Articoli di Aliberth

 

 

Braccio di ferro

Note di Daria Ungari
 

 
 
E' evidente che il momento è quello giusto, altrimenti non avrei mai e poi mai capito dove avevo visto la faccia di Braccio di ferro ieri sera mentre voltavo velocemente lo sguardo. E’ assurdo. Non volevo crederci... Ho scrutato minuziosamente ogni angolo della scrivania eppure niente, niente nonostante fossi sicura di ciò che avevo visto. Il che la dice lunga sull'essere sicuri.
Hai vinto tu, le percosse che abitualmente infliggo al mio cervello fisico, mi portano inevitabilmente ad arrendermi davanti all'evidenza dei fatti, e i fatti sono contro di me.
Ne ho accumulate un bel pò di idee in questi giorni, sono piena di qualcosa di molto denso, che lascia pochi spazi vuoti anche se è leggero.
Sembra la schiuma che si usa per sturare i tubi di scarico, la spruzzi come la vita ti spruzza addosso le sue trame, e lei si gonfia leggera fino a riempire ogni spazio. Ed ecco che scrivere è indispensabile per crearne di nuovo.
L'altra sera ad esempio, dopo esser rimasta stupita dal fatto che a volte il male diventa anche femmina, ho visto chiaramente la follia dell'amore. A grandi passi o a piccoli passi, sempre di follia si tratta, e inevitabilmente ti conduce almeno per un periodo ad indossare la camicia di forza.
La causa e l'origine sono le medesime, a prescindere da dove si conficcherà il proiettile, se nel petto o nella tua dignità. La vita insiste ripetitiva sull'esprimere un concetto senza cambiare mai rotta finché non l'hai fatto tuo. Questa è la vita, e dovremmo essergliene grati.
A volte sono le pagine di un libro, a volte la fine della passione di altri... non serve neanche che sia tua per rimanerne vittima, pensa alla potenza di questa follia. E non serve che tu ne muoia di persona per impararne il pericolo, pensa alla grandiosità dell'Amore vero. Non ne vale davvero la pena, non per quello che ne viene in cambio. Per cosa?Per camminare qualche giorno sollevati da terra?Ma andiamo, è chiaro come il sole che si tratta di una trappola.
Le scelte sono molteplici per alcuni, limitatissime per altri, inesistenti per i più. Ed è là che dovremmo davvero soffrire, nel vedere l'oppressione di chi non ha facoltà di scelta. C'è chi può scegliere di imparare, chi decide deliberatamente di non farlo, chi è costretto dagli avvenimenti a farlo o non farlo. E' davvero più semplice vivere così, senza poter decidere?
Potrebbe, se non fosse che le scelte prima o poi vanno fatte, quindi l'essere provvisoriamente sollevati da quest'onere non garantisce affatto l'evitare in futuro la fatica che da sola ha cambiato rotta oggi. Anzi, se il dolore se ne va via da solo senza che tu l'hai spedito lontano a calci, probabilmente lo fa per andare a recuperare qualche parte di sé dimenticata per strada che si incollerà addosso per colpire più forte di prima.
Così la gioia. Il che definisce definitivamente me stessa come 'fortunata' in quanto abilitata alla scelta. Si lo so, dovrei correre ancora verso nuove visioni, ma sono liquefatta da una nuvola di fumo e di parole, mi chiedo se non sia davvero mio dovere dare delle spiegazioni, ma poi lascio al vento passato in questi giorni la risposta che tutti stanno aspettando.
Spiacente, ho trascurato ormai per troppo tempo la voglia di sentirmi in grado di dare risposte, faceva troppo rumore, dovrete arrangiarvi da soli. Il dado rotola all'infinito senza far mai sapere che numero uscirà, siamo noi a puntare il dito sul numero prescelto, uno o sei, gli altri hanno poco senso. Esistono solo come gradini di una scala e questa immagine riflette ogni istante ed ogni mossa della nostra corrotta, sleale e miserabile vita.
Me ne rendo conto, la verità dà alla testa, la ricerca del rumore diventa un fastidio assordante, il pane quotidiano sembra davvero bastare a tutto il corpo, ma neanche ciò che sembrava un motivo più che valido può cambiare la realtà... e la volontà.
Quella sa già da sola cosa deve fare e non ascolta più nessuno oltre a se stessa, o non sarebbe più lei. Oggi è tutto bianco, l'aria, i muri, la sete.
Mi distraggo solo un attimo per vedere i sorrisi stampati sulle fotografie, ho bisogno di ricordare una felicità che non esiste più per sapere che prima o poi ce ne sarà un'altra. Pensa che sciocca. Ho pensato di avere paura, ma paura non era, era lo stupore di essere rimasta senza paure. Ed ho pensato di impazzire in alcuni momenti, all'idea di perdere prima di scoprire l'impossibilità di essere sconfitta.
Come scendere sul campo di battaglia senza avere nemmeno uno scudo di protezione.
Non sono mai stata sola, questo ormai è palese. Non come tante energie sofferenti, che poverine sono costrette a tenersi stretto ciò che son riuscite a mettere insieme nella vita, assolutamente no.
Io lo sento forte l'onere del dover decidere, dover sapere, dover vedere. E soprattutto di dover abbandonare le catene che mi sembravano messe intorno alle mie caviglie da altri prima di scoprire che solo io potevo slegarmi. Forse mi hanno incatenato davvero, ma presa ad urlare per farmi liberare non ho visto che hanno lasciato le chiavi proprio accanto a me.
Non sento nient'altro che abbia una forza così devastante. Vedere e abbandonare è tutto ciò che voglio, con le difficoltà che comporta è chiaro, ma cosciente che ogni difficoltà superata è una difficoltà in meno. Non sono mai stata sola perché non ho avuto bisogno di sentirmi in compagnia... ma lo scotto si paga eccome, ed è giusto che sia così perché si cammina per sempre sollevati da terra, e allora si che ne vale la pena davvero.
E' una scelta, è la rappresentazione madre della possibilità di scegliere, è scegliere qualcosa che al mondo sembra una furbata quando non sembra una pazzia, e tu solo sai davvero quanta fatica ci vuole a tenerti in piedi per poter ancora fare dei passi in avanti. Ma devi avere nelle tue corde la facoltà di scegliere. Tu solo sai che al mondo sembra una stregoneria perché il mondo vede solo i risultati.
E salutato l'uno con la gioia di partire, avvisato il sei che prima o poi arriverò, salgo i dannati gradini centrali Amandoli tutti a dismisura, cosciente che solo grazie a loro arriverò in cima.

COMMENTO di Aliberth…- Ormai non mi sento più stuzzicato nel fare commenti agli scritti di Daria… A volte sembra che ce l’abbia col mondo intero, altre volte, invece, sembra che ce l’abbia con se stessa e proprio per difendere il mondo intero… Dunque, a voler commentare si rischia sempre di sbagliare…