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SUL NEW AGE E ANCORA SUL COMPLOTTISMO

Alfredo Cosco & Dario Chioli 

   

   

Alfredo Cosco, 5/12/2009

Caro Dario, vorrei farti alcune domande.

Ti vedo spesso molto duro verso il New Age. E in buona parte concordo con te. Se penso a tutta l'accozzaglia di pleiadiani, venusiani, maestri ascesi, pseudoritualità, pensieri positivi ossessivi, mi viene voglia di mettere mano alla pistola...

Ma non credi che ci siano anche delle cose da salvare?

Che molta gente in qualche modo sia riuscita ad arrivare a diverse visioni della vita, della malattia, della guarigione, delle ferite interiori?

Non credi che in tutto quel calderone vi siano comunque stati personaggi particolari capaci di ispirare la gente e di scuoterli e incoraggiarli nella riscoperta del proprio potenziale?

Che comunque, seppure con mille ingenuità, errori, confusioni, da alcune letture e incontri molte persone abbiano ricavato una spinta all'amore, uno scongelamento interiore, un cambio di rotta rispetto alla propria vita consueta?

Tu butti a mare proprio tutto?


Dario Chioli, 5/12/2009

Caro Alfredo, hai abbastanza ragione. Qualcosa da salvare ci deve essere.

In effetti, se fai caso, io ho raccolto in un libro (Studi sull'anima e sulla coscienza) articoli di quello che del New Age può essere considerato il fondatore, se non altro perché fu probabilmente quello che introdusse il termine: Alfred Richard Orage, che diresse a lungo la rivista "New Age" dove si espressero vari tipi di ricerche alternative.

Nel New Age originario confluirono istanze di riforma sociale, nuove forme artistiche e di ricerca, con espansioni culturali verso l'oriente e tanti altri elementi. Si trattava di pionieri pieni di entusiasmo. Alcuni tra i primi teosofi trasformarono l'India (la Besant lì è una specie di eroe nazionale) e tanta parte della cultura occidentale. H.P. Blavatsky, G.R.S. Mead, Isabel Cooper Oakley, Yogi Ramacharaka, i Roerich scrissero cose che risultano interessanti ancora adesso.

Quel che oggi suscita la mia irritazione è che la maggior parte del cosiddetto attuale New Age è in realtà una pura operazione commerciale, legata a una quantità di mistificazioni incredibili. Passano poi per magistrali opere come quelle di Aïvanhov, che sono solo delle fusioni sincretistiche di antiche tradizioni (ma c'è anche di peggio), mentre ciarlatani assoluti spacciano menzogne con la benedizione dei mass media.

Il problema, dal mio punto di vista, non è che si sbagli un'interpretazione, questo fa parte del cammino. È che si parta fin dall'inizio con la mentalità del venditore di detersivi: non dire quel che si sa, ma quel che si pensa l'altro voglia sentire.

Inoltre ci sono delle costanti inquietanti: l'anticristianesimo (uno non deve per forza essere cristiano, ma perché essere anticristiano?), il complottismo (pensa ad Icke, riedizione new age dei Protocolli di Sion), la pseudotradizione in malafede totale (pensa a Ramtha e a tanti altri).

Il discorso comunque è enormemente complesso, e c'è di tutto in giro. Del resto nessuno padroneggia tutto quanto va sotto l'etichetta New Age.

Recentemente ho letto un libro di Carla Perotti, dove l'autrice racconta il suo cammino attraverso l'esperienza del cancro (per fortuna a esito positivo). Contiene tante cose che magari non condivido, ma insomma si vede che sono state usate per andare avanti, per reinterpretare in senso di guarigione la propria vita. La trasformazione dell'ordinario nel mito è una bella vicenda, che si avvalga di sogni, di esperienze mistiche o di interpretazioni esoteriche. Ma bisogna che di fondo ci sia appunto il coinvolgimento in un cammino personale e la buona fede; senza questi elementi nulla ha valore.

Quanto all'utilità che possono avere anche le mistificazioni, ne sono assolutamente convinto. La verità è più sottile che difficile, per chi parte per una sua strada spesso c'è a disposizione solo qualcosa di grossolano, ma l'intenzione ne sa egualmente far uso. Per questo Gustav Meyrink, per esempio, sfuggì alla depressione e al suicidio dedicandosi dapprima allo spiritismo anche se in seguito evolvette verso visioni più interessanti.

Insomma, non conta tanto dove uno passa, ma dove vuole andare. Non cosa fa, ma perché lo fa. Tutto il resto è nelle mani di Dio.


Alfredo Cosco, 6/12/2009

Carissimo Dario, mi ricordo "saggi" che al posto tuo alla mia ultima email avrebbero risposto con frasi come queste: 

«Dipende da come lo guardi» o «Il New Age non porta da nessuna parte» o «Ma tu cosa stai cercando?» o «Quanta mente c'è in te adesso?» o «È così importante sapere?» o «Ognuno fa il suo percorso»...

Tutte perle di saggezza... ma certe volte è bello sentire un discorso che non si limita allo slogan...

Voglio citare tre punti della tua email su cui voglio ritornare:

1) «il complottismo (pensa ad Icke, riedizione new age dei Protocolli di Sion), la pseudotradizione in malafede totale (pensa a Ramtha e a tanti altri)»
2) «Il discorso comunque è enormemente complesso, e c'è di tutto in giro. Del resto nessuno padroneggia tutto quanto va sotto l'etichetta New Age»
3) «Recentemente ho letto un libro di Carla Perotti, dove l'autrice racconta il suo cammino attraverso l'esperienza del cancro (per fortuna a esito positivo)»

1) – Dio mio, Icke... anni fa lessi tutti i suoi libri... fu un periodo in cui fui contagiato da una visione complottista della vita, e Icke (visto che mischia anche cose reali e veri complotti o vicende inquietanti nei suoi libri) mi sembrava drammaticamente convincente... o meglio: il troppo male, degrado, infamia, i rituali, le tante oscurità di cui avevo sentito parlare o avevo visto mi resero sensibile a quei suoi mallopponi. Ma col tempo ne vidi tutti i limiti. Vidi come lui troppe volte forzava e filtrava i dati a suo uso (magari senza esserne consapevole) e sentii un odore di "esaltazione" in quelle pagine. Il rischio è che certi studi e opere possano danneggiarti a lungo andare, creando in te troppa angoscia, ansia, paranoia, e anche disprezzo fanatico verso mondi pure complessi che tu tagli con l'accetta.

Ad esempio il complottista d.o.c. considera tutte le religioni creazione di entità demoniache malefiche, oltre che di élite umane assetate di potere, fatte per manipolare gli uomini. Per il complottista d.o.c. tutte le canzoni o i film che hanno successo devono essere necessariamente opera di manipolazione, altrimenti non avrebbero mai successo.

E poi tutto il contorno di Illuminati... nuovo ordine mondiale... rettiliani.. congreghe sataniche...

Domanda: di tutto il mondo complottista, delle loro affermazioni e teorie, tu cosa salvi?

2) – Ramtha è un altro caso enigmatico. Tu che ne pensi in concreto?

Certe cose non convincono proprio. Il fatto che si faccia pagare assai in primis, e poi tutto il sistema delle canalizzazioni.

Ma come mai studi effettuati su di lei riscontrano un effettivo mutamento delle funzioni biologiche, un mutamento corporale, come se in quel momento diventasse davvero un'altra persona? E in concreto, cosa ne pensi delle canalizzazioni?

3) – Mi interessa molto il libro di cui parli. Il tema della guarigione mi interessa da anni, e inoltre mi piace condividere questi brani o studi "ispiratori" e benefici con persone che stanno male. 


Dario Chioli, 6/12/2009

Caro Alfredo, vado alle tue 3 domande.

1) Del complottismo non salvo nulla, nel senso che c'è qualcosa di veramente satanico nel dedicarsi anima e core ai complotti. Quindi vedo nel complottismo forse il complotto peggiore. Ragionare come se il bene, la verità, la luce non esistessero: c'è qualcosa di più satanico? È questo il vero culto di Mammona, che vorrebbe sostituirsi alle visioni dei santi noti e ignoti che costituiscono la luce di tutte le epoche. Quello che inganna è che l'aspetto tenebroso della vita (tamas) è più visibile di quello luminoso (sattva), ed è più facile da riscontrare, e pesa di più sulla memoria e sul corpo. Ma bisogna scrollarsi di dosso questa schiavitù e cercare in se stessi e nel mondo il bene e l'amore, che vi esistono in dosi massicce, per quanto non siano quasi mai codificati secondo le attese dei nostri pregiudizi.

2) Ho letto un solo libro di Ramtha (alias Judy Zebra Knight) e m'è bastato (e pensa che per regalarmelo si erano messi in tre: due tibetologi e un gurdjieviano). Mi pare un'operazione commerciale sfacciata. Hanno preso delle nozioni parascientifiche da qualche rivista o libro divulgativo e le hanno composte in una coreografia misterica, spacciandole per sapienza di questo sacerdote di Lemuria di 35.000 anni fa che si esprimerebbe tramite la Knight. Nel frattempo la signora si becca quantità ragguardevoli di denaro che certo non deposita a Lemuria... Degli studi che dici tu, circa modificazioni biologiche, non so nulla, bisogna vedere se è vero, e ho parecchi dubbi che si sia sottoposta a controlli indipendenti. Ad ogni modo, per quel che ne so, potrebbe anche essere appunto solo un canale, come dire, "connivente". Per esempio la Brotherhood of Luxor sosteneva di avere direttamente e volontariamente causato i fenomeni che dettero origine allo spiritismo. Non che ci creda più di tanto, ma insomma gira anche questa tesi.

Le canalizzazioni poi non sono che la versione recente dello spiritismo, in effetti non cambia sostanzialmente nulla. Le connotazioni sono molto simili, la letteratura è perlopiù insipida e infarcita di svarioni e sentimentalismi, parole buttate lì per fare mistero e profezie generiche perciò inverificabili, in tomi di 500-1000 pagine. Come avrebbe detto Gurdjieff: merdité... Ciò non toglie che anche in questo caso, la letteratura essendo sterminata, vi possano essere delle eccezioni a me ignote. Ve ne furono nel campo dello spiritismo: i libri di diversi studiosi come Dale Owen, o Ernesto Bozzano, per es., erano interessanti perché cercavano di ordinare dei fenomeni e delle testimonianze che comunque vi furono o furono creduti essere, di modo che il materiale da loro, e da molti altri, riportato, giova se non altro a conoscere meglio la mente umana. E interessanti a modo loro per la stessa ragione lo erano i libri dei fondatori dello spiritismo. Quel che complica la vita al lettore nel caso del più recente channeling è che l'irruzione del marketing è enormemente invasiva. Ho qualcosa di più di un dubbio che costoro studino a tavolino come far soldi col business del channeling e scrivano il libro di conseguenza.

3) Il libro di Carla Perotti – che si dedica da moltissimi anni alla meditazione – è Nel Giardino della Guarigione, Primalpe, Cuneo, 2003, 10 euro. L'ho trovato interessante non tanto per la veridicità delle sue interpretazioni, a volte magari anche discutibile, ma per come tali interpretazioni vennero dall'autrice utilizzate a fini di guarigione.

   

 

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