Testimonianze
Trasformare il VELENO in MIELE …
Continuiamo con le mail che sono giunte al nostro sito, come proposte, o come risposte. Ma che differenza tra questi due ex-discepoli del Chan... Uno, che a modo suo, non ha più paura dei dèmoni del mondo samsarico, e l’altro che, conoscendone il pericolo, lotta invece contro di essi, anche se con metodi un po’… tantrici.
Da Paolo, a Centro Nirvana, Data: 20/11/06
Caro Alibert. Si, sono di Roma e sono sicuro che un giorno ci reincontreremo! Ed ecco la mia storia: fin da bambino ho sentito il grande anelito di affrancarmi da ogni forma di dipendenza cosicché ora riesco a sentirmi cittadino del mondo, per l'universo... c'è da attendere.
Devo subito dirti che non son riuscito a comprendere bene la tua citazione fatta a proposito del Budda: che cosa significa Canone? E guardare il male come Male? Ti sarei grato se tu potessi spiegarti meglio ed ancor di più se potessi usare un linguaggio più diretto. Vorrei pure confidarti che ho sofferto molto nel cercare il sentiero della Comprensione interiore. Quando lo scoprii per la prima volta pretesi di percorrerlo troppo velocemente e così feci degli inciamponi di cui porto ancora le cicatrici. Ora sono diventato molto più cauto, avanzo con passo lento e regolare senza più chiedermi dove tale sentiero mi condurrà e quanta strada c'è ancora da percorrere.
Mi basta la serenità che sento di momento in momento nel percorrerlo. Paolo
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
da Centro Nirvana, a Paolo, - Data: 20/11/06
Ciao Paolo... Allora, visto che sei di Roma, ritengo arrivata l'ora che tu ti ammorbidisca un pò e magari con l'umiltà che la cosa comporta, tu ti faccia vivo nel nostro piccolo gruppo di meditazione (dove TUTTI QUANTI si ritengono cittadini dell'universo, ma stanno con i piedi ben piantati su questa terra per poter aiutare tutti gli esseri ad 'affrancarsi' dalla sofferenza mentale, che è la vera creatrice della dipendenza e della schiavitù...
Riguardo al "Canone", esso è la summa delle regole e degli insegnamenti del Maestro Buddha, il quale per far illuminare i suoi discepoli, ha dovuto dar loro istruzioni su come governare e purificare la mente degli umani. E questo continua ad essere fatto anche ai tempi nostri... da tutti coloro che, samurai, soldati, monaci o persone ordinarie, vogliono veramente liberarsi da questa schiavitù e dipendenza... diventando maestri chan (soprattutto di se stessi).
Perciò, per altre delucidazioni, o chiarimenti, su questi ed altri argomenti illuminanti, ti chiedo di sacrificarti ancora una volta (probabilmente, l'ultima) a sottoporti umilmente a farti istruire da un tuo simile, che se sarai disponibile e volenteroso, ti aprirà la strada verso la conoscenza del tuo vero 'Sé', quello che da soli, purtroppo, NON RIUSCIREMO MAI A TROVARE!
Ti abbraccio e ti saluto, a presto, Aliberth
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
da Paolo, a Centro Nirvana, Data: 22/11/06
Caro Alibert, ti ringrazio per le spiegazioni fornitemi, sono state più che sufficienti a soddisfare le mie ormai modeste esigenze eruditive. Siccome ritengo di essere fin troppo morbido o meglio sono soddisfatto del mio grado di morbidezza, ti dico subito che non intendo sottopormi ad ulteriori trattamenti di sottomissione. Dico questo non per carenza di umiltà (che non è mai troppa!) ma solo perché sto già svolgendo il mio lavoro di autoriconoscimento da più di 30 anni.
Nei primi tempi di questa fondamentale esperienza accumulai tantissima informazione, anche troppa direi; conobbi diversi maestri, anche Chan, e da tutti ho ricevuto preziosi insegnamenti.
Tutto questo però ancora non mi bastava, sentivo che mancava ancora qualcosa. Allora ho deciso di ritirarmi dal mondo lasciando ogni sorta di attaccamento per approfondire con l' aiuto di un valido insegnante la mia ricerca interiore. Dopo circa sette anni di intenso lavoro ho bucato il tunnel esistenziale! Ho finalmente ritrovato il mio Maestro interiore e da quel momento mi sono affrancato definitivamente dalla mia sofferenza mentale.
Ora son ritornato a vivere in quel mondo tante volte detestato! Dopo aver dapprima imparato a rispettarlo, ho incominciato pure ad amarlo, per quel che è, ben consapevole della sua ovvia illusorietà. Ed è proprio alla luce di questa rinnovata consapevolezza che ti propongo, da compagno di viaggio, di andarci a bere un caffè insieme. Paolo
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
da Centro Nirvana, a Paolo, Data: 22/11/06
Caro Paolo, tutto ciò che mi hai detto, l'avevo già capito... il problema si è creato quando mi hai chiesto delucidazioni sulle frasi del Buddha... ho quindi pensato che poteva farti bene conoscere COME il Buddha aveva raggiunto la sua illuminazione e perciò ti ho invitato nel nostro piccolo gruppo composto da persone che potrebbero anch'esse descriversi così come tu hai descritto te stesso, e quindi NON perché ti avevo considerato uno sprovveduto discepolo... Anzi, una persona come te, essendo rarissima da trovare, formerebbe un potente compendio di reciproca saggezza, come avveniva nell'antichità nei monasteri Chan (vedi Nan-chuan (Nansen) e Chao-Chou (Joshu), o Ma-tsu e Hui-hai, Huang-po e Lin-chi, ecc...).
Dopo una meditazione sulla vacuità e sull'impermanenza di tutte le cose mondane, si potrebbe benissimo anche andare a prendere un caffè... ma solo dopo! L'offerta è sempre valida. Ciao, Al
Qui, credo, che si sia chiuso lo scambio epistolare con Paolo (o Piero? o…?). Invece, si legga quest’altra mail, di un altro praticante che, benché ora usi il metodo Tantrico, si sente ancora impegnato. Perché, come dicevano i Patriarchi del Chan, un vero meditante medita fino alla fine dei suoi giorni…-------------------------------------------------------------------------------------------------
Da Silvano, a Centro Nirvana, Data: 23/11/06
Ciao Alberto, grazie di avermi inoltrato la mail di quel mio amico, che era stata inviata al Centro. Proprio un mio vecchio amico, fra i primi sannyasin di Osho, Milano anni ottanta. Una fase non dimenticabile, di energia e pre-consapevolezza, contemporaneamente alle spalle e presente tuttora. Come sto? Procedo in solitudine, fra lavoro, chan e tantra tibetani. Mi sono arrivati i numeri di novembre e dicembre di Nirvana News. Come sempre interessanti e stimolanti. Parto sempre dall'ultima pagina, per vedere, dalle tue riflessioni, come va il Centro. Penso sia difficile insegnare in tempi in cui è sconosciuta la fiducia e la devozione all'insegnante. Non fa parte del nostro universo culturale, in cui l'attaccamento all'ego è mascherato dalla filosofia del primato degli individui. E' un equivoco, come spiega Raimund Pannikar, "l'opposto dell'individuo non è la massa, ma la persona". Nella persona c'è il conflitto fra ego e apertura mentale, nell'individuo l'ego è tutto l'universo. Tant'è, anch'io faccio ancora qualche fatica ad entrare totalmente nel guru-yoga e nelle prostrazioni. Anche anime antiche stentano a ritrovare il filo delle pratiche e dei passi percorsi sul sentiero in tempi di instant coffee and instant illumination. Il Dalai Lama sta cercando di trovare un filo che lega scienza e buddhismo, per dialogare con la mente moderna, ma penso sia dura spiegare l'oceano di sofferenza con qualche criterio scientifico. Ma intanto ci prova. A proposito, grazie del libro sul saggio-folle drukpa kunley, di cui sapevo qualcosa, e che leggerò volentieri. Grazie anche per gli insegnamenti di Chan, che come le cose buone maturano, nel tempo e con la pratica. Due punti dell'insegnamento mi sembrano preziosi: il costante ancoraggio all'impermanenza (paradosso fecondo: ancorarsi stabilmente alla percezione della non stabilità); depurare la percezione della realtà (anche relativa, samsarica) dalle proiezioni dell'immaginazione e dal teatro che la mente fabbrica in continuazione (vista la corrispondenza di questi giorni è un insegnamento utile). Con la pratica si vede, un pò per volta, il burattino dell'ego, dentro di noi e negli altri, e si impara a riderne; messo all'angolo l'ingombrante e prepotente burattino, si apre spazio, un corridoio verso la cosa/dimensione chiamata vacuità, in realtà potente e vibrante come un'uragano rispetto alla formica. Come vedi, con me hai seminato, la pratica continua. Non so ancora se potrò venire a Pomaia, ma ciò non è certo un impedimento per vederci. Grazie e comunque speriamo di vederci prossimamente in pizzeria. Un abbraccio a te, a Maria ed un caro saluto agli amici del centro. Silvano.