Testimonianze

 

Regina reginella

di Daria

 

 

Quanti passi devo fare per arrivare al tuo castello,
con la fede, con l’anello,
con la punta del coltello per suonare il campanello?
Non ho neanche provato a chiedermi cosa stesse succedendo e di cosa avevo bisogno, ho lasciato che tutto succedesse esattamente come gli autori della scena avevano deciso, sono stanca di passare la vita a rovinare i progetti altrui. Di quante e quali cose ho avuto bisogno in tutti questi giorni?Spesso mi viene da pensare che sono state troppe, ma non trovo il punto preciso in cui il normale diventa troppo, a meno che non sia quello appena successivo allo zero.
Comunque incoscientemente volente, o sapientemente nolente, ho dato loro modo di presentarsi davanti a me, pronte da prendere e gustare. L’ho fatto.
La leggerezza è neutra, non lascia tracce, ed io non lo sapevo. Se è vera e serve, intendo. Ecco l’ultimo traguardo raggiunto, la leggerezza, che vissuta realmente è assolutamente ininfluente, come tutto del resto. Si, forse è vero, non c’è tanto tempo a disposizione per fermarsi ed innamorarsi di ciò che ci rende leggeri, ma vivaddio! non c’è neanche da pulire, né da tornare a riprendersi ciò che sembrava appartenerci.
Si chiude il sipario con me che esausta ma serena spezzo in due il manico della scopa, che stavolta davvero non serve più a niente. L’ultimo atto di una commedia infinita. L’ultimo fino all’inizio del prossimo. Bravi gli attori, i registi, brava la vita che ha saputo costruire ogni gradino esattamente sotto al mio passo successivo, perché quando hai il coraggio di sussurrare alla vita dove stai andando, lei è lieta di portatrici. La condizione però è conoscere la strada, altrimenti sceglie lei.
Stupirsi o esaltarsi non serve più a niente, non c’è davvero bisogno di un orecchio raffinato per riconoscere i passi pesanti di chi ha già mandato qualcuno ad avvisare che presto arriverà. Non serve sentirsi capaci, neanche se si è gli unici. E’ sufficiente non sottovalutare l’altezza del gradino che si sta salendo, per evitare di essere inesorabilmente schiacciati dalla sua forza, né sopravvalutarla, perché non sembri irraggiungibile.
Niente è impossibile una volta che si sono riconosciute ed accettate le difficoltà del caso.