Testimonianze

 

Calma e sangue freddo

di Daria

 

 

E' un pò che mi lascio trascinare dalle parole di qualche altro mendicante di verità.
La scusa è che avendo i pensieri umani raggiunto e realizzato progetti umani e sovraumani, non c'è rimasto molto da pensare e tanto vale scegliere fra le varie soluzioni già individuate, sempre che non si abbia davvero voglia di sapere e sperimentare.
E' un pò che perdo tempo a trovare scuse, devo dirlo.
Il motivo è che non trovo mai tutto il coraggio necessario per fermarmi a riposare senza aver bisogno di giustificare il mio ritardo.
Stasera avevo pensato di seguire gli umori di tutte quelle persone con cui sono cresciuta davvero e di farne qualcosa di utile, ma tutto mi riporta all'inutilità dei pensieri che generano quegli umori.
Tutto mi ricorda l'importanza di ciò che c'era quando non c'era niente.
Non posso farne a meno a quanto pare, e vale più di ogni piacere.
Il piacere... a volte mi sembra di apparire come una sorta di psico-masochista, non sono più in linea con i canoni del piacere, ed è strano perfino per me.
Niente di meno esatto a guardare bene, tendo anch'io al piacere, non credo sia possibile invertire la tendenza.
E' solo che a volte i premi per la rinuncia al piacere sono il rispetto e l'amore verso me stessa, e mi sembra ne valga la pena. Tutto qua.
Non credo sia troppo al di sopra delle possibilità umane intuire che la differenza sia esclusivamente nella diversa percezione del piacere e nella diversa lungimiranza.
Assistiamo immobili in ogni istante a mutazioni genetiche di qualsiasi evento rammentabile e umanamente vivibile, e ancora ci stupiamo di scoprirci diversi rispetto a un attimo prima.
Soffriamo immensamente di fronte alla vittima e poi vorremmo provocare la stessa sofferenza all'assassino, credendo realmente che sia giustizia.
Il perdono è qualcosa che non viene mai presa in considerazione.
Forse non c'è proprio nessuna speranza per noi esseri brutali e vittime di noi stessi, o forse dovrei accontentarmi della mia di speranza.
Non provo rancore, voglio solo evitare il peggio, voglio anticipare la mia rabbia per una volta, e confinarla nel posto che le compete, il nulla.
Mi impegno davvero ad evitare gli stimoli feroci della mia rabbia, posso essere perdonata per questo?Posso essere capita e perdonata?Tanto in ogni caso non mi sentirò una vigliacca, non sto scappando da nulla (se non dai miei inganni), e non ho evitato a me stessa neanche una briciola della sofferenza che mi spettava, anzi, ne ho vissuto ogni attimo sfruttandone tutte le potenzialità.
Ho aspettato con un pò più d'attenzione stavolta, facendo rullare all'infinito i tamburi, sicura che fosse passato abbastanza tempo da potermi permettere un'attesa quanto meno verosimilmente realista.
Eppure devo essermi sbagliata, ciò che mi aspettavo di veder passare sotto casa deve essere ancora a miglia di distanza.
Non mi piace dubitare del fatto che succederà, mi sembra quasi di portargli via la voglia di arrivare.
Sarà vero che saprò evitare di prendermi ciò che di diritto mi spetterebbe?