può e, per quanto ci riguarda, perdonare a tutti.

D'altra parte la risposta teologica sarebbe che il perdono non viene dato perché chi è andato a fondo nel male ci sta per sua volontà e perciò non lo vuole (mysterium iniquitatis). Questo naturalmente non riguarda chiunque, ma i mentitori e gli ipocriti. Coloro che sbagliano e si pentono, o coloro che non sanno di sbagliare, o che credono giusto sbagliare (c'è anche questa categoria) non rientrano a mio avviso nella categoria.

   

 

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