Quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello,
con la fede, con l’anello,
con la punta del coltello per suonare il campanello?
Non ho neanche provato a chiedermi cosa stesse succedendo e di cosa avevo bisogno, ho lasciato che tutto succedesse esattamente come gli autori della scena avevano deciso, sono stanca di passare la vita a rovinare i progetti altrui. Di quante e quali cose ho avuto bisogno in tutti questi giorni?Spesso mi viene da pensare che sono state troppe, ma non trovo il punto preciso in cui il normale diventa troppo, a meno che non sia quello appena successivo allo zero.
Comunque incoscientemente volente, o sapientemente nolente, ho dato loro modo di presentarsi davanti a me, pronte da prendere e gustare. L’ho fatto.
La leggerezza è neutra, non lascia tracce, ed io non lo sapevo. Se è vera e serve, intendo. Ecco l’ultimo traguardo raggiunto, la leggerezza, che vissuta realmente è assolutamente ininfluente, come tutto del resto. Si, forse è vero, non c’è tanto tempo a disposizione per fermarsi ed innamorarsi di ciò che ci rende leggeri, ma vivaddio! non c’è neanche da pulire, né da tornare a riprendersi ciò che sembrava appartenerci.
Si chiude il sipario con me che esausta ma serena spezzo in due il manico della scopa, che stavolta davvero non serve più a niente. L’ultimo atto di una commedia infinita. L’ultimo fino all’inizio del prossimo. Bravi gli attori, i registi, brava la vita che ha saputo costruire ogni gradino esattamente sotto al mio passo successivo, perché quando hai il coraggio di sussurrare alla vita dove stai andando, lei è lieta di portatrici. La condizione però è conoscere la strada, altrimenti sceglie lei.
Stupirsi o esaltarsi non serve più a niente, non c’è davvero bisogno di un orecchio raffinato per riconoscere i passi pesanti di chi ha già mandato qualcuno ad avvisare che presto arriverà. Non serve sentirsi capaci, neanche se si è gli unici. E’ sufficiente non sottovalutare l’altezza del gradino che si sta salendo, per evitare di essere inesorabilmente schiacciati dalla sua forza, né sopravvalutarla, perché non sembri irraggiungibile.
Niente è impossibile una volta che si sono riconosciute ed accettate le difficoltà del caso.