Riguardo al fatto di insegnare qualcosa a qualcuno sulla Via spirituale, personalmente io non ci penso neanche da lontano. La mia conoscenza concettuale è assai più in là dello sviluppo spirituale ed i difetti mentali grondano…. Mi sento come una formica vagamente smarrita in un universo sconosciuto, magari un po’ più sapiente della media del formicaio, con un certo prurito alla schiena che indica che, forse, stanno spuntando un paio di alucce… ma, chi è che sa quando si potrà volare? E soprattutto, dove? E se fosse solo un intermittente presentimento, benché a patto di un duro lavoro? Quindi, la storia del Logos e della Prajna, io la interpreto nel senso di cercare di intuire da che, o che cosa, è nato il formicaio, una monarchia matriarcale e socialista. Chi lo ha progettato e realizzato, con questa mamma formica che partorisce in continuazione regine, re e guerrieri, operai socialisti e patrioti (la Vagina Cosmica di cui Aiberth ha parlato Lunedì scorso…(siamo nel 2002, n.d.R.). Il resto sono energie, correnti spirituali (extra-formica) e tecniche; nella piccola mente delle formiche, gli Esseri Umani sono Dèi, il Karma è la Riproduzione (Marx lo aveva capito); il Male sono i formichieri, i distratti che le schiacciano, i prodotti antiformiche e le altre formiche predatrici o talebane. Il Bene sono i buoni chicchi di grano, l’umile devozione (Bhakti), l’amore-compassione per le altre formiche, il sacrificarsi per il formicaio… Oltre questo Bene e questo Male, ci sono le ali ed una sorta di metamorfosi, in una scala che è inimmaginabile e dà le vertigini alle menti-formiche. Come vedi, ora con lo Zen mi curo la tendenza alle seghe mentali, impegnandomi perché la terapia funzioni e rinforzi le mie deboli alucce. Altro che propormi io stesso come insegnante! Potrei al massimo insegnare, come ha già scritto qualcuno, che nel loro piccolo anche le formiche si incazzano. Ma non mi sembra granché interessante. Mio caro ‘apprendista-Stregone’, non credo che tu possa fare più disastri di quanti già ne faccia la mente umana con il tuo insegnare con lo spirito devozionalistico, perché tu hai buon cuore, buona fede e molto idealismo. Forse troppo, per essere veramente efficace (però potrei sbagliarmi) perché gli insegnanti come Aliberth, dotati di bastone (teoria, poi pratica e poche balle…) sono spesso in grado di avere risultati più veloci per coloro che li accettano. La carota può blandire l'EGO (può, potrebbe, ma non è detto) invece di metterlo a nudo, con le sue tendenze alla teatralità, con l'amore di sé e le sue rapide scappatoie trasformiste. Tuttavia c'è un riscontro sicuro. Gli insegnanti vengono scelti in zone dove le formiche non arrivano e, se non sono all'altezza o se hanno solo immaginato di essere insegnanti, quando in realtà non sono qualificati dall'Alto, succedono grandi casini, a loro e intorno a loro. Se, invece, anch'essi crescono con il loro insegnamento, allora vuol dire che Tutto va Bene. Ne riparleremo in seguito, nel caso che anche a me dovesse arrivare il diploma, ma ne dubito… Infatti, non è per niente facile interpretare le parole. Chi ti parla ha studiato con OSHO (influenzato didatticamente da Gurdjeff e Krishnamurti), è transitato per il Buddhismo Tibetano e l'Advaita. Ma ci vuole ben altro per fare qualche piccolo passo in avanti. Le forze del Karma e del Samsara sono potentissime. Occorre il massimo di intensità, lo sforzo per lo sblocco delle energie, l'eliminazione spietata delle autorappresentazioni e delle proiezioni, il dialogo costante con la propria morte, un cuore aperto per non inaridire e cercare di non far danni agli altri con la nostra energia. Occorre cambiare vita ed abitudini, cercarsi sfide anche quando non ci sono. Occorre cercare l'energia e la creatività degli dèi, addirittura attraverso una pratica delle Energie, simile al Tantra. Occorre immaginarsi, per quanto possibile, nel cosmo pulsante senza limiti di spazio e di tempo, così il nostro tempo e spazio si riducono naturalmente alla pretesa assurda di un teatrino dell'Ego. Occorre umiltà nell'apprendere da tutto e da tutti. Occorre attenzione e applicazione nelle cose di tutti i giorni. Altro che spostare oggetti, come sedie e posaceneri, anche se questo può essere un modo per non cadere negli sterili automatismi. La mia opinione, dunque, è che occorre essere chiari con gli allievi, altrimenti le forze inerziali (Saturno) usano qualche esercizio per rafforzare il quietismo, amore di sé (Venere) e superstizione (Luna). Per gli esercizi di risveglio, suggerisco le tecniche di Gurdjeff (ad esempio quella dello STOP, del ricordo di sé o della danza consapevole), molto efficaci per non addormentarsi nel muro delle abitudini. Se poi agli allievi sembra troppo, bisogna mandarli altrove: perché pillole di meditazione possono sbloccare, insieme a barlumi di lucidità, antiche nevrosi e sgradevoli tratti caratteriali, oppure possono far sorgere l'idea di essere grandi Iniziati, o cavolate del genere. Così, una bella parte della responsabilità è dell’aspirante insegnante, che si assume un bel karma di ritorno, proprio come se lavorasse con dei bambini. Perdonatemi la franchezza…
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