Testimonianze

Cosa succede intorno al
Dalai Lama?

Fabio mi ha inviato questa mail per conoscenza… ed io la riporto tale e quale, con la traduzione in Italiano dell’articolo che accompagna il secondo video…
 

Da: nobu lamo <nobulamo@gmail.com>
Data: Venerdì 3 ottobre 2008, Oggetto: dalai lama;
Look the following two documentaries; they are really destroying Tibetan cause, Tibetan culture and religion. All Tibet supporters must fight consistence against these documentaries and the related people.
(Guardate i seguenti due documentari, stanno davvero distruggendo la causa Tibetana, la cultura e la religione Tibetana. Tutti i sostenitori del Tibet devono lottare con insistenza contro queste persone e i relativi fatti documentati).
http://www.youtube.com/watch?v=KqON2lxArek
http://www.france24.com/en/20080808-dalai-lama-demons-india-buddhism-dorje-shugden

 

 

Da: France24 –

 – I Demoni del Dalai Lama (venerdì 08 agosto 2008)

 Il Dalai Lama è rispettato in tutto il mondo per la sua filosofia di pace. Oggi, alcuni tibetani in esilio, evitati dai loro connazionali, non credono più nella sua leadership. Una controversa divinità buddhista è al centro della disputa. (Rapporto: C. Henry, N. Haque)
Il leader spirituale Tibetano in esilio, il Dalai Lama, è venerato dalla sua gente come un eroe ed è  rispettato in tutto il mondo per la sua filosofia di pace. Oggi, tuttavia, vi sono delle rotture in mezzo alla sua comunità. Una minoranza dei tibetani che sono in esilio in India, tra cui dei monaci, non crede più nella sua leadership, e vengono quindi messi al bando dai loro coetanei. I corrispondenti di Francia 24, Capucine Henry e Nicolas Haque, esaminano più da vicino questa spaccatura che rischia di dividere il popolo tibetano.

In un villaggio finora tranquillo di profughi tibetani nell’India meridionale, alcuni monaci non possono più entrare nel loro monastero, e gli è stato vietato di entrare nei negozi e luoghi pubblici, compresi gli ospedali. Il loro crimine? Venerare una divinità considerata un demone dal Dalai Lama.

La controversa divinità buddhista di Dorje Shugden è al centro del conflitto. Considerata da alcuni come divinità tutelare illuminata e da altri come una forza malefica, essa è stata etichettata come un demone dal Dalai Lama stesso. Egli lo ha fatto chiaramente presente in un discorso tenuto lo scorso gennaio, un discorso intriso di rara violenza all’Università Tibetana dell’India meridionale.

 

Un discorso storico.

"Ho meditato a lungo e ho considerato (la mia decisione di mettere da parte Dorje Shugden) nella mia mente e nel mio spirito prima di arrivare alla giusta decisione", egli ha detto. Le persone hanno ucciso, mentito, rubato e si sono combattute a vicenda in nome di questa divinità. Questi monaci devono essere espulsi da tutti i monasteri. Se non sono soddisfatti, si può dire loro che il Dalai Lama stesso ha chiesto che questo deve essere fatto, ed anche in modo molto urgente".

Il discorso è stato un momento storico nella storia del buddhismo Tibetano, e l'inizio di uno scisma che potrebbe escludere i quattro milioni di Tibetani seguaci di Shugden. Poche settimane dopo il discorso del Dalai Lama, i monaci di Shugden non poterono più entrare nei monasteri. Essi allora si riunirono fuori dalle mura del villaggio a meditare sul perché il Dalai Lama li ha esclusi.

"Può il Dalai Lama realmente bandire un’intera religione?" chiede uno. "Noi siiamo nel giusto, ed è lui  che è incoerente. Da un lato, egli predica sempre la libertà di religione e compassione, ma dall’altro,  vieta a noi il culto del dio che abbiamo scelto", dice un altro.

 

Apartheid nella Terra dei buddhisti.

Sui muri del paese vi sono foto dei capi della "nétta Shugden, dichiarati come traditori. Segnalazioni all'ingresso di negozi e ospedali vietano l’entrata ai seguaci Shugden. E' una sorta di 'apartheid nel Paese dei buddhisti. I nostri reporters seguono un monaco buddhista, colpito da ostracismo, che ha cercato di affrontare gli abitanti di un villaggio che lo avevano bandito. "Noi non stiamo violando gli insegnamenti del Buddha, ma siamo esclusi da tutti solo a causa della nostre visioni religiose", egli si lamenta. "Non ti vergogni di tradire il Dalai Lama? Sei un monaco! Egli è il nostro unico pilastro, l'unica persona di cui possiamo fidarci", gli viene risposto.

In India, i seguaci di Shugden sono costretti a tenersi nascosti. "Io sono scappata dalla mia casa, tre giorni fa", dice una vecchia donna ospitata da una famiglia a 300 chilometri da casa sua. "Ero l'unica seguace di Shugden nel mio villaggio. Ogni giorno avevo sempre più paura di venir assalita. Ed ho dovuto bloccare la mia porta con pietre per paura che le persone potessero irrompere in casa mia".
 
'Traditori' pro-Cina.

Dietro questa caccia alle streghe della "nétta-Shugden vi è il timore di infiltrazioni Cinesi nei ranghi dei rifugiati Tibetani. Nel nord dell’India, nella città di Dharamsala, sede del governo Tibetano in esilio e del Dalai Lama, i seguaci di Shugden, con le loro aperte simpatie verso i Cinesi, sono considerati una minaccia politica.

"La "nétta Shugden e la Cina sono ovviamente alleati", afferma il primo ministro Tibetano, il professor Samdhong Rinpoche. "I loro culti sono finanziati in tutto il mondo dai Cinesi". Egli aggiunge che "la gente ha paura della violenza degli Shugden. Essi sono come i terroristi, che non si fermano davanti a nulla, e questo tutti lo sanno". Per dimostrare il suo punto di vista, egli mostra ai nostri reporters la foto dell'assassinio di un capo-monaco buddhista e due dei suoi discepoli nel 1997. I Tibetani sono certi che la colpa di quegli omicidi è dei seguaci di Shugden.

Un’importante personaggio Shugden, Mahalama Losbang Yechi, difende i suoi legami con la comunità Cinese: "Approvo la presenza Cinese in Tibet. Ciò che oggi stiamo vivendo con il Dalai Lama mostra come doveva essere stato in passato il suo autoritario regime teocratico. Infatti, esso è stato assai più violento di quello che oggi i Tibetani vivono sotto la sovranità Cinese".

Yechi ha intentato una causa contro il Dalai Lama in un alto tribunale Indiano per la sua persecuzione religiosa. Egli nega di agire su ordine delle autorità Cinesi. I seguaci di Shugden, volontariamente o meno, sono diventati il simbolo di uno scisma che minaccia la lotta per l'autonomia del Tibet. Ed a causa di questo, migliaia di rifugiati hanno iniziato a pagarne il prezzo.

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(Articolo Originale)

tratto da: http://www.france24.com/en/20080808-dalai-lama-demons-india-buddhism-dorje-shugden

INDIA - BUDDHISM

The Dalai Lama's demons - Friday 08 August 2008

The Dalai Lama is respected worldwide for his peaceful philosophy. Today, some exiled Tibetans, shunned by their peers, no longer believe in his leadership. A controversial buddhist deity lies at the heart of the dispute. (Report: C. Henry, N. Haque)

Tibet’s exiled spiritual leader, the Dalai Lama, is revered as a hero by his people and respected world-wide for his peaceful philosophy. Today, however, there are cracks at the heart of his community. A minority of Tibetans exiled in India, including monks, no longer believe in his leadership, and are shunned by their peers. France 24 correspondents Capucine Henry and Nicolas Haque take a closer look into the widening rift that threatens to tear apart the Tibetan people.

In a hitherto peaceful village of Tibetan refugees in southern India, certain monks can no longer enter their monastery, and are banned from stores and public places, including hospitals. Their crime? Revering a god considered a demon by the Dalai Lama.

The controversial Buddhist deity of Dorje Shugden lies at the heart of the conflict. Considered by some as an enlightened tutelary deity and by others as a malevolent force, it was labeled a demon by the Dalai Lama himelf. He made this clear last January, in a speech imbued with rare violence at a Tibetan university in Southern India.

A historic speech

“I have meditated and considered (my decision to put aside the Shugden) at length in my soul and spirit before coming to the right decision”, he said.  People have killed, lied, fought each other and set things alight in the name of this deity. These monks must be expelled from all monasteries. If they are not happy, you can tell them that the Dalai Lama himself asked that this be done, and it is very urgent.”

The speech was a historic moment in the history of Tibetan Buddhism, and the beginning of a schism which could exclude the four million Tibetans followers of Shugden. A few weeks after the Dalai Lama's speech, Shugden monks could no longer enter monasteries. They regroup themselves outside village walls and meditate on why the Dalai Lama has excluded him.

“Can the Dalai Lama really ban an entire religion?” asks one. “We are in the right, he’s the one who is being incoherent. On one hand, he’s always preaching freedom of religion and compassion, but on the other he’s forbidding us to worship the god we choose”, says another.

Apartheid in Buddhist land

Photos of Shugden leaders are posted on city walls, branding them as traitors. Signs at the entrance of stores and hospitals forbid Shugden followers from entry. It’s apartheid, in Buddhist land.

Our reporters followed an ostracized Buddhist monk as he tried to affront the fellow villagers who have banned him. “We’re not violating Buddha’s teachings, and we’re excluded from everywhere just because of our religion” he complains.

“Aren’t you ashamed of betraying the Dalai Lama? You’re a monk! He is our only pillar, the only person we can count on,” he is asked.

In India, Shugden followers are forced to go into hiding. “I fled my house three days ago” says an old woman taken in by a family 300 kilometers away from her home. “I was the only Shugden in my village. Every day I grew more afraid of attacks.I had to block my door with stones for people not to break into my house”.

Pro-Chinese ‘traitors’

Behind this Shugden witch-hunt lies the fear of Chinese infiltration in the ranks of the Tibetan refugees. In the northern Indian city of Dharamsala, home of the Dalai Lama and the exiled Tibetan government, Shugden followers, with their open Chinese sympathies are considered a political threat.

 “The Shugden and the Chinese are obviously allies,” says the Tibetan Prime Minister, professor Samdhong Rinpoche. “Their cults all over the world are financed by the Chinese”. He adds that “people are afraid of Shugden violence. They are like terrorists, they will stop at nothing, everyone knows this.” To prove his point, he shows our reporters the photo of the murder of a leading Buddhist monk and two of his disciples in 1997. Tibetans are certain the Shugden are behind the murder.

A leading Shugden figure, Mahalama Losbang Yechi, defends his links with the Chinese community: “I approve the Chinese presence in Tibet. What we are living with the Dalai Lama today shows how authoritarian his theocratic regime must have been in the past. It was much more violent than what Tibetans are living today under Chinese rule.”

Yechi has filed a lawsuit against the Dalai Lama in an Indian high court for religious persecution. He denies acting on the orders of Chinese authorities. Shugden followers, willingly or not, have become the symbol of a schism that threatens the struggle for Tibetan autonomy. For that, thousands of refugees have begun to pay a price.

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P.S. Noi non ci sentiamo in dovere di manifestare un qualsiasi commento, proprio per tenere una forma di imparzialità in questa delicata questione. E’ pur vero che se il Dalai Lama non accetta questa "nétta come rappresentativa dei moti di libertà e indipendenza dei Tibetani, dev’esserci un buon motivo.