Testimonianze

 

Coerenza

di Daria

 
 

La cosa incredibile è la velocità con cui si dimentica il procedimento e le sensazioni che erano presenti, potrebbe sembrare la perfetta interpretazione del qui ed ora, purtroppo però, spesso e volentieri non è altro che una forma cerebrale di difesa.
Sembra quasi di iniziare a vivere una nuova vita (lo affermerei con certezza se ricordassi lucidamente com’è iniziare a vivere una nuova vita). Spero solo sia come andare in bicicletta e che in una qualche forma di memoria remota le informazioni su come mettere in atto la magia rimangano.
La verità è che se vuoi, se davvero lo vuoi, puoi davvero lasciar andare.
Di più:puoi togliere. Togliere è come essere felici.
A volte è davvero difficile non darmi credito, ma poi cerco di ricordare che le uniche menzogne possibili sono quelle che racconto a me stessa, gli altri a modo loro ottengono sempre una parvenza di verità.
E’ difficile fidarsi davvero del saper riconoscere i propri pensieri come menzogna.
Ho paura è vero, ma solo quando muovo quei passi inutili e necessari nel luogo in cui ne hanno tutti, se nessuno ha paura allora non ne ho neanche io.
Era tanto che un consiglio richiesto non rispecchiasse così totalmente la mia volontà, seguirlo è stato naturale e comodo come bere un bicchiere d’acqua una volta capito che anche se era ciò che desideravo, stavo impedendomi di farlo per paura.
A che serve fare qualcosa?Se sei stanco, riposati. Non fare nulla, sdraiati immobile senza fare alcunché, l’unica regola è non cedere al richiamo affascinante del sonno che libera dal corpo, il resto è una continua concessione a te stesso. Avevo paura di non esserne capace, voglio dire, sapevo esattamente come donare riposo alle mie cellule, ma non alle mie fatiche. Invece è stato semplice come respirare.
Da fuori la mia ansia del riposo che rischia di distruggere il lavoro passato doveva essere così evidente, da far ritenere a qualsiasi perfetto sconosciuto un obbligo morale il consigliarmi di desistere. Da dentro sembrava tutto più complicato, anche se non lo era.
A volte penso che non avere il diritto di scegliere se vivere o morire, sia insieme la più grande fortuna e la più grande sfortuna dell’umanità: sfortuna perché sarebbe infinitamente realizzante avere un potere del genere, fortuna perché non avere questa facoltà è ciò che dovrebbe spingerci a cercarla.
Bisognerà essere svegli nel momento in cui cercheranno di mischiare le carte.
Credere, non credere?Che differenza fa?L’unica certezza reale è che sono qui. Ora.
E questo continua a spaventare tutti, nonostante gli infiniti tentativi di farlo passare vagamente come semplice verità.
Poi ho smesso. Ho tolto il sonoro al mondo e ho smesso.
Ho smesso di chiedere alle persone come stanno, lo trovo completamente fuori luogo. Le persone non stanno né bene né male, cambiano solo i loro stati mentali completamente assoggettati agli eventi che capitano giorno dopo giorno.
E chi non è schiavo della sua vita non ha bisogno di sentirsi chiedere come sta, probabilmente non saprebbe bene neanche cosa rispondere. Da qui la completa inutilità della domanda.
Sono gli eventi a decidere i nostri stati, e questo rende praticamente impossibile che noi si pratichi una qualche sorta di coerenza, per questo è diventato uno dei miei parametri di riferimento preferiti.
La coerenza tra pensieri, parole e azioni, è l’unico (anche se misero) segnale di riconoscimento durante questa immersione nel mondo.
La coerenza è figlia del coraggio e della buona volontà.